Il Papa stremato: «Chi vivrà vedrà» di Foto Reuter

L'inusuale frase nel commiato dall'enorme folla di giovani raccolta al Bois de Boulogne L'inusuale frase nel commiato dall'enorme folla di giovani raccolta al Bois de Boulogne Il Papa stremata: «Chi vivrà, vedrà» Mai Giovanni Paolo II era apparso in pubblico così provato e sofferente PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Chi vivrà, vedrà». Cadono come una lama di ghiaccio su Longchamp infuocata le parole del Papa, un Papa che appare la fragile ombra di se stesso, ancora più curvo, minuscolo e tremante di fronte all'oceano di gioventù osannante al Bois de Boulogne. Ha appena salutato i centomila italiani, nel dopo Angelus: «Vi dò appuntamento per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, a Roma, durante l'estate dell'Anno Duemila. Sono certo che verrete numerosi a quest'incontro straordinario. Nel corso del Grande Giubileo del Duemila vivremo insieme un'esperienza di comunione spirituale che segnerà certamente la nostra vita». E poi, fuori dal testo, quella breve frase, un modo di dire; ma sulle labbra del Pontefice, oggi, si ammanta di un ombra cupa. Poi, forse per stemperare l'effetto di quella frase, ha aggiunto: «Dopo questa splendida giornata a Parigi, arrivederci a Roma». E, ironia della sorte, uno degli ormai frequenti scoppi di tosse gli ha spezzato r«arrivederci». Questa volta neanche la magia straordinaria, galvanizzante, di un milione di ragazzi impazziti ha compiuto il miracolo. Né nell'incredibile veglia di Longchamp, né ieri mattina alla messa; tanto ricca in persone che la polizia ha dovuto «chiudere» a novecentomila presenze gli accessi a Longchamp, per ragioni di sicurezza, e dirottare gli ultimi arrivati verso i prati intorno. In altre occasioni Giovanni Paolo li è giunto all'appuntamento stremato, e l'abbiamo visto a poco a poco rinascere, riprendere vigore grazie al contatto con la folla, un'osmosi psicologica straordinaria, una reazione da vero attore, nel senso più bello della parola. Il miracolo non si è compiuto. Eppure sabato ' Papa 1 Wojtyla aveva celebrato solo una messa, nella mattina; il pomeriggio aveva riposato a lungo, un riposo interrotto, per un'oretta dal saluto a un gruppo di benefattori. Il programma era leggero. E' giunto alla Veglia in ritardo di mezz'ora; la fatica nei movimenti, nella parola era evidente; nel modo in cui si lasciava cadere sulla poltrona, o appoggiava il capo sulla mano. «Si vede che è segnato nella carne», ha commentato l'arcivescovo di Parigi, il card. Jean-Marie Lustiger; e gli fa eco uno dei partecipanti: «Il suo spirito appare sempre più grande, e la carne sempre più debole». La lunga cerimonia - battesimo di dieci catecumeni, cresima - appariva un vero calvario per il Pontefice. Per la prima volta in diciannove anni di pontificato, e di incontri di massa con i giovani Papa Wojtyla non ha improvvisato: non una parola, uno scherzo, un gesto. Persino una frase che poteva sembrare «a braccio» («profittate di questa bella notte per riposare e anche per pregare») era scritta. A Longchamp, ieri mattina Giovanni Paolo II è giunto già stanco. Il cronista non può che annotare: il calice tremante al momento dell'elevazione: oltre alla mano sinistra sta cominciando a tremare anche la mano destra; un gesto scoraggiato di deprecazione quando uno degli accessi continui di tosse gli ha spezzato la parola; il rumore della «patena», il piattino su cui è l'ostia, che urtava retta da una mano tremante contro altri oggetti sull'altare; il microfono ha ripercosso sulla folla sterminata il tintinnio che ha agghiacciato i concelebranti. E la delicata attenzione prodigata da Lustiger ad aiutare l'anziano Pontefice, rigido nei movimenti, il volto teso in una maschera di sforzo. Anche il testo dell'omelia pronunciata con voce stanca dal Pontefice contribuiva ieri a creare un'atmosfera ben lontana dalla gioia dei colori, delle bandiere e dei prati. «Più lunga è la sua vita, più l'uomc percepisce la propria precarietà, e più si pone la domanda dell'immortaltà: cosa c'è al di là delle frontiere della morte?». E citando i Salmi: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto». Infine, un mini-mistero alla partenza: Giovanni Paolo II è rimasto cinque minuti seduto sull'elicottero fermo sulla pista, mentre il primo ministro Jospin, il card. Lustiger e il Segretario di Stato, Sodano, imbarazzati, intrecciavano una «polite conversation» su Parigi. L'ultimo bollettino medico sulla salute del Papa si è avuto dieci mesi fa, dopo l'ope- razione all'appendice. Forse sarebbe opportuno che la comunità cattolica fosse informata, sulla progressione della malattia, per scongiurare la giungla di voci, insinuazioni, e illazioni che prosperano inevitabilmente all'ombra dei silenzi ufficiali. Ieri comunque il Pontefice ha dato una notizia importante per la Chiesa oltre all'annuncio della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma nel 2000. Santa Teresa di Lisieux, Santa Teresa del Bambin Gesù, verrà proclamata «Dottore della Chiesa» il 19 ottobre prossimo. E' la terza donna (oltre a Santa Caterina e Santa Teresa d'Avila) ad assumere questo ruolo, a fronte di una trentina di «dottori» di sesso maschile. Marco Tosatti Gli sfottò tra nazionalità e regioni rivali screziano appena il clima della festa Infernali camper dell'Est e mezzi occidentali con televisore e frigobar L'arcivescovo di Parigi, Lustiger «Si vede che è provato nella carne» Una folla di prelati in preghiera a Longchamp e una giovane pellegrina al raduno di Parigi [FOTO ANSA-AFP] Il Pontefice a Longchamp e (a destra) uno striscione di saluto con la scritta «Viva il Papa» [FOTO REUTER]

Luoghi citati: Longchamp, Parigi, Roma