«D'Alema sta soffocando la Quercia»

La sinistra intema: deleghiamo tutto a governo e sindacato. Zani ammette: «E' un problema reale» La sinistra intema: deleghiamo tutto a governo e sindacato. Zani ammette: «E' un problema reale» «D'Alema sta soffocando la Quercia» L'allarme diAsorRosa sull'Unità: ilpds è troppo debole ROMA. Massimo D'Alema è troppo forte, e la sua forza sta soffocando il pds. Firmato l'Unità. Questa è davvero l'estate dell'autocritica per i partiti della seconda Repubblica. Dopo la crisi di identità del Polo aperta sulle pagine del Foglio di Giuliano Ferrara, ieri è stata la volta del quotidiano pidiessino che, con un articolo di Alberto Asor Rosa pubblicato in prima pagina, ha affrontato il rapporto tra Massimo D'Alema e il suo partito. «Il paradosso del pds si chiama D'Alema» è il titolo dell'articolo, con la domanda cruciale nell'occhiello: «Un leader senza un partito: perché non se ne occupa o perché non gli serve?». L'analisi di Asor Rosa si può semplificare così: D'Alema è un leader forte, ma il pds no. «Non c'è un gruppo dirigente perché non c'è un partito». Ministri e sottosegretari pidiessini non vogliono entrare nel dibattito: «Da quando sono al governo non parlo di questioni interne al partito», spiega da Roma Franco Bassanini. Ma gli uomini della Quercia, a sorpresa, ammettono la fragilità del partito. Tutti, o quasi, accettano la critica di Asor Rosa: non soltanto i critici del segretario, come Emanuele Macaluso, Claudio Petruccioli e Augusto Barbera, ma anche i dalemiani come Mauro Zani. Ma è sulla presunta responsabilità del leader che le opinioni si divaricano totalmente. Il paradosso di cui parla Asor Rosa è che D'Alema rappresenta al tempo stesso «il problema principale» del pds ma anche, «e di gran lunga, il suo punto di forza». In pratica, esisterebbe «una sproporzione molto grande e crescente, fra le capacità di elaborazione e direzione del segretario e quello del resto del partito». Resta da comprendere perché D'Alema non ha puntato sul rilancio dello strumento partito? Dopo aver elogiato a lungo le doti del segretario del pds («è un logico politico di grande forza e acutezza»), Asor Rosa delinea due possibili risposte all'interrogativo centrale: o D'Alema, affaccendato in altro, «è Stato costretto a trascurare questo aspetto del suo mandato», oppure se ne è «effettivamente poco interessato perché il partito che c'è gli va vene così com'è. Questa secondo ipotesi - osserva - sarebbe inquietante». Una seconda ipotesi che per Zani non esiste. «Il paradosso in una certa misura esiste - ammette - ma io non lo attribuisco alla volontà di lasciar le cose come stanno. D'Alema è molto sensibile a questa tematica; il fatto è che è maledettamente complicata. Il problema comunque è reale - continua Zani - e infatti dalla prossima assemblea congressuale dovremmo occuparcene. Ma è un problema "oggettivo", perché tutto il sistema politico è immerso in una non risolta fase di tran- sizione. Sono 7-8 anni che avvertiamo l'esigenza di ricostruire in modo forte l'idea di partito, ma i tempi che corrono sono di forte disincanto». Di crisi generale «che investe tutti i partiti» parla anche Barbera, osservando che questo aspetto non viene colto appieno da Asor Rosa. Ma se D'Alema «non ha la responsabilità di favorire la crisi, che ha tratti epocali, ha quella di galleggiare su una crisi che è sempre più evidente: il segretario si limita a prospettare velleitarie restaurazioni, tende a premiare il conformismo, frena la ricerca di nuove forme di aggregazione ed espressione politica. E così il pds diventa un partito "che tende a delegare tutto": al governo e al sindacato la riforma del Welfare, alle oscure tattiche di D'Alema la politica istituzionale, ai tavoli dell'Ulivo le candidature...». Chi non ha dubbi è Emanuele Macaluso: «Se D'Alema è un politico così intelligente e non fa nulla senza una strategia, non è possibile che non si accorga che non c'è un partito, il fatto è che è una sua scelta. Basta guardare il metodo e la qualità della decisione di candidare Di Pietro nel Mugello: è un modo per dire "il partito sono io". Senza contare, aggiunge Macaluso, che Di Pietro è il campione dell'antipartito». Lapidaria Gloria Buffo, della sinistra del partito. «L'elezione di D'Alema a segretario non ha mai corrisposto a un'ammirazione senza confini - dice -. E se ora non c'è un gruppo dirigente e se il partito ha delle difficoltà, è difficile parlare di genio. Non è solo colpa di D'Alema, ma non si può negare che negli ultimi anni spirito critico e partecipazione, nel pds, sono stati messi tra parentesi». [r. i.] FEDEUSSIMIA D'ALEMA: Pietro Polena, Marco Minniti ~? Livia Turco, Giovanna Melandri Mauro Zani, Francesca tòo Leonardo Domenici, Umberto Ranieri ■ Barbara Pollastrìni, Alfredo Reichlini* ^ Roberto Guerioni, -, Fabio Mussi, Cesare Salvi , <:Jf » t| SÌft$TRAf\;!< fi h Giona Buffo, . } i ►Alfièro Grandi ^Ni\V\ j\ Fulvia Bandoli, m, ■-' { f. Marco Fumagalli Si! Aldo Tortorella UUVISTi: Claudio Petruccioli ■Claudia Mancina /Augusto Bàrbera Enrico Morando Emanuele Mgcaluso d Giglio Tedé§elf%" Antonello Falomi* Giulia Rodano BATTITORI UBE& -"""Achille Occhetto Walter Veltroni Qui sopra il segretario del pds Massimo D'Alema Nel grafico a sinistra le varie «anime» della Quercia

Luoghi citati: Roma