«In cella il rimorso rode Ali»
Sulmona, durante la messa in ospedale in suffragio delle vittime il vescovo invita i genitori al perdono Sulmona, durante la messa in ospedale in suffragio delle vittime il vescovo invita i genitori al perdono «In cella il rimorso rode Ali» // cappellano: ha capito quanto male ha fatto SULMONA NOSTRO SERVIZIO «Diana e Tamara, due rose recise prima di sbocciare. La vostra voglia di esplorare il sole è finita in fretta ... ma non importa, è stato bello lo stesso». Era palpabile ieri sera la commozione nella piccola cappella dell'ospedale di Sulmona dove il vescovo della città monsignor Giuseppe Di Falco, ha celebrato una Santa Messa in suffragio di Diana e Tamara. Gli amici le hanno volute ricordare durante la funzione religiosa leggendo brevi poesie che avevano scritto per loro. «Ti preghiamo Signore perché Diana e Tamara siano messe tra i fiori più belli del tuo giardino e affinché Silvia non viva nel rimorso». Cristina, la sorella della povera Diana e di Silvia, fa appena in tempo a iniziare la sua dedica: «Vorrei essere un'aquila per potervi vedere dall'alto, un aquilone per colorare i vostri occhi», poi quel nodo alla gola non le va più giù e non riesce a trattenere le lacrime. Ad assistere alla funzione, celebrata in rito privato, ci sono i genitori delle ragazze scomparse, familiari, parenti, amici, ma anche molta gente del posto che ha saputo della Messa e che ha voluto essere presente per far sentire ai genitori di Diana e Tamare il calore e il dolore delle genti d'Abruzzo. Monsignor Di Falco è tagliente nella sua omeUa: «Non ci sono parole adeguate per condannare un simile delitto, né per lenire il dolore dei familiari. Le parole taumaturgiche di Gesù non riporteranno all'esistenza terrena Diana e Tamara ma loro ora sono lì che ci guardano. Non soffrono più. Solo una grande fede può unirci a loro anche se a questi genitori non è sufficiente conservare gelosamente il ricordo di ogni momento dell'esistenza delle due giovani. Esistenze ricche di amore fraterno, del loro impegno per i più deboli, per gli emarginati, per i bisognosi. Saranno ricompensate per questo ed è di ciò che dobbiamo gioire. «Diana e Tamara - ha poi detto il presule - è con la preghiera che vogliamo stringervi forte a voi, alla superstite Silvia, ai genitori, ai familiari di queste ragazze drammaticamente private della vita. La fede è medici¬ na salutare». Ma la celebrazione, officiata anche dal cappellano dell'ospedale, padre Orante, era cominciata con il forte ammonimento del vescovo verso «Ali» Hasani: «Si penta quest'uomo per ciò che ha fatto. Quella mano omicida - ha aggiunto monsignor Di Falco - incontrerà doverosamente la giustizia umana e avrà il prezzo della condanna che merita. Ma l'omicida riconosca l'orrendo male. Si converta per meritare il perdono di Dio». La madre di Tamara, quasi nascosta nell'ultima panchetta, non riesce a trattenere l'emozione. Sta quasi per cedere quando il marito che le è accanto le stringe forte la mano. Si dicono qualcosa. Lei fa cenno di sì col capo e lo sfiora con un bacio sulla guancia. Colpisce il loro amore. Perché Tamara doveva essere come loro. Ma lei le sue tenerezze non ha potuto darle a nessuno. Gliele hanno rubate sui monti. Per sempre. Ali, il mostro, è in cella d'isolamento ed è proprio il padre di Tamara a dire che sì, lui il perdono per Ali ce l'ha già. «L'ho visto ieri mattina per pochi minuti - ha detto padre Silvio Anacleto, l'anziano cappellano del carcere -. Era molto affranto, credo che quel ragazzo stia già scontando spiritualmente ciò che ha fatto. Sì, si è pentito, anche se ancora non riesce a rendersi conto della mostruosità che ha commesso. E' come frastornato. Gliel'ho chiesto se si era pentito. Inizialmente non mi aveva risposto. Ma cosa hai fatto, gli ho detto. Come hai fatto a combinare quel guaio. Ha abbassato la testa ed ha pianto. Ha capito quanto male ha fatto». Ali è in cella d'isolamento anche per questioni di sicurezza. Si temono vendette da parte degli altri detenuti Roberto Ettorre Le armi in possesso di Alyebi Hasany
Persone citate: Di Falco, Giuseppe Di Falco, Hasani, Roberto Ettorre, Silvio Anacleto
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