«Sarò gii occhi di Miss Italia»

13 Riolo Terme, al via le pre-finali della 58a edizione del concorso per «la più bella» «Sarò gii occhi di Miss Italia» Guida «invisibile» per la concorrente cieca IN FILA PER DIVENTARE REGINETTA RIOLO DAL NOSTRO INVIATO Non è molto tempo che Annalisa ha dimenticato i suoi occhi, una sera che il cielo non aveva più colore e che il suo computer non s'accendeva più. Una volta quand'era stanca, Annalisa posava gli occhi sul sax di Roberto e non faceva altro che cercare i suoi pensieri per fotografarli, e non guardava le labbra che si stringevano sul boccaglio, gli occhi di lui che si chiudevano, le narici che s'allargavano e il soffio che diventava musica nello sforzo di un volto. Non c'era niente di particolare, «lo so bene» dice, era solo un'immagine. Ma adesso rimpiange persino quello, Annalisa, rimpiange le cose che ha visto ma che non ha guardato, tutto quello che le è passato davanti senza fermarsi. Annalisa ieri ha chiesto alla mamma come sono le altre ragazze, e lei ha risposto: «Sono tutte alte, sono molto belle. Ma anche tu sei bella». Perché Annalisa che ha perso gli occhi appena due anni fa, ha scelto di venire in un posto dove contano solo gli occhi, dove conta solo queUo che vedi e quello che guardi, ha scelto di venire dove non dovrebbe esserci altro valore di ciò che appare, e dove non serve a nessuno quello che nascondi. Non è uno scherzo del destino. Annalisa Minetti è una delle 200 concorrenti di Miss Italia. Qui dove sfilano ora le ragazze, c'è un parco di pini e castagni, ci sono sentieri di ghiaia che s'arrotolano attorno a un palmo di prato, e ci sono le mura bianche del palazzo delle Terme e del Grand Hotel. Lei ha chiesto di raccontarglielo com'era quel posto. Le altre non l'hanno nemmeno guardato. Ha chiesto anche di descriverle i giurati. Le altre hanno chiesto chi erano. E ieri, sul far della sera, quando i colori sono più belli, e lei se lo ricorda bene che sono più belli adesso che non può vederli, ha sfiorato due ragazze che volevano salutarla. Paolo Barbieri che la guida per radio le ha detto «stringi le mani, così, più in alto, stringi». E loro le hanno detto «ciao, io sono Isabella». «E io sono Barbara». Le voci sono una musica che inventa le immagini. Annalisa ricorda che sì, è vero, in effetti quelle voci sembravano quasi uguali. Però lei che non le vedeva, riusciva a distinguerle. Gli occhi della giù- ria, invece, non erano riusciti a separarle, e non è per scherzarci sopra che lo raccontiamo. Barbara e Isabella sono le gemelle Traversone, da Piacenza, 23 anni, 1,70 d'altezza, gambe affilate, capelli biondi e occhi verdi. Hanno vinto un titolo di Lombardia ex aequo, in due per una, per venire qui alle semifinali, con la stessa fascia e le stesse possibilità di vincere o di perdere. Il giornale di Piacenza ha scritto che la giuria ha dovuto promuoverle entrambe semplicemente perché non riusciva a riconoscerle ima dall'altra. Si è arresa all'evidenza. O forse si è arresa a quello che sembra. Isabella è una studentessa dell'lsef, Barbara di giurisprudenza. Isabella è fidanzata. Barbara no. Adesso dicono: «Vuol dire che se non arriveremo tutt'e due alle finali, un giorno si presenterà una e un giorno l'altra, tanto la gente non ci riesce a distinguere». Sono gli inganni degli occhi, gli stessi inganni che ci possono far sembrare bella una cosa che non lo è, solo perché ci affascina il cuore e la mente, solo perché ci imprigio¬ na. Cosa importa se Annalisa dice che «non vedere è una prigione peggiore». Se ha ragione lei, la verità è che non serve. Non riusciamo a capirlo. Anche la mamma di Barbara e Isabella era una miss, aveva vinto il titolo in Liguria nel '68, poi i suoi non l'avevano lasciata andare avanti. Oggi la si¬ gnora Rossana porta non una ma addirittura due figlie qui, a ripercorrere quella strada che non aveva potuto fare. Com'è meglio l'inganno, dice. A volte, mille volte meglio. E quello che passa davanti agli occhi può essere proprio la prima impressione di un inganno, la prima istantanea da conservare nell'archivio della memoria e dei sentimenti. Così, nel regno degli occhi, forse non sarà solo un caso se quest'anno assieme a una non vedente le gemelle sono addirittura quattro, e non due. Perché pure Daniela e Luana Pezzi, vent'anni, da Livorno, sono gemelle. Lavorano in un'agenzia di viaggi, sognando ovviamente di fare le modelle o di fare camera nel mondo dello spettacolo. Loro non sono proprio uguali come Barbara e Isabella. Daniela è alta un metro e 75, fa sapere Marcello Cambi all'ufficio stampa, «un centimetro in più di Luana». Eppure anche loro non sono riuscite a distinguerle. «Perché la bellezza ha tanti canoni, ha tante leggi», ha cercato di spiegare Enzo Mirigliani, il patron di Miss Italia, il sovrano di questo concorso così fuori dal tempo. A volte sono leggi che entrano nella società, la violentano nelle sue contraddizioni. L'anno scorso vinse una ragazza di colore, Denny Mendez. E quest'anno fra le concorrenti c'è una zingara, Vincenza Di Rocco, che legge la mano e che chiede l'elemosina. «Per i miei sono diventata il disonore della famiglia», dice. Solo che è troppa la voglia di entrare qui, nel regno degli occhi, e di farsi vedere. Così anche Annalisa è venuta a premiare quello che non ha più. I suoi occhi sono perle incastonate in un bel volto, inutili come tutte le perle, come tutti i gioielli che ci fanno più belli. Due anni fa aveva ancora sette decimi di idiotrie. Credeva di essere astigmatica. Andava a cantare in un locale di Inverigo assieme a Roberto Perego, il suo fidanzato, che suona il sax e programma computer. Due anni fa era anche andata al festival di Sanremo, sezione giovani. Faceva l'attrice di fotoromanzi da quando aveva 14 anni. E a 14 anni e mezzo aveva già vinto un titolo di miss. «E' una predestinata», dicevano quelli che la conoscevano. Poi proprio nel '95 ha cominciato a perdere gli occhi, per una malattia degenerativa. Ora non vede più niente. «Solo ombre», dice, solo sagome informi, solo colori bui. Ma la vita a volte è una storia da raccontare. Non da vedere. Ha voluto venire qui nel regno degli occhi, perche lei sempre lì aveva vissuto, nel mondo che appare. Ha chiesto una sola cosa: «Voglio sfilare da sola». Come se gli occhi li avesse ancora. Così le hanno trovato Paolo Barbieri, un ingegnere chimico che insegna a sciare ai ciechi. E allora, Annalisa fa la passerella con una auricolare e il Paolo che le sussurra all'orecchio: «Ecco, sta arrivando la telecamera. Guardala! Ti zoomma, ti inquadra da destra, se sei in difficoltà solleva appena il braccio...» E lei fissa gli occhi come se li avesse davvero, e non li avesse dimenticati in qualche computer, o in una stanza qualunque con i gerani alla finestra o negli occhi di un altro che la guardava masticando una cicca. Saranno andati in un posto dove non scorderanno più niente. Nemmeno come si fa a suonare il sax, in una cantina, una notte d'estate. Pierangelo Sapegno Annalisa, colpita da una malattia degenerativa agli occhi: «Mamma descrivimi come sono le altre ragazze che si preparano a sfilare» Barbara e Isabella: «Se non arriveremo tutt'e due alle finali ci presenteremo a giorni alterni tanto nessuno ci può distinguere» *M py Denny Mandez e a destra Annalisa Minetti Wl GOCCE D'ACQUA. Barbara e Isabella Traversone, 23 anni, 1,70 d'altezza, gambe affilate, capelli biondi e occhi verdi. Hanno vinto un titolo di «Miss Lombardia» ex aequo. Isabella è una studentessa dell'lsef, Barbara di giurisprudenza. La prima è fidanzata; la seconda no. UN CENTIMEIHO 11 DIVIDE. Daniela e Luana Pezzi, ventenni, livornesi. Lavorano tutte e due in un'agenzia di viaggi, ma ovviamente sognano di fare le modelle oppure di debuttare nel mondo dello spettacolo. Daniela è alta un metro e 75, un centimetro in più di Luana.

Luoghi citati: Barbara, Inverigo, Liguria, Livorno, Lombardia, Piacenza, Riolo Terme, Sanremo