Maiella, nei verbali il film dell'orrore

Maiella, nei verbali il film dell'orrore Maiella, nei verbali il film dell'orrore «Ecco che cosa è accaduto mercoledì mattina sui monti» carnefice il racconto di vittima SULMONA DAL NOSTRO INVIATO «Appare davvero fantasiosa l'affermazione secondo cui una terza ragazza (Diana Olivetti) si sarebbe denudata spontaneamente dinanzi al pastore, dopo peraltro che l'amica e la sorella erano cadute a terra, attinte dal primo colpo di pistola». Non poteva finire altrimenti che così: il giudice per le indagini preliminari, Guido Marcelli, davanti alla grottesca autodifesa del pastore macedone Ali, l'ha bollata come «fantasiosa». E quindi ha decretato: «Ci sono gli indizi inequivocabili di una personalità incline al delitto». L'ordinanza di custodia cautelare è il primissimo giudizio che la magistratura offre su questo caso sconvolgente. Giudizio da subito durissimo: «Uomo insensibile all'altrui sofferenza, di estrema crudeltà, lucido». Si ordina che sia chiuso in cella di isolamento. L'INCONTRO. E' ormai assodato che mercoledì scorso, partendo da un camping della zona, le tre ragazze - Tamara Gobbi e le due sorelle Diana e Silvia Olivetti si inerpicano per la montagna. «Alle dieci e trenta circa incontrammo un pastore malvestito. Gli abbiamo chiesto un'indicazione sul sentiero da prendere. Ci ha risposto. Paradossalmente, uno dei pochi pastori gentili che avevamo incontrato». L'uomo però le segue. «Ero rimasto attratto», è stata la sua unica laconica spiegazione. L'uomo segue le ragazze. Prova ad attaccare bottone, ma subito va al sodo. Tira fuori una pistola dalla sacca che ha in spalla e indica un boschetto a lato del sentiero. Le tre turiste restano senza parole. «Gli abbiamo offerto tutti i nostri soldi e il nostro oro se ci lasciava andare», racconterà Silvia. Invece quello spara. LA VIOLENZA. La prima a cadere è Silvia. Il proiettile le trapassa un polso, poi entra nell'addome, sfiora il fegato ed esce dal rene. «Sono caduta sulle ginocchia tenendomi la pancia. Sono quasi svenuta. Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata andare a faccia avanti». Da quel momento, Silvia finge di essere morta, ma resta sempre vigile. La seconda ad essere colpita è Tamara. L'autopsia ha ricostruito che l'uomo le ha sparato alla schiena mentre lei si voltava per fuggire via e forse è scivolata. Ma Alyebi Hasany lui, il pastore, dà due confessioni diverse. La prima, davanti agli agenti di polizia: «Una ragazza ha tirato un sasso contro un cane e ha colpito me. Io sono caduto e dalla pistola è partito un colpo. A quel punto le altre due si sono messe a gridare e io ho perso la testa. Ho sparato alla seconda. Poi ho rivolto la pistola verso la terza». Seconda versione: «La pietra mi ha colpito alla pancia. Io sono caduto ed è partito un colpo dalla pistola che ha ferito la prima e ucciso la seconda ragazza». Sempre più grottesco. Commenta il magistrato: «Non appare credibile la versione del macedone, quanto a involontarietà e accidentalità dell'accaduto. E' del tutto inverosimile la dinamica dei fatti». UNA BASTONATA? Per spiegare la terza vittima, un solo colpo di pistola non è più sufficiente. Così Ali tira fuori una nuova verità: «Lei si è denudata. Io mi sono avvicinato con l'intenzione di Diana Olivetti congiungermi carnalmente. Ma lei mi ha tirato una forte bastonata dietro l'orecchio sinistro. Sono rimasto stordito e ho sparato ancora». Coscienziosamente, il gip ha fatto controllare da un medico: nessuna ecchimosi dietro l'orecchio, nessun segno di colpi allo stomaco. «Appare davvero fantasiosa - scrive il gip Marcelli - l'affermazione secondo cui una terza ragazza si sarebbe denudata spontaneamente, dopo peraltro che l'amica e la sorella sono cadute a terra». Il pastore macedone costrinse Diana a spogliarsi sotto la minaccia delle armi. Le urlava: «Ho ancora tre proiettili. Sono per te», secondo quanto ha raccontato la so¬ pravvissuta. E' il momento dello stupro. Poi le spara freddamente al cuore. Altro che colpi partiti accidentalmente. Commenta lo stesso gip: «A tutto voler concedere, l'esplosione del colpo non appare comunque spiegabile come un atto involontario». E infatti su questo punto Ali fa scena muta. Anzi, il pastore nega di avere violentato la ragazza. Purtroppo l'autopsia ha parlato Tamara Gobbi chiaro. E ancor più esplicita è stata la sorella Silvia, che ha raccontato di avere sentito le urla di Diana. «Poi ho sentito un colpo di pistola. E le urla sono finite. A quel punto mi sono alzata di scatto e ho cominciato a correre». Lui ammette solo di avere visto con la coda dell'occhio che Silvia correva via. IN FUGA PER LA VITA. «Dovevo fare qualcosa di incredibile perché lui mi inseguiva», così Silvia Olivetti ha spiegato la sua impresa sovrumana. Ha attraversato una montagna, camminando per cinque-sei ore. Si è tamponata la ferita all'addome e si è legata il polso fratturato. E' tornata la scout che era da bambina. Ma questa volta non si giocava. Ha addirittura superato una parete di roccia - in discesa! del terzo grado. «Dovevo fare qualcosa che lui non avrebbe mai immaginato». Ha corso a perdifiato cercando aiuto. Un'impresa talmente fuori dal comune, che gli investigatori all'inizio non riuscivano a credere che la ragazza scendesse dalla sommità di Monte Morrone. E il primo a credere impossibile l'impresa era il pastore Ali. «All'inizio l'ho seguita. Ma l'ho persa subito». Ha pensato che sarebbe andata a morire da qualche parte per la montagna. E' tornato alle sue pecore. Si è cambiato di abiti. Ha nascosto la pistola al solito posto, dove poi il datore di lavoro, Mario Jacobucci, le avrebbe trovate e rinascoste. UN MATTO? Assodati i fatti, il punto su cui si giocherà il processo è l'infermità di mente. Alyebi Hasany è un pazzo che va rinchiuso in manicomio? Oppure è un freddo assassino? Il gip è convinto di avere a che fare con una persona lucida, dato il «disegno che si legge dietro i fatti: la volontà di stuprare una delle tre ragazze, eliminando le prime due, scomode testimoni, e uccidendo la terza all'esito della violenza onde procurarsi l'immunità». C'è anche chi lo ha osservato in carcere, come frate Anacleto, il cappellano. A botta calda aveva detto che Ali non gli pareva pentito, «anche se dice che gli dispiace. Ha l'aria abbacchiata di chi si rende conto che dalla cella non uscirà più». Poi, la svolta, che il frate racconta così: «Si è pentito, anche se non riesce a rendersi conto della mostruosità che ha commesso». Francesco Grignetti Mario Jacobucci si è denudata. Io mi sono avvicinato con l'intenzione di Diana Olivetti strinse Diana a spogliarsi sotto la minaccia delle armi. Le urlava: «Ho ancora tre proiettili. Sono per te», secondo quanto ha raccontato la so¬ lentato la ragazza. Purtroppo l'autopsia ha parlato Tamara Gobbi Il giudice: nel racconto di Ali ci sono indizi inequivocabili di una persona incline al delitto Alyebi Hasany Il giudice: nel racconto di Ali ci sono indizi inequivocabili di una persona incline al delitto Diana Olivetti Tamara Gobbi Mario Jacobucci

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