II canto delle mondine e le messe di Carreras

II canto delle mondine e le messe di Carreras i RISCHI II canto delle mondine e le messe di Carreras RADIVA differenze: forse per questo viaggiò tanto», ha scritto Jorge Luis Borges. Quando si va in giro per il mondo, spesso la forma culturale con cui è più facile entrare in contatto è la musica. Senza doversi spostare oggi è sempre più facile immergersi tra canti e suoni etnici dei cinque continenti, grazie anche ad una maggiore attenzione delle case discografiche nelle proposte. Partiamo con un disco curioso. Nella musica etnica occorre rivedere la classificazione: come considerare quei «villaggi» come New York che sono punte di diamante della società moderna ma musicalmente esprimono realtà particolari pescando tra stili etnici più diversi? E' una domanda che ci sorge avendo tra le mani «Nuyorican Soul» (Talkin' Loud, 1 Cd). Una miscela esclusiva nata dalla combinazione di caratteri caraibici, latini e africani miscelati e reinventati con lo spirito della Grande Mela. I protagonisti coinvolti sono di primo piano: Roy Ayers, George Benson, Jocelyn Brown, Jazzy Jeff, India, Vincent Montana Jr., Eddie Palmieri, Tito Puente. Come si vede, e si sente, il terreno d'incontro è un'idea jazz, una reinterpretazione altamente stimolante di caratteristiche etniche. Una festa della musica, in cui tutti gli attori infondono il meglio di sé e una bella dose di passione in più. Un'altra bella operazione è quella di «Sacred Spirit. Volume 2. Culture clash» (Virgin, 1 Cd). Dello stridore citato nel titolo c'è ben poco. Eppure l'operazione di coniugare come alchimisti la tradizione blues con suoni e ritmi da Anni 90, conservando lo spirito del precedente disco dedicato alle musiche pellerossa, non era facile. La presenza di John Lee Hooker nobilita e assicura una validità a tutto il progetto. Ne risulta una musica intima, intensa, che parla all'anima. Rientriamo in un concetto più classico di musica etnica con la collana «Roots» dell'Annata Records. Due le proposte. La prima si affonda nei suoni del Continente Nero: «African Angels» (1 Cd). Raccòglie nomi noti (Myriam Makeba, Papa Wemba, Lokua Kanza) ma la maggioranza dei 12 brani proposti arriva da musicisti di primo piano nei propri Paesi (Mah, Tanzania, Camerun, Kenya, Etiopia, Sud Africa, Algeria). Strumenti moderni e particolari si mischiano per ritmi e giochi vocali affascinanti dove l'antica Africa s'incontra con quella moderna. Da segnalare una versione lenta, e straordinaria di «The Lion Cries» da parte di Myriam Makeba. La seconda tappa di «Roots» è «It happens» (1 Cd), in cui la voce e le tastiere di Surabhi si alleano con le chitarre di Adarsha per regalarci nuove emozioni poetiche in piena tradizione di musica celtica, aerea e intensa. Disco di grande pathos. Un tuffo nel nostro passato contadino lo offre «Mondariso» (Mercury, 1 Cd): venti canzoni ripresentate dal Coro delle mondine di Correggio. Rivive con questo gruppo vocale una civiltà scomparsa, con tutta la sua ricchezza di forza sociale e precise caratteristiche musicali. La passione di questo simpatico gruppo di nonnine sa conservare intatta l'atmosfera e lo spirito di quei canti di lavoro e protesta padani. Ultima segnalazione all'interno di quel revival della musica religiosa. Questa volta seguendo un filo classico con forti venature folk. Si tratta di «Missa» (Philips, 1 Cd), con tre capitoli: «Misa criolla», «Missa Luba» e «Misa flamenca», ovvero momenti della funzione religiosa cattolica letti con sensibilità sudamericana, africana e spagnola. Colpiscono soprattutto le prime due parti per il tono partecipazione, naturalezza e allegria, per l'assenza di sontuosità artificiosa, della lettura etnica. La voce del tenore José Carreras aggiunge forza e valore alla intensa «Misa criolla». Alessandro Rosa isa

Luoghi citati: Africa, Algeria, Camerun, Correggio, Etiopia, India, Kenya, New York, Sud Africa, Tanzania