Di Pietro se non mi vogliono vado via

L'ex pm: la mia candidatura non è scontata. Curzi: ricevo decine di documenti contro di lui Pi Pietro: se non mi vogliono, vado via L'ex pm: la mia candidatura non è scontata. Curzi: ricevo decine di documenti contro di lui Ma i suoi amici: ormai non si toma più indietro «La mia candidatura è tutt'altro che scontata», dice Antonio Di Pietro. «Se si ritira, me ne vado anche io», ripete per la millesima volta Sandro Curzi. «Se si ritirano loro, allora me ne vado anche io», butta lì Franco Corbelli, il portavoce di Sgarbi sceso in gara con i colori appena riesumati del pli. Le voci sull'abbandono di Antonio Di Pietro si sono diffuse all'improvviso nel pomeriggio di ieri. Da quando in un colloquio con Giuseppe Scozzali, il deputato ulivista che lo accompagnerà nei suoi viaggi elettorali in Toscana, l'ex pm ha posto due condizioni alla sua candidatura' «La prima è che a Brescia io non venga rinviato a giudizio. La seconda è che ci sia un sostanziale consenso, in tutte le sue componenti, della base e dei responsabili dell'Ulivo al Mugello». Oggi, comunque, l'ex magistrato incontrerà al castello di Cafaggiolo i sindaci della zona e il presidente della Regione Toscana Vannino Ghiti. Un vertice a porte chiuse, prima del presumibile bagno di folla alla Versiliana dove, intervistato da Romano Battaglia, affronterà per la prima volta il pubblico toscano. Spiega Scozzali: «Non basta che siano d'accordo i leader nazionali. Se Di Pietro dovesse riscontrare margini di dissenso da parte della base e dei responsabili istituzionali, a partire dai sindaci, di buon grado lui si tirerà indietro. Nessuna violenza verrà fatta agli elettori del Mugello. Non ci sono margini per strumentalizzare la sua candidatura, nessuno dovrà dire che è stata calata dall'alto...». Quante sono le possibilità di un ritiro? «Quasi nessuna - taglia corto Elio Veltri, uno dei parlamentari più vicini a Di Pietro -. Sarebbe devastante per il suo futuro politico. Lui ha sempre posto come condizioni il consenso delle forze politiche locali e di non essere rinviato a giudizio. L'ho sentito anche nelle ultime ore e non mi sembra che ci siano novità. Le voci? Forse vengono da chi ha interesse a dare spazio alle trovate di Rea' e- D'Adamo». E Federico Orlando ribadisce: «Non credo a un ritiro improvviso, sarebbe un fatto devastante, irreparabile e definitivo». Ieri, intanto, Curzi ha presentato ufficialmente la propria candidatura in un altro castello, quello del Trebbio. «Ma i castelli bisognerebbe lasciarli ai principi - ha tuonato Luciano Ghelli, leader di Rifondazione in Toscana -. Noi comunisti dobbiamo andare tra la gente...». L'ex direttore del Tg3 ha anticipato la sua strategia: «Lancio ancora una volta un appello veramente sincero ai compagni del pds e a D'Alema - ha detto -, Di Pietro è ancora in tempo a ritirarsi. Non ha nulla a che vedere con la sinistra democratica, ha una visione autoritaria della politica, è un uomo della provvidenza, un salvatore. Se lui si ritirasse, D'Alema eviterebbe un grave errore con conseguenze pericolose per la democrazia. Ma se non lo farà, allora andrò avanti, con un comitato che non avrà il simbolo di nessun partito...». Curzi, nonostante un sondaggio informale a una festa dell'Unità nel Bolognese abbia dato al suo rivale l'82 per cento dei consensi, dice di avere la gente dalla sua parte: «Mi arrivano valanghe di lettere anonime e documenti su Di Pietro - ha rivelato -. Ma io, che le ricevevo pure quando ero giornalista, non ho l'abitudine di usarle. E neppure ho intenzione di usare contro Di Pietro il tema dei suoi guai giudiziari...». Si completa intanto il quadro delle candidature. Corbelli, furibondo per le scarse attenzioni ricevute dai media, farà il verso a Marco Pannella presentandosi alla Versiliana bardato da fantasma. Spunta anche un quarto uomo: Gregorio Rispoli, del nuovissimo partito dei liberali democratici. «Condurre una battaglia - si presenta - contro due candidati comunisti è un segno di devozione alla cultura dell'Europa unita». Anche questa è una novità: «comunista» a Di Pietro non lo aveva ancora detto nessuno. Guido Tiberga Antonio Di Pietro debutta al Mugello parlando con i sindaci Stasera incontro con il pubblico alla Versiliana Alessandro Curzi «E' ancora in tempo a ritirarsi»

Luoghi citati: Brescia, Europa, Toscana