Anche il «sommerso» entrerà nel pil

L'Eurostat sta studiando un nuovo modello di calcolo del prodotto interno lordo STATISTICHE E EVASIONE L'Eurostat sta studiando un nuovo modello di calcolo del prodotto interno lordo Anche il «sommerso» entrerà nel pil E Vazienda-Italia diventa campione del mondo BONN. Per l'Azienda Italia c'è un primato mondiale in vista: nientemeno che il livello del prodotto interno lordo, la ricchezza creata da un Paese nell'arco di un anno. Per raggiungere D risultato, basterebbe conteggiare nel Pil anche l'economia sommersa, quella che per tradizione fa forte il Paese. E la proposta arriva proprio da Bruxelles, dagli esperti di Eurostat, l'istituto europeo di statistica: stanno elaborando un nuovo modello che inserisce nel Pil anche il sommerso, in modo da rendere realistico il quadro di ogni Paese. Lo scrive il settimanale tedesco Focus, e da Bruxelles la Commissione europea conferma: si sta elaborando un nuovo metodo per calcolare la ricchezza creata da un Paese nell'arco di un anno. Dovrebbe essere pronto alla fine dell'anno prossimo e non dovrebbe avere, quindi, alcuna influenza sull'ammissione alla terza fase dell'Unione monetaria europea (Urne), che sarà presa dai Quindici a maggio '98. L'interpretazione di Focus, un giornale da sempre contrario all'Urne, è decisamente negativa: sarebbe un trucco di Bruxelles per spianare la strada ai Paesi in difficoltà e sarebbe criticabile sul piano morale, visto che la nuova procedura contabile potrebbe includere anche i proventi delle attività illecite come il traffico di droga, la prostituzione, il contrabbando. Giornali tedeschi a parte, l'innovazione di Bruxelles farebbe crescere il Pil italiano di un buon 25% in un sol colpo. Secondo lo studio curato all'università austriaca di Linz dal professor Friedrich Schneider, nel 1994 l'incidenza del sommerso sul Pil era stata del 25,8%, ben più alta del 22,5% stimato dal Consiglio dei dottori commercialisti italiani. L'Italia guiderebbe allora il gruppo dei Paesi industrializzati, anche se l'economia sommersa, quella non dichiarata al Fisco e quindi nascosta a tutte le statistiche, sta crescendo dappertutto, anche in Germania, in barba al suo efficiente sistema di tassazione. Schneider prende in esame tutte le forme di lavoro nero e persino gli scambi di prestazioni, quelle forme di aiuto reciproco tra parenti ed amici che consentono, per esempio, di tirar su una casetta senza emettere una sola fattura, e mette al secondo posto il Belgio con il 21,4% davanti a Sve¬ zia (18,3%), Norvegia (17,9%), Danimarca (17,6%), Irlanda (15,3%), Canada (14,6%), Francia (14,3%), Olanda (13,6%), Germania e Australia (13%), Usa (9,4%), Austria (8,3%), Svizzera (7,5%). Il settore trainante è ancora l'edilizia, con costruzioni, ristrutturazioni e riparazioni. Altri settori in prima linea, agricoltura e artigianato, ma anche lavoro intellettuale, in particolare le ripetizioni scolastiche, l'insegnamento di musica, le traduzioni e l'elaborazione di testi. Anche in Germania, dove il sommerso '94 è stato stimato sul 13% contro il 6% del '75 ed è previsto al 15%nel'97. Contrastanti i commenti del mondo politico italiano. Si va dalla critica dura di Antonio Marzano (Forza Italia), perché i dati andreb¬ bero a falsare i parametri di Maastricht e l'Europa nascerebbe indebolita, con i requisiti raggiunti «di fatto solo per effetto di correzioni statistico-contabili». Perplesso Nerio Nesi (Rifondazione), favorevole solo ad una ipotesi: «Obbligare tutti i Paesi europei a fornire dati indiziari e indurre le autorità ad ufficilizzarli». Pietro Armani (An), ritiene la decisione rischiosa: «Se l'Europa deciderà di inserire l'economia sommersa nel calcolo del Pil, bisogna vedere come lo farà per l'Italia, anche perché nessuno sa con esattezza a quanto ammonti». Favorevole invece Lanfranco Turci (pds): «Se questa ipotesi si dovesse verificare, potrebbe costituire un vantaggio per l'Italia, perché l'inalzamento del Pil potrebbe favorire il nostro ingresso in Europa», [b. g.l Carlo Azeglio Ciampi

Persone citate: Antonio Marzano, Carlo Azeglio Ciampi, Friedrich Schneider, Lanfranco Turci, Linz, Nerio Nesi, Pietro Armani, Schneider