Contrordine il sole non fa più male di Marina Verna

Bagno a Portofino per lady Diana Secondo un dermatologo inglese non c'è rapporto tintarella-melanoma Contrordine, il sole non fa più male MA dove arriva il sole, arriva o non arriva il medico? Non arriva, dice un vecchio proverbio. Accreditato, contestato o smentito secondo le annate, le statistiche, le ricerche. Ma tutto sommato, che cosa faccia davvero sembra essere indifferente alla gente, perché lo spauracchio di un tumore non la vince contro il piacere del sole sulla pelle e la bellezza del risultato. E comunque, nessuno ha mai detto la parola definitiva e inoppugnabile, in un senso o nell'altro. Ecco l'ultima novità: «La storia dei melanomi è ampiamente inventata. Non ci sono le prove che i raggi ultravioletti siano la causa principale». Lo dice un professore emerito di dermatologia dell'Università di Newcastle, Sam Shuster. Essendo «emerito», che nel linguaggio burocratico-universitario non significa «insigne» bensì «collocato a riposo», ha avuto tutto l'agio di riesaminare gli studi disponibili sul cancro alla pelle e può dire la sua con una certa libertà. Compreso il fatto che i rischi sarebbero esagerati dai produttori di creme solari per motivi facilmente intuibili. Ovviamente gli sono già saltati agli occhi. Perché modi più tradizionali di leggere quegli stessi dati parlano di una crescita drammatica dei tumori della pelle, soprattutto nelle persone anziane che di sole ne hanno accumulato più dei giovani. Si ipotizzano, ad esempio, tre milioni di morti tra il 1990 e il 2075. Niente da ridire sulle bassi dosi, benefiche perché stimolano la produzione di vitamina E. E' l'esposizione prolungata, quella che raggrinzisce la pelle, a essere pericolosa. Anche se pescatori e contadini, notoriamente cotti dal sole e splendidamente rugosi, sembrano smentire questa verità, perché si ammalano poco. Chi è allora il colpevole? Tanto per cambiare, un gene. Ancora da trovare. Marina Verna