Suicido per sfuggile alle molestie

Una lettera per accusare l'uomo che la insidiava. Lo aveva denunciato, non era stata creduta Suicido per sfuggile alle molestie Una lettera per accusare l'uomo che la insidiava. Lo aveva denunciato, non era stata creduta Pavia, donna di 25 anni PAVIA. Ha lasciato tre biglietti per giustificare la sua drammatica decisione. Poi si è tolta la vita. Sara Gatti, 25 anni, residente con la madre in frazione Zelata di Bereguardo alle porte di Pavia, è stata trovata all'interno della sua Peugeot in località Barchette di Torre d'Isola ormai priva di vita. Non sopportava più le molestie, il suicidio l'ha visto come una liberazione. La giovane, prima di uccidersi, ha scritto un biglietto per la mamma e uno per il fidanzato chiedendo loro scusa: l'unico modo che aveva per far sentire loro il suo amore e per non farli sentire responsabili della sua decisione. Un terzo biglietto era invece indirizzato ad una persona che, secondo quanto avrebbe scritto la ragazza, è la causa prima del suo desiderio di non continuare a vivere. Si tratterebbe di un uomo cui la giovane avrebbe imputato presunte violenze nei suoi confronti. Non si conosce il nome dell'uomo che già in passato avrebbe molestato Sara Gatti tanto che tre anni fa la giovane, stanca di queste «attenzioni particolari», aveva presentato denuncia nei suoi confronti. Massimo riserbo da parte degli inquirenti sulle caratteristiche dell'uomo: per il momento non si sa se sia un giovane o un anziano, se faccia parte del gruppo di amici, di conoscenti o di parenti della giovane donna. Si sa solo che all'epoca la denuncia fu archiviata. L'ipotesi che più prende corpo è che la ragazza non sia stata creduta. Sara aveva incontrato un ragazzo che era diventato il suo fidanzato, gli voleva bene, sperava come tutte le giovani di formarsi una famiglia, di avere bambini e invece ecco che forse l'uomo del suo incubo si sarebbe rifatto vivo. Sara Gatti ha pensato che niente e nessuno avrebbero potuto aiutarla, probabilmente ha creduto che quella presenza e soprattutto le presunte violenze l'avrebbero accompagnata per il resto della sua vita. Non ha avuto forse il coraggio di farsi aiutare dai parenti, dal fidanzato o dagli amici. Ha pensato che l'unica alternativa per mettere la parola fine a quell'incubp fosse solo la morte. Così con fredda determinazione ha preparato il tubo, l'ha infilato nello scappamento della sua macchina in un luogo tranquillo. Prima di accendere il motore e lasciarsi avvelenare dai gas di scarico ha pensato anche alla mamma e al suo ragazzo, ha creduto che non sarebbe stato giusto lasciarli così senza una spiegazione, forse temeva che entrambi si sarebbero addossati la colpa di aver mancato in qualcosa e poiché li amava entrambi non ha voluto che portassero quel peso oltre al grande dolore per la sua perdita per il resto della vita. Poi verificato che i finestrini fossero tutti chiusi ha acceso il motore ed ha atteso la morte liberatoria di una situazione che non riusciva più a reggere. Emanuela Ferrandi. A Pavia una donna si è suicidata per sfuggire alle molestie di un uomo

Persone citate: Emanuela Ferrandi, Sara Gatti, Torre D'isola

Luoghi citati: Barchette, Bereguardo, Pavia