Piovono volantini anti-Eltsin al Bolscioi di Anna Zafesova
Addio al capo della tribù bianca RUSSIA Firmati da un nuovo movimento nazionalista che minaccia anche i giornalisti stranieri Piovono volantini anti-Eltsin al Bolscioi «Abbasso il tiranno»: nel pubblico soprattutto turisti MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Abbasso il despota, la Russia insorgerà contro la tirannia». Un messaggio che è letteralmente piovuto lunedì sera sulla platea del teatro Bolscioi durante l'apertura della stagione che è stata turbata da questa insolita forma di protesta di un gruppo nazionalista. Per l'occasione gli sconosciuti rivoluzionari hanno scelto la rappresentazione di «La vita per lo Zar», l'opera maggiormente impregnata di spirito patriottico e monarchico di Glinka, un manifesto della grande potenza prima imperiale e poi comunista. Quando le luci della grande sala si sono riaccese dopo la conclusione del primo atto, sulle teste degli spettatori seduti in platea si è rovesciata una pioggia di volantini con appelli infuocati a insorgere contro la tirannia che, secondo gli autori, si è insediata al Cremlino. Il personale del teatro si è subito precipitato sulla balconata per cercare di catturare gli autori del gesto. Inutilmente: erano svaniti nel nulla, lasciando per ricordo solo la firma sui volantini: «Gruppo di resistenza Gamajun». Un nome esotico e pieno di allusioni: Gamajun è una creatura fantastica, un uccello con la testa di una donna bellissima. Veggente e annunciatore di disgrazie, questo personaggio antichissimo del folklore slavo ha poi animato i sogni dei mistici slavofili dell'inizio di questo secolo. Un nome che comunque non è mai apparso fino ad ora nel variopinto panorama delle organizzazioni nazionaliste russe. Probabilmente si tratta di un gruppo di giovani che si è ispirato per il proprio debutto alle gesta dei rivoluzionari dell'Ottocento, che spesso usavano il teatro per le loro azioni di protesta. Un esempio seguito durante l'era di Leonid Breznev anche da alcuni dissidenti, provenienti soprattutto dagli ambienti universitari. All'epoca però il Bolscioi era il luogo dove si incontrava la crema della società russa, mentre ora è frequentato quasi esclusivamente da turisti. Quelli del Gamajun hanno pensato anche a questa circostanza, preparando volantini in francese e in inglese con un testo che, oltre a promettere la rivolta della Santa Russia, chiedeva ai governi stranieri di cessare il sostegno alla «tirannia del Cremlino». Un messaggio cui i nazionalisti tengono particolarmente. Dopo la bravata al Bolscioi, ieri lettere firmate dall'«uccello profeta» sono arrivate anche nelle redazioni di alcuni media stranieri, tra cui l'agenzia di stampa spagnola Efe, la tv francese TF1 e il Christian Science Monitor americano. I giornalisti occidentali sono stati invitati minacciosamente a smettere di appoggiare il regime eltsiniano e a raccontare le verità prima che sia troppo tardi: «La pazienza del popolo russo non è infinita». Anna Zafesova Un fuori programma al teatro Bolscioi
Persone citate: Glinka, Leonid Breznev
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