Blitz nel quartiere della camorra

Blitz nel quartiere della camorra Blitz nel quartiere della camorra Sfrattati boss e abusivi che occupavano gli alloggi NAPOLI. Arriva lo Stato nella roccaforte della camorra. E lo fa con un imponente spiegamento di forze. Nella città ancora addormentata sfilano cento tra autoblindo antisommossa, camionette e furgoni; marciano mille uomini alla conquista di un pezzo di Napoli che la malavita ha occupato da anni, cancellando diritti e legalità. Per tutta la giornata, polizia e carabinieri cingono d'assedio gli edifici del dopoterremoto, palazzoni-alveare tinti di ocra, e punteggiati da muri bianchi che nel colore lanciano un messaggio: sono le case del clan. Blitz annunciato ieri all'alba nel rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio, il quartiere alla periferia orientale in cui un tempo batteva il cuore operaio di Napoli e che adesso si sente nelle mani della malavita. Le forze dell'ordine sono tornate dove due anni fa cinquecento uomini della Criminalpol avevano già provato a ripristinare la legge. Questa volta l'operazione, decisa dopo denunce e polemiche, aveva un obiettivo principale: sfrattare gli abusivi che si sono impossessati di 45 degli oltre 180 appartamenti realizzati con i Fondi della Ricostruzione, restituire gli alloggi ai legittimi assegnatari, una decina dei quali cacciati via dai boss con la forza e le minacce. Al loro posto sono stati piazzati i luogotenenti, le sentinelle, i fe- delissimi incaricati di proteggere i capizona. E nei due casermoni venuti su dopo il terremoto dell'80 la camorra poteva contare su altri dieci appartamenti lasciati disabitati, ma diventati di fatto - proprietà dei clan. Si temeva una rivolta, ma l'assalto dello Stato non ha incontrato resistenze. A Pazzigno, le Forze dell'ordine arrivate con Vigili Urbani, Vigili del Fuoco, tecnici ed operai del Comune, dieci ambulanze e sette gigantesche autoscale, hanno trovato ad attenderle soprattutto donne e bambini che hanno assistito impotenti a perquisizioni e controlli. Gli uomini, quelli costretti ad andare via, hanno preferito non perdere la faccia e non farsi vedere. Tra gli sfrattati c'era anche lei, la moglie di Patrizio Reale, il boss attualmente in carcere e ritenuto dagli inquirenti il «re» di Pazzigno. I poliziotti hanno bussato alla porta dell'appartamento all'ottavo piano dove Margherita Ruocco, 25 anni, due figli piccoli e un altro alloggio disponibile al terzo piano, non si è mostrata sorpresa: «Vi aspettavo, ma avrei preferito avere un po' di tempo per organizzarmi». Capelli neri, come i calzoncini corti e la maglietta, ha impacchettato le sue cose sotto gli occhi vigili di agenti e funzionari, accompagnata dalle lacrime delle vicine. E ha respinto le accuse: «In questo palazzo nessuno ha obbligato la gente ad andarsene: l'unica che deve andar via sono io. Vorrà dire che andremo a dormire in macchina oppure ci sistemeremo in una tenda nell'androne del palazzo. Siamo andati tante volte in campeggio, siamo abituati e da là sicuramente non ci potete buttare fuori». E' sera quando il blitz si conclude con lo sgombero degli abusivi. Il questore Arnaldo La Barbera annuncia indagini su altri rioni a rischio-camorra e spiega: «Abbiamo mostrato i muscoli, ma eravamo ben decisi anche ad usarli se mai ve ne fosse stato bisogno. La gente onesta ci ha applaudito e abbiamo ridato serenità agli abitanti». Mariella Cirillo I legittimi proprietari erano stati cacciati dagli uomini della mafia Sopra, il questore di Napoli, Arnaldo La Barbera: «Abbiamo mostrato i muscoli alla camorra»

Persone citate: Arnaldo La Barbera, Blitz, Margherita Ruocco, Patrizio Reale, Vigili Urbani

Luoghi citati: Napoli, Pazzigno