«l'Ulivo scelta sicura la candidatura no»

3 Ieri l'incontro dell'ex pm con i sindaci del Mugello: quasi raggiunto l'accordo per il collegio «l/Ulivo scelta sicura, la candidatura no» Di Pietro, guerra dei dossier con Curzi: anch 'io ne ricevo FIRENZE. «Tra Polo e Ulivo io ho scelto l'Ulivo. Non voglio spezzare la sinistra, altrimenti avrei costituito un mio movimento»: è la logica bipolare del nuovo sistema politico italiano la molla che ha spinto Antonio Di Pietro a schierarsi. Una motivazione tanto semplice quanto forte, che i sindaci del collegio senatoriale Firenze 3 hanno mostrato di capire e apprezzare. Volto tirato, passo deciso, nessuna indulgenza verso i cronisti che «assediavano» il castello mediceo di Cafaggiolo, l'ex pm si è presentato alle otto di ieri per l'incontro fissato un mese fa. Un incontro che col passare dei giorni ha preso sempre più i connotati di un vero e proprio esame. Unico l'obiettivo: convincere di essere un buon candidato, «calato dall'alto» solo per una sfortunata «fuga di notizie» prima che ci fosse la possibilità di dibattere all'interno dell'Ulivo. Un esame in due round, rigorosamente a porte chiuse, prima a Cafaggiolo di fronte ai sindaci, poi al circolo Arci di Sesto Fiorentino di fronte agli esponenti locali dell'Ulivo ad eccezione dei socialisti del Si, schierati per Curzi. Il bilancio è una sostanziale promozione. «Se Di Pietro era candidabile al 60% stamani ha esemplificato il segretario del pds fiorentino Guido Sacconi - ora lo è all'80%». La decisione finale verrà presa in un nuovo incontro fissato per il 3 settembre. Di qui a quel giorno l'aspirante candidato avrà incontri con i verdi che intendono chiarire alcuni punti su cui in passato, soprattutto quando era ministro dei Lavori pubblici, hanno avuto posizioni divergenti. Su questo l'ex pm li ha comunque più che rassicurati: «Mi candiderò solo se tutte le componenti dell'Ulivo saranno d'accordo, a cominciare proprio dai verdi», ha detto prima di partire per Viareggio. Disponibile, quasi umile, lo hanno definito molti dei sindaci presenti a Cafaggiolo. E alla fine l'ex pm ha lasciato il castello con lo stesso passo di marcia che lo aveva visto arrivare e con la bocca ancora cucita nei confronti della stampa, ma certamente con uno stato d'animo molto più sereno di quando era arrivato. Se lunedì il suo rivale nel «derby elettorale» tutto a sinistra che si svolgerà presumibilmente a novembre, Sandro Curzi, era sem- brato guadagnare punti-gradimento, ieri Di Pietro ha dimostrato di saper rintuzzare con efficacia gli attacchi e passare alla controffensiva. «Se sarà accettata la mia candidatura farò una campagna elettorale senza risse, battibecchi e megashow - ha detto -, cercherò un rapporto diretto con la gente e i suoi problemi. Curzi è invece un po' ridicolo e fa una politica spettacolo». Nella sua rubrica su «Oggi» in edicola, l'ex pm peraltro ribadisce la sua stima a Curzi «per quello che in passato ha fatto e rappresentato. Continuerò a rispettarlo anche fra qualche mese, allorché, sentendosi franare il terreno della credibilità sotto i piedi, an¬ che Curzi, purtroppo, non resisterà alla tentazione di ricorrere all'insulto e alle offese personali. Non cambio opinione a seconda delle stagioni e delle convenienze, né tanto meno per cercare visibilità a buon mercato. Mai mi metterò a offendere i miei avversari, men che meno Curzi. Lo sappiano anche coloro che mi hanno mandato dossier da strapazzo su di lui: li ho cestinati senza nemmeno leggerli. E' tempo di smetterla di dire sempre e solo male di tutti e per tutti. Bisogna dire basta alla politica urlata. Il Paese ha soprattutto bisogno di serenità e fiducia nelle istituzioni». Ieri al Mugello, però, Di Pietro non ha risparmiato qualche battutaccia: «Non capisco cosa abbia fatto agli altri che appoggiano Curzi, mentre capisco l'ostilità di qualche socialista, a cui qualcosa ho fatto...». La platea, negli occhi ancora le immagini dell'ex direttore del Tg3 che nel castello del Trebbio, il giorno prima, era stato immortalato dalle telecamere attorniato da politici locali dell'ex psi, compreso l'ex sindaco di Firenze e candidato del Polo alle ultime ainniinistrative Giorgio Morales, è scoppiata in un applauso venuto dal cuore che ha rotto il ghiaccio definitivamente. D'altronde l'esordio di Antonio Di Pietro era stato quanto mai di disponibilità. Di fronte ai sindaci, alcuni dei quali avevano mostrato apertamente una certa insofferenza per come si è arrivati a questa candidatura, al presidente della Regione Vannino Chiti e al presidente della Provincia Michele Gesualdi, l'ex magistrato aveva subito messo le mani avanti: «Azzeriamo tutto e cominciamo daccapo a discutere». Già, perché, promette l'ex pm su «Oggi», «non ho alcuna intenzione di andare a fare il parlamentare a operatività ridotta. Né a causa delle vicissitudini bresciane, né per colpa delle ripicche incrociate di taluni rappresentanti del centrosinistra. La mia candidatura non è affatto scontata perché dipende da come si metteranno le cose a Brescia e dalla effettiva unitarietà dei rappresentanti locali dell'Ulivo nello scegliere di candidarmi». Però avverte: «Tanto se non sarà stavolta, sarà per un'altra. Ormai il movimento c'è, è in cammino, e chi lo snobba ora dovrà farci i conti poi». Per il momento, i sindaci della zona paiono «molto più convinti della candidatura». «Ero d'accordo e l'incontro di stamani non ha fatto altro che confermare la mia opinione», ha detto Paolo Michelacci, sindaco pds di Pelago. «Una persona buona ed onesta che si è espressa con chiarezza», ha aggiunto Roberto Campommori, sindaco ppi di Palazzuolo sul Senio. «L'incontro ha sortito un effetto positivo», ha ammesso il primo cittadino di Campi Adriano Chini, uno degli «scettici». Curzi-Di Pietro uno a uno e palla al centro, il derby del Mugello è solo all'inizio. Francesco Matteini Nella foto a sinistra Antonio Di Pietro con il presidente della Regione Toscana Chiti (a destra) all'incontro di ieri con i sindaci del collegio del Mugello In basso una veduta del Castello di Cafaggiolo dóve si è svolto l'incontro di ieri mattina

Luoghi citati: Brescia, Firenze, Palazzuolo Sul Senio, Pelago, Sesto Fiorentino, Toscana, Viareggio