Kohl mette in riga Waigel di Emanuele Novazio

L'inflazione di agosto raggela la Germania, all'Ovest raggiunta la soglia del 2 per cento (più che in Italia) Kohl mette in riga Waigel L'inflazione di agosto raggela la Germania, all'Ovest raggiunta la soglia del 2 per cento (più che in Italia) Smentito il ministro, «niente rimpasto» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre i dati di agosto sull'inflazione gelano Bonn (all'Ovest è stata raggiunta la soglia critica del 2 per cento, più che in Italia), Helmut Kohl chiude con stizza e irritazione «il teatrino estivo», come i palazzi della capitale definiscono la discussione sul rimpasto di governo avviata dal ministro delle Finanze Theo Waigel durante le vacanze del Cancelliere. Le dichiarazioni di Kohl alla «Bild» di stamane, che riportiamo qui sotto, sono uno schiaffo: il durissimo richiamo all'ordine di uno degli uornini-simbolo di un governo assediato da problemi ogni giorno più gravi e intrecciati. Soltanto 24 ore prima Waigel aveva dichiarato («La Stampa» di domenica) di aver ricevuto rassicurazioni da Kohl su un prossimo rimpasto, dicendosi disponibile per un altro incarico (gli Esteri, secondo l'interpretazione più accreditata, oggi in mano ai liberali). L'immediata smentita del Cancelliere è bruciante: suona come una sconfessione, nonostante la ribadita fiducia nelle capacità professionali di Waigel; apre una pericolosa linea di crisi fra i «partiti fratelli» dell'Unione cristiana, che il 4 settembre ripeteranno il tradizionale «colloquio strategico» nel monastero di Andech, in Baviera. Ma, soprattutto, fa presagire una dirompente instabilità all'interno della coalizione. Nonostante i tuoni del Cancelliere, le polemiche continueranno infatti più o meno sotterranee, pronte a riesplodere alla prima occasione, che potrebbe presentarsi già nelle prossime ore: nessuno, a Bonn, crede veramente che il governo arriverà con gli stessi uomini alle elezioni del settembre 1998. Le tensioni fra alleati sono del resto alimentate dai problemi di sostanza: dietro il sasso lanciato da Theo Waigel, dietro la polemiche su nomi e persone, si nascondono incomprensioni e dissapori su temi fondamentali. A cominciare dalla riforma fiscale, che giustamente il Cancelliere considera indispensabile per il rilancio dell'economia e per una svolta nel mercato del lavoro: e che diventa sempre più una questione di sopravvivenza, considerando come rivela Kohl nell'intervista - che il gettito fiscale è precipitato nel primo semestre di quest'anno da 5,6 a 0,3 miliardi di marchi. Se ponendo il problema sul proprio ruolo nel governo Theo Waigel pensava di portare acqua al mulino Csu, il ministro sembra aver fatto il regalo migliore all'Spd. Appena rientrato dalle vacanze, il leader socialdemocratico Oskar Lafontaine ha aperto una campagna elettorale che si annuncia caldissima, ieri, chiedendo le dimissioni di un governo nel quale «i ministri sono stanchi di governare» ma l'accusa è stata rivolta da altri politici socialdemocratici - continuano a truccare i conti pubblici e non dicono la verità sui buchi di bilancio. «Dietro le discussioni sulle persone ci sono Helmut Kohl e la sua politica, c'è un governo arrivato alla fine», sottolinea Lafontaine. Secondo il leader socialdemocratico non basterebbe un rimpasto di governo, dunque, a rimettere in moto la politica tedesca: per rianimare la Germania ci vuole «un nuovo inizio», un riorientamento dei principi guida dell'azione di governo. Lafontaine ha buon gioco: per la prima volta, il «teatrino politico» estivo ha avuto per protagonisticontendenti i partiti della coalizione. Con quali conseguenze per la stabilità dell'esecutivo? Proprio oggi si riunirà a Bonn la «commissione per le strategie» della Cdu, che il Cancelliere aveva formato prima delle vacanze in previsione del congresso del partito, in ottobre, e delle elezioni dell'anno prossimo. Della commissione fanno parte anche i «giovani selvaggi» cristiano-democratici, Christian Wulff e Roland Koch, gli inquieti leader regionali che hanno chiesto con insistenza un rimpasto capace di rinnovare e rianimare il governo. Come reagiranno al netto rifiuto del Cancelliere, ci si chiede a Bonn? E soprattutto, come reagirà il partito di Waigel? Emanuele Novazio 20,4 a , l l f l

Luoghi citati: Baviera, Bonn, Germania, Italia