Bossi «ambasciatore» a Roma

L'ultimo giorno a Ponte di Legno: «Il 26 ottobre non ci fermeranno né i magistrati né i carabinieri» L'ultimo giorno a Ponte di Legno: «Il 26 ottobre non ci fermeranno né i magistrati né i carabinieri» Bossi «ambasciatore» a Roma «Non mi candido per il Parlamento padano» PONTE DI LEGNO DAL NOSTRO INVIATO Immerso in una mano di Ramino, mezzo toscano Garibaldi tra le dita, Bossi guarda avanti. Ad ottobre, alle prime libere elezioni della Padania, quando saranno - lui spera - almeno dieci milioni a infilare la scheda nei gazebo sparsi per tutto il Nord. «Io non entrerò nel nuovo Parlamento padano, sarò l'ambasciatore della Padania a Roma», confessa Bossi. Che di liste e schieramenti non vuole ancora parlare. Almeno non qui, a un passo dal Tonale, provincia di Brescia, duemila abitanti compresi i galli che diventano venticinquemila. D'inverno quando arriva la neve. O d'estate. Quando arriva Umberto Bossi con la famiglia. Dopo il Po, il sogno della Padania si fa concreto, per il segretario della Lega. «Quel Parlamento sarà frutto dell'azione democratica», giura. Quasi a smentire cinquanta anni di elezioni sotto lo stellone repubblicano, da quel 2 giugno che Bossi vorrebbe far cadere in ottobre. Il ventisei ottobre, appunto. Né i patti anti-Lega, né le polemiche a destra sembrano intimorire il Grande Timoniere della Padania, che dai prati di Ponte di Legno già l'anno scorso, prima della marcia sul Po, aveva annunciato che era partita la Lunga Marcia verso l'Indipendenza. Verso la Padania. Figuriamoci se a spaventarlo, possono provarci i magistrati vaia mezza dozzina le inchieste aperte sulle camicie verdi - o i ca- rabinieri. «Ecco, i carabinieri se me li mandano mi fanno solo un favore», sfida lui prima di dividere in due il toscano, «solo Garibaldi, perché sono quelli che si spezzano meglio», gigioneggia. «Sì, mi farebbero proprio un favore», ripete, col sorriso sulle labbra. Da Bossi, e lo ripete per la milionesima volta, anche in caso di intervento dei carabinieri, arriverebbe una risposta sola. «Se li mandano, metto il popolo in piazza. Il popolo non lo ferma nessuno», tuona. «E poi come si fa? Non possono mica mandare i carabinieri e poi pensare di entrare in Europa? Con la libertà non si scherza... Non si può esagerare come stanno facendo con i Serenissimi», assicura, prima di tornare al castello finto antico, dove da dieci anni, pioggia o sole, passa le sue vacanze. Ieri pioggia, a dir la verità. Che ha fermato il passeggio verso il bar Nazionale o il Roma, che con quel nome sembra l'unica nota stonata. Gli unici che non si fermano sono i cinquanta che arrivano dalla provincia di Bari, con il pullman targato Taranto che si ferma davanti all'hotel Mirella. Quello del Ramino. I cinquanta sono pellegrini in viaggio turistico religioso. Bossi nemmeno lo vedono, forse neanche sanno che c'è. «Ma figuriamoci, tutti conoscono Ponte di Legno da quando arriva l'Umberto», giura Milva Rizzi, maestra di sci d'inverno, baby-sitter d'estate dei figli di Bossi, ma anche di quelli di Aldo Fumagalli, ex presidente dei giovani industriali, ex candidato sindaco di Milano. Anche lui un habitué di Ponte di Legno, come Johnny Dorelli o Deborah Compagnoni e Alberto Tomba, che da queste parti si allenano. Preferisce stare al mare, invece, Marco Formentini. Esattamente in Sardegna. Da dove conferma che sarà il numero uno della lista laburista alle elezioni padane. « Sì, ma stiamo ancora lavarando. E' presto per parlare di liste e di organigrammi», gracchia al telefonino al penultimo giorno di vacanza. Poi, va all'attacco: «Lo Stato italiano non è più riformabile, la Padania se ne sta andando. Nessuno potrà fermarci, noi proseguiremo per la nostra strada». Padania sì, ma senza dimenticare l'altro Par¬ lamento, quello di Roma per intendere. Spiega, l'ex sindaco di Milano: «In Padania saremo divisi tra varie forze, in Italia rimarremo leghisti. Unico escluso l'Umberto, che non parteciperà alla campagna elettorale padana». Giusto, Bossi ha deciso che farà l'ambasciatore. Insomma quello che cercherà di scardinare Roma, esportando la padanità. Ma davvero, Bossi, da qui al 26 ottobre terrà le mani in mano? Non farà nemmeno un comizio? Ride, il segretario della Lega, prima di rispondere: «Ma no, se parlerò, parlerò solo delle cose che uniscono i padani». C'è da giurare che non c'è molto da attendere, visto che da ieri ha finito le sue vacanze. Fabio Potetti «Il popolo non lo blocca nessuno E lo Stato italiano non è riformabile» Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi: dopo 10 giorni di «fuoco» a Ponte di Legno ieri sera ha concluso le ferie