I mercati con il fiato sospeso di Ugo Bertone

Stamane tutti incollati ai monitor: escono i dati dell'inflazione tedesca Stamane tutti incollati ai monitor: escono i dati dell'inflazione tedesca I mercati con il fiato sospeso Timori per una «stretta» della Bundesbank MILANO. Tutti incollati, stamane, ai monitor delle agenzie. In attesa dei dati preliminari dell'inflazione tedesca d'agosto. E, soprattutto, delle reazioni della Bundesbank: se l'inflazione risulterà in ascesa, Tietmeyer potrebbe lanciare domani un'operazione pronti contro termine a tassi aperti. E in quel caso, chissà che potrebbe accadere... E se domani non succede nulla? Allora occhio a giovedì: s'incontrano Kohl e Jospin, in caso di disaccordo chissà come reagiranno i mercati. Potrebbe partire una pioggia di vendite sui titoli francesi. E così via tra paure e previsioni. Ancora una volta, insomma, i mercati finanziari vivono un weekend di tensione, se non d'angoscia. La volta scorsa, dopo lo scivolone di Wall Street a Ferragosto, il temuto crollo non ci fu. Ma adesso? Tensioni ed incertezze, sulle due rive dell'Atlantico, sono aumentate, anziché venir dissipate dal mancato rialzo dei tassi americani e tedeschi. L'impressione generale è che i mercati siano entrati in una fase di grande incertezza, destinata a durare mesi. In ballo non c'è tanto la salute della Borsa o di una singola valuta, ma un braccio di ferro di proporzioni gigantesche sull'Euro: a gennaio, in un senso o nell'altro, la locomotiva sarà ormai lanciata. I mesi difficili, insomma, sono questi. Anche perché lo scenario, al di là dell'Oceano, non è tra i più tranquilli. Di qui la trama di un giallo, con tanti possibili assassini del toro. Primo indiziato: Wall Street. Per chi conosce la Borsa Usa ciò che è accaduto la settimana scorsa è assai più incredibile del tonfo di metà mese. Per cinque sedute di fi la l'indice Dow Jones ha bai lato come non mai, accumulando impennate, all'insù e all'ingiù, superiori ai cento punti. Non era mai accaduto in cent'anni e più di mercato azionario. E' il sintomo che dopo tanti record, sette anni di riduzioni costanti dei tassi, un afflusso gigantesco di ca pitali verso imprese in grado di macinare utili sempre più elevati, la Borsa Usa è entrata in una fase di correzione al ribasso. Nulla di sconvolgente o di drammatico, data la liquidità che protegge il sistema e la solidità dei fondi pensione. Ma gli scossoni di queste set timane stanno ad indicare che il mercato cerca equilibrio a livelli più bassi. E se il ribasso sarà accompagnato da una revisione al rialzo del superin dice Usa, il rischio è che la Fed cominci a rialzare i tassi. E qui entra in scena il se condo, potenziale sicario del toro: la Bundesbank. Non affatto detto che una pausa di riflessione a Wall Street si traduca in una flessione delle Borse europee. Anzi. Dopo una fase inizale all'ingiù, gli operatori potrebbero dirigersi verso il vecchio Continente, a caccia di qualche occasione. Per la verità le Borse europee hanno seguito, almeno da un anno, la spinta al rialzo di Wall Street. Gli utili delle aziende europee, però, non hanno registrato i progressi delle società Usa. Non è facile, dicono i grandi investitori, scovare grandi occasioni nei listini europei, tantomeno in quello italiano. Ma, soprattutto, entra in campo l'atteggiamento della Bundesbank. La banca centrale tedesca, finora, si è mossa con grande prudenza ed astuzia: poche mosse, ma molti segnali. Ora, a soccorso dèi falchi, intervengono i primi dati sull'inflazione: «Di fronte all'aumento del 4,2% dei prezzi all'ingrosso in Germania - confessa il capoeconomista di Merril Lynch - la Buba può intervenire in qualsiasi momento». E' questa la sensazione che regna sui mercati: tutti in attesa della Bundesbank e a scrutare le mosse del braccio di ferro politico che divide il governo e la banca centrale a Bonn. E l'Italia? La Borsa, almeno all'inizio, subirà i venti gelidi di New York e Francoforte. Ma, per il resto, le difese sembrano solide. La lira tiene bene le posizioni, il differenziale tra i Bund e Btp si aggira sui 90 punti e, nel medio periodo, potrebbe addirittura scendere. Ugo Bertone L'EFFETTO TASSI SUI MERCATI QùOtozkini cai tifffe

Persone citate: Jospin, Kohl, Merril Lynch, Tietmeyer, Timori

Luoghi citati: Bonn, Francoforte, Germania, Italia, Milano, New York, Usa