Wojtyla galvanizza CI di Mario Baudino
Wojtyla galvanizza CI Wojtyla galvanizza CI Messaggio al meeting sul Medioevo cristiano RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO Un riferimento quasi d'obbligo al «medioevo cristiano nella sua epoca d'oro», la frase di Dostoevskij assunta come titolo dal Meeting di Comunione e Liberazione («Davvero tutto è buono e splendido perché tutto è verità»), l'esigenza di «mostrare la strada di una nuova speranza» all'uomo moderno, «a quest'uomo sfiduciato»: sono i punti cardine del messaggio papale quattro cartelle fitte - che ha aperto ieri il grande raduno di Rimini. Lo scritto era arrivato da qualche tempo, trasmesso dal cardinal Sodano al vescovo della città, ma era ovviamente «sotto embargo». Comunione e Liberazione ha altrettanto ovviamente scelto di farlo deflagrare nella giornata d'inizio, vissuta nel segno di Parigi, in collegamento con la Francia per l'omelia del Pontefice, davanti a 5000 giovani nell'auditorium della fiera di Rimini mentre almeno 3000 «ciellini» che hanno partecipato al raduno parigino stanno confluendo sulla manifestazione. Dalle croci nelle strade della capitale illuminista alla lunga discussione nel segno della critica al nichilismo contemporaneo, visto come figlio tardo e patologico dell'età della ragione: CI lancia la sua sfida contro il potere e lo Stato che «annichiliscono la persona» e la nostra cultura che «abolisce Dio». Una sfida appassionata. Tanto che nel pomeriggio, alla tavola rotonda su «Popolo, Società, Stato», col vice presidente del Senato Domenico Fisichella, Gianni Baget Bozzo e i professi! Stefano Alberto e Paolo Grossi, storico del diritto all'Università di Firenze, è stato proprio quest'ultimo a infiammare la platea evocando un diverso rapporto fra società e leggi nel Medioevo. Il Meeting contro la modernità, nel nome di un'età dell'oro perduta? Detto così suona un po' schematico, ma l'ovvio rilievo della mattinata col Papa e quello che si è scelto di dare al dibattito sullo Stato in apertura di lavori sottolineano comunque con forza un tema, un'idea non immediatamente politica ma di quelle, come ricordava sornione il portavoce Robi Ronza, che «poi entrano nelle visioni costituzionali, nelle alleanze politiche». Lo ha ribadito, implicitamente, Giancarlo Cesana, storico diligente di Comunione e Liberazione, che si è affacciato ieri sera nel Tgl e nel Tg2 per ripetere «la profonda gratitudine del Meeting per il messaggio del Santo Padre», che «ha colto benissimo lo spirito e l'intenzione di questa manifestazione». Nei corridoi si fa notare che il messaggio, diffuso per agenzie già sabato, non aveva avuto molta eco sui media. E nessuna su «Avvenire», il quotidiano dei vescovi. Le interviste di Cesana hanno un senso polemico? La risposta è no. «Il Papa condivide il titolo del Meeting, e questo mi sembra rilevante». Vuol dire che nella Chiesa c'è chi invece non lo condivide? E' una tirata d'orecchie ad «Avvenire»? Cesana fa spallucce, il quotidiano cattolico lui non l'ha visto, dice. «Nella Chiesa in questo caso è importante chi dà il giudizio, cioè l'autorità ultima. Il messaggio del Papa ci sembra enormemente rilevante dal punto di vista ideale». Intanto, la prima giornata si chiude con Beethoven, eseguito dall'Orchestra di Padova e del Veneto con la direzione di Peter Maag. E da oggi, nell'ottica dello slogan-titolo scelto per i dibattiti cruciali, «Difendiamo il futuro», si alternano i «maghi della pubblicità», l'allenatore filosofo Julio Velasco, la presidente dei giovani imprenditori Emma Marcegaglia, lo storico Franco Cardini e moltissimi altri, in quel complesso e a tratti vorticoso giro di voci che è la cifra, la musica tipica del Meeting di Comunione e Liberazione. Difendiamo il futuro, ma da che? La risposta è ovvia, ed è scritta nella prima giornata tutta papale: dal presente. Mario Baudino II Meeting dell'Amicizia di Comunione e Liberazione a Rimini [FOTO ANSA]
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