La guerra delle due ruote di Giorgio Calcagno
E' già caos-cattedre, mancano i docenti, lezioni regolari solo a ottobre La guerra delle due ruote Scende l'Iva per le bici, ma aumentano le tasse dei ciclomotori DOVEVA arrivare, quel giorno, eravamo in milioni ad aspettarlo: tutti noi che pedaliamo sulle strade, senza fare rumore, senza spargere tossici, chiedendo l'energia più economica, e più ecologica, alle nostre gambe; e ci vediamo investire dai tubi di scarico di quei mostri su due ruote, laceranti le orecchie, gassificanti i polmoni. Una legge per favorire la circolazione ciclistica, annuncia un Comitato trasporti della Camera. Bene. Con fondi che verranno da un aumento delle tasse sulle moto. Meglio. E' la nostra rivincita, saranno loro a pagare per noi, finalmente. E per la tranquillità di tutti. Ma non è mica così. Colando la proposta ci viene spiegata, scopriamo che la tranquillità non si salva, e nemmeno le nostre orecchie. I soldi per ridurre l'Iva sulle bici e dare a noi le piste ciclabili non verranno dai Biaggi delle tangenziali, quelli che scambiano i viali per il circuito di Imola, sbriciolando tutte le scale dei decibel. No, gli spremuti sono i paria della circolazione come noi, i proprietari dei ciclomotori, i vespisti, i motociclisti sotto i 125 di cilindrata. Sono poveri cristiani che vanno a poco più del nostro passo e inquinano poco più del nostro niente. Tante volte, quando ci superano su una provinciale, cerchiamo di prendere la loro scia, e non rifiutano di tenerci a ruota, magari riducendo la velocità. In città sono leggeri come noi, e altrettanto poco ingombranti. Su quei motorini ci sono ragazzi che vanno a scuola, pensionati che si aggiustano con qualche lavoretto, ma anche professionisti, uomini d'affari che lasciano l'auto in garage e aiutano la vita di tutti, a cominciare dalla propria. E con questi noi dovremmo entrare in guerra? Mai. Dateci le piste ciclabili, perché salvano le città; riducete l'Iva sulle nostre due ruote, perché più biciclette più salute; ma i soldi, per piacere, trovateli da un'altra parte. Prendeteli al Nemico. Giorgio Calcagno SERVIZI A PAG. 16
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