Niente lega al Festival dei pds

La Quercia pone la volontà secessionista di Bossi come discriminante al dialogo La Quercia pone la volontà secessionista di Bossi come discriminante al dialogo Niente lega al Festival dei pds // Carroccio: «Lieti di non essere stati invitati» MILANO. Il Pds milanese, per la prima volta, non invita la Lega Nord alla festa provinciale de «L'Unità». Il settimanale dei Paolini «Famiglia Cristiana», invece, invita i leghisti a «ripassare il Vangelo», perché «si può volere la secessione, ma non si deve dimenticare che sarebbe inevitabilmente "da" e "contro" qualcuno, sarebbe inevitabilmente un escludersi o un escludere: e questo è esattamente il contrario di quello che il Vangelo insegna e chiede». Secessione, dunque, come discriminante. Dal 28 agosto al 22 settembre, alla festa della Quercia, non se ne parlerà. O meglio, non se ne parlerà in presenza di leghisti. «La cultura della rissa e della radicalizzazione non ci interessa», ha spiegato Luca Bernareggi, segretario organizzativo milanese. Niente invito alla Lega, ma ai dibattiti parteciperanno esponenti di An. Tanto basta per mettere di buon umore Roberto Calderoli, il segretario della Lega Lombarda. «Non ci hanno invitato alla loro festa? E noi siamo lieti di non esserci. Il no alla Lega non mi turba, il sì ad An è una conferma: da internazionalista il Pds è diventato più che nazionalista, nazionalista accanito. Dal punto di vista dell'immagine a noi meglio di così non può andare: tutti lì assieme, tutti contro di noi, con un Pds inguaiato nei compromessi non solo con Berlusconi, ma addirittura con An. Complimenti!». Il bergamasco Calderoli, in questi anni, non è mai stato invitato a feste dell'Unità. «Ci andavo per curiosare, per vedere la loro organizzazione». Primo leghista ad essere invitato, estate '93, festa nazionale di Bologna, era stato Roberto Maroni. L'anno dopo, 1994, la Lega era al governo e alla Festa nazionale di Modena era andato anche Bossi. Da lì cominciarono gli «annusamene» con Massimo D'Alema, l'inizio della fine per il governo di Silvio Berlusconi. Ora però, con Bossi che da Ponte di Le¬ gno accusa D'Alema («Il caporale con la trombetta che guida l'esercito di Franceschiello seguito dalle truppe dei vescovoni, del sindacato ben pagato e di Berlusconi che si nasconde con gli occhiali scuri...», con la Lega schierata sul secessionismo, con tanto di manifestazioni a settembre e votazioni padane ad ottobre, un invito alla festa dell'Unità non è stato nemmeno preso in considerazione. «Il bello è che non possiamo neppure seguire il consiglio di "Famiglia Cristiana" - dice Calderoli - perché noi il Vangelo lo conosciamo e lo pratichiamo». Per il direttore del settimanale Beppe Dal Colle il leghista è un cattolico che sbaglia: «E' qualcuno che segue il particolare e perde di vista l'essenziale». Intanto, sul tema delle alleanze in vista delle prossime elezioni anmiinistrative, c'è da registrare un'importante novità sul fronte del Veneto: dopo la giunta provinciale di Vicenza, ieri è andata in crisi l'alleanza Lega-ulivo che reggeva il comune di Thiene (Vi). E, subito dopo, c'è stata l'intesa Lega-Polo per portare a termine il «ribaltone» che ora dovrà passare attraverso una nuova consultazione elettorale autunnale. E' accaduto tutto ieri, ma la novità era nell'aria: a mezzogiorno 13 consiglieri comunali appartenenti a Lega, Polo e indipendenti hanno presentato le proprie dimissioni al segretario comunale, facendo così cadere la coalizione guidata dalla popolare Marina Maino. [r. i.] Umberto Bossi

Luoghi citati: Bologna, Milano, Modena, Thiene, Veneto, Vicenza