«Dio ci duri a pedonare il killer di Tamara»

11 «Dio ci duri a pedonare il killer di Tamara» Padova: in 2500 hanno preso parte al funerale di una delle ragazze uccise sulla Maiella II vescovo: vittima di unfollel PADOVA. Duemila persone sul sagrato, 500 in chiesa. Prima in silenzio. Poi quella bara che esce avvolta da gigli bianchi e margherite. E la gente che applaude. Così il paese di Villatora ha accolto Tamara Gobbo, una delle ragazze trucidate sulla Maiella dal pastore macedone che le voleva prendere con la violenza. Diana Olivetti, l'amica, avrà i suoi funerali oggi, ad Albignasego, quando la sorella Silvia, sopravvissuta fuggendo nei boschi, sarà già tornata dall'ospedale di Sulmona a quello di Padova. Niente politici in prima fila, appena qualche rappresentante istituzionale della Regione Abruzzo, dei Comuni limitrofi. E poi solo la comunità dei fedeli, dei gruppi impegnati nel lavoro per le missioni di cui Tamara, Diana e Silvia facevano parte, dei paesani che magari non le conoscevano ma sono rimasti impressionati da questa tragedia. Una cerimonia assolutamente liturgica, con i brani appropriati scelti dalle Scritture e le preghiere di dolore e di esultanza. L'arcivescovo Antonio Mattiazzo celebra in veste viola, Dedica l'omelia alla fede e alla carità della vittima, riservando tuttavia - come pretendono i Vangeli - un pensiero di speranza anche al carnefice. «Tamara era partita serena e piena di vita per la sua vacanza. E' rimasta vittima di una folle, impensabile, inumana tragedia. Fiore reciso da un turbine nella primavera della vita. Pianta strappata mentre maturava fiori di bontà. Fedele e discreta nella sua esistenza improntata allo spirito di povertà, alla mitezza delle beatitudini. Ma la sua morte non sarà vana: nel piano di Dio avrà il suo giusto peso e il Signore le darà la giusta ricompensa. Come Gesù Cristo, Tamara ha vinto la morte perché si è assicurata un posto nel Regno dei Cieli». Così andava dicendo il presule. E poi, ecco il momento di pensare al peccatore: «Perché Dio non ha fermato la mano omicida? Il Signore non ha mai usato la violenza per fermare la violenza. Padre, perdona loro ha citato il Cristo sulla croce perché non sanno quello che fanno. Ma saper perdonare il delitto a questo pastore macedone è possibile solo con la grazia di Dio, che va implorata con la preghiera». E l'orazione per Ali l'hanno recitata i giovani dell'Operazione Mato Grosso: «Signore, tu sai che la preghiera per il pastore macedone non viene spontanea dal cuore. Ma ascoltandoti, quando sulla croce chiedi perdono per i tuoi crocifissori, anche noi diciamo: dona ad Ali lacrime per piangere l'errore, luce per rifiutare la violenza e amore per vivere la vita». La carità verso l'altro, sia esso il tuo nemico, il tuo assassino: è il succo del cristianesimo. E così concludono gli amici: «Ti conosciamo, Tamara. Tu avresti detto: è stato bello lo stesso». La vita comincia, e finisce quando vuole il Pastore, quello delle anime, del Credo che le voci dei fedeli fanno rimbombare sotto le volte della chiesa di San Simone e Giuda. Intorno alla tomba, in cimitero, sono rimasti seduti sull'erba a decine, quelli che fino a lì cantavano e suonavano la chitarra. Il mondo dei giovani cattolici che domenica era a Parigi con il Papa e che oggi sarà nel paese vicino per salutare anche l'altra ragazza, Diana. Mario Lollo Gli amici del gruppo del volontariato: «Signore dona ad Ali le lacrime per piangere l'errore» l il padre, la sorella e la madre di Tamara Gobbo seguono commossi il feretro all'esterno della chiesa di Villatora di Saonara

Persone citate: Antonio Mattiazzo, Diana Olivetti, Gesù, Mario Lollo, Pastore, Pianta, Tamara Gobbo, Villatora

Luoghi citati: Abruzzo, Albignasego, Padova, Parigi, Saonara