Usa lo sciopero di fine millennio

mi Il gigante delle consegne costretto a ridurre il part-time, ma da noi ce n'è troppo poco Uso, lo sciopero di fine millennio Ma il caso Ups non fa scuola per l'Italia REPORTAGE SUL FRONTE PEI CAMIONISTI CCHICAGO HIEDO una scatola di fiammiferi e la cameriera del ristorante mi dice che non ne ha più da parecchi giorni. Chiedo un libro e il libraio mi dice che le copie di cui disponeva sono esaurite; ne riceverà altre soltanto la prossima settimana. E' tutta colpa dello sciopero che ha paralizzato la United Parcel Service of America, una impresa di trasporti che impiega 185 mila persone e assicura gran parte del traffico privato e commerciale sul territorio degli Stati Uniti. Lo sciopero è durato due settimane e si è concluso otto giorni fa con la vittoria di uno dei più vecchi e discussi sindacati americani, la International Brotherhood of Teamsters. «E' una svolta storica per i lavoratori americani», ha dichiarato il suo presidente, Ron Carey, è una «vittoria sul capitalismo rapace». Per il sindacalismo americano questo non è un altro contratto strappato a un datore di lavoro che non intendeva fare concessioni. E' il riscatto dallo stato di sudditanza psicologica in cui i sindacati degli Stati Uniti hanno vissuto dal giorno in cui Ronald Reagan, nel 1981, ruppe il monopolio della Air Traffic Controller' Union sui controllori di voli degli aeroporti americani. Il presidente mandò a casa gli scioperanti e ordinò nuove assunzioni. Nella storia dei rapporti sindacali americani la decisione di Reagan ebbe maggiore importanza della marcia torinese dei 40 mila. Decine di scioperi da allora vennero sbrigativamente risolti con il «modello Reagan». Quell'epoca, sostiene Carey, è finita. L'America volta pagina e il sindacato ridiventa uno dei maggiori protagonisti dell'economia nazionale. Non è cérto'che abbia ragio ne. A otto giorni dalla fine del 10 sciopero i maggiori analisti sembrano convinti che il mio vo contratto non avrà effetti inflazionistici e soprattutto non modificherà i rapporti di forza nel mondo del lavoro. Ma potrebbe avere maggiori ricadute in Europa di quante non ne abbia negli Stati Uniti. A giudicare dalle reazioni in buo na parte dell'opinione europea 11 contratto stipulato dai Teamsters con l'Ups dimostra che il modello reaganiano ha i giorni contati e che i governi di sinistra hanno fatto bene a non lasciarsene contaminare. Stia mo assistendo in altre parole a un radicale rovesciamento di tendenza. Dopo avere fornito munizioni alle speranze liberi ste e deregolamentatrici della politica europea, l'America cambia improvvisamente registro e diventa la maggiore alleata della nostra «economia sociale di mercato». Vi è quindi un pericolo: che il caso del l'Ups rallenti la liberalizzazione del mercato del lavoro in Europa e fornisca qualche ar gomento in più ai sindacati ita liani quando ricominceranno, fra qualche giorno, i negoziati sulla riforma dello Stato assi stenziale. Per evitare la nascita di una nuova leggenda proviamo a spiegare perché il caso dell'Ups possa essere diffidi mente utilizzato nel dibattito europeo. Tra le grandi aziende americane la United Parcel Service è quella che ha maggiormente sfruttato per la propria espan sione la flessibilità del «part ti me» (lavoro a tempo parziale). Il 60 per cento dei suoi 180 mila dipendenti sono «part time», non hanno sicurezza contrat tuale e guadagnano grosso mo do metà dei lavoratori a tempo pieno (10 dollari invece di 20) I conti dell'azienda vanno benissimo: nel 1996 Ups ha avuto un fatturato pari a 22,4 miliar di di dollari e ha realizzato uti li per 1 miliardo e 150 milioni. I Teamsters decidono di contestare la politica dell'azienda e proclamano lo sciopero. Il mo M mento è scelto bene. Con la disoccupazione al 5,5 per cento (contro il 12 per cento in Europa) è difficile che l'Ups possa sostituire rapidamente i suoi impiegati in sciopero. Non basta. Il mercato dei trasporti in America è dinamico e competitivo. Bastano pochi giorni perché i concorrenti si organizzino e strappino a Ups una parte dei suoi clienti. Anche per i sindacati, tuttavia, lo sciopero è una scelta costosa. Occorre rinunciare a qualsiasi retribuzione, organizzare i picchetti, fare i turni. Provvede, per qualche giorno, il «fondo scioperi» dei Teamsters. Poi, esaurito il fondo, occorre sollecitare i contributi dei simpatizzanti. Nei picchetti si mangiano panini graziosamente forniti dai ristoranti di cui i Teamsters sono clienti abituali. Ma anche i ristoranti, prima o dopo, si stancano di sfamare gli scioperanti. Dopo due settimane l'azienda cede e s'impegna a creare circa 10 mila posti di lavoro a tempo pieno. Gli stipendi dei vecchi «part time» faranno immediatamente un balzo in su di 6 o 7 dollari all'ora. Per i Teamsters è una vittoria, senza dubbio. Ma anche il sindacato ha dovuto fare alcune concessioni importanti. L'azienda avrà il diritto di pretendere una maggiore produtti- vita: i nuovi dipendenti a tempo pieno dovranno trattare un maggior numero di pacchi e adattarsi a mansioni diverse ogniqualvolta il loro lavoro abituale subirà un rallentamento. Non è tutto. L'azienda può scegliere a propria discre¬ zione le zone in cui il «part time» diventerà «tempo pieno» e può licenziare il personale «part time» di cui non ha bisogno. Paradossalmente la vittoria dei sindacati è coincisa con il licenziamento - per alcuni temporaneo, per altri definitivo - di 1200 lavoratori nel Massachusetts e nel Rhode Island, 684 nell'Oregon, circa 800 nella Carolina del Nord. «Per loro, ha dichiarato un rappresentante dell'azienda, non c'è abbastanza da fare». Lo sciopero ha costretto l'Ups a modificare la sua politica del personale - meno «part time», più tempo pieno -, ma non l'ha privata del suo strumento più prezioso, la flessibilità. Il lettore, a questo punto, ha capito da solo perché gli scioperi americani siano difficilmente confrontabili con gli scioperi europei. Quelli degli Stati Uniti sono vere prove di forza regolate e arbitrate dalle leggi del mercato. I Teamsters hanno vinto anche e soprattutto grazie alla modestia del tasso di disoccupazione e all'esistenza di concorrenti che possono sostituire l'Ups nel mercato dei trasporti. Scioperare contro un'azienda monopolistica come l'Alitalia è una cosa; scioperare contro un'azienda che deve continuamente guardarsi le spalle è un'altra. E' diverso inoltre il prezzo che gli scioperanti sono disposti a pagare per vincere le loro battaglie. In Italia gli scioperi sono distribuiti a ore su un lungo arco di tempo e producono grandi danni per la collettività con modeste ripercussioni sulla busta paga degli scioperanti. In America sono un sacrificio, in primo luogo, per chi decide di scioperare. Esistono queste condizioni in Italia? E' lecito confrontare il caso Ups con il clima sindacale italiano? Vi è un altro punto su cui gli Stati Uniti e l'Italia sono profondamente diversi. I Teamsters, come dicevamo, sono uno dei più vecchi e chiacchierati sindacati americani. Ebbero un leader storico, Jimmy Hoffa, che scomparve nel nulla qualche anno fa «in odore di mafia». Più recentemente il figlio di Jimmy, James P. Hoffa, ha tentato di riconquistare i Teamsters e ha impegnato una dura battaglia elettorale con Ron Carey per la presidenza del sindacato. Carey ha vinto. Ma negli scorsi giorni un sovrintendente federale ha. dichiarato che le elezioni sono nulle. Sembra che gli organizzatori della campagna di Carey abbiano stipulato contratti di comodo, a nome del sindacato, con alcune associazioni e abbiano ricevuto sottobanco, in restituzione, il denaro di cui avevano bisogno. I conti della campagna in altre parole sarebbero stati pagati dalla cassa del sindacato. Il sovrintendente federale dispone di questi poteri perché i Teamsters, per ripulire la loro immagine, hanno accettato di sottoporre le loro elezioni allo scrutinio di un tribunale federale. Da noi, come noto, la democrazia interna delle organizzazioni sindacali non è ancora soggetta ad alcuna particolare forma di controllo. Un'ultima considerazione sull'aspetto più interessante e «rivoluzionario» del contratto fra l'Ups e i Teamsters. Il «part time» contro cui il sindacato ha vinto la sua battaglia è lo strumento che ha permesso all'economia americana in questi anni di adattarsi alle esigenze del mercato e di creare nuove aziende dinamiche, flessibili, capaci di cogliere rapidamente le esigenze dei consumatori o di trasferirsi con altrettanta rapidità da un settore all'altro. Nella United Parcel Service la percentuale del «part time» sulla forza lavoro era diventata anomala e patologica. Era giusto, quindi, che l'azienda cambiasse politica. Ma lo ha fatto in un Paese dove il «part time» rimane la formula che meglio consente ai giovani di entrare nel mercato del lavoro, ai vecchi di rimanervi secondo le loro esigenze, alle aziende di restare sulla cresta dell'onda. Se applicassimo letteralmente all'Italia il caso dell'Ups uccideremmo qualcosa che da noi non esiste e di cui abbiamo un disperato bisogno. Sergio Romano Peri lavoratori americani una svolta storica «Abbiamo battuto il capitalismo più rapace» Su 180 mila dipendenti il 60% era a tempo parziale maggioe produtti mi gli scioperanti. Dopo due settimane l'azienda cede e s'impegna a creare circa 10 mila posti di lavoro a Lo storico leader del sindacato dei camionisti americani Jimmy Hoffa sparito nel 1975 (probabilmente vittima dei suoi soci mafiosi) A destra la festa dopo la vittoria contro l'Ups e una scena del film «Fist» con Sylvester Stallone Due momenti della lotta ali'Ups Qui accanto al culmine dello sciopero e (sotto) quando si è diffusa la prima indiscrezione sulla vittoria dei lavoratori

Persone citate: James P. Hoffa, Jimmy Hoffa, Reagan, Ron Carey, Ronald Reagan, Sergio Romano Peri, Sylvester Stallone