DALLA PATAGONIA STORIE VISIONARIE di Angela Bianchini

DALLA PATAGONIA STORIE VISIONARIE DALLA PATAGONIA STORIE VISIONARIE ECCO qui, tradotti, due autori con tre libri: Luis Sepùlveda, Lo frontiera scomparsa (trad. di Hide Canni Ignani, Guanda, pp. 125, L. 18.000) e Francisco Coloane, Terra del Fuoco (prefazione di Luis Sepùlveda, trad. di Pino Canicci e Gloria Corica, Guanda, pp. 175, L. 20.000) e di nuovo di Coloane, Capo Horn (trad. di Pino Cacucci, Collana La frontiera scomparsa, diretta da Luis Sepùlveda, Guanda, pp. 175, L. 20.000). Anche se un filo conduttore ovviamente unisce i due scrittori, essi sono più lontani uno dall'altro di quanto non appaia a prima vista. Il legame sta, innanzi tutto, nella nazionalità: ambedue, Sepùlveda e Coloane, cileni. E trattano, almeno in parte, lo stesso argomento: la vita nella Terra del Fuoco, in Patagonia. Ma con grandi differenze, dovute, fra l'altro, agli anni che li separano: Francisco Coloane, definito da Sepùlveda, nella sua prefazione, «un adolescente con la barba bianca» è nato nel 1910, ha iniziato giovanissimo una vita avventurosa e girovaga nelle regioni meridionali del continente americano per trasformarsi poi, nel 1940, in scrittore di grande successo, autore cult presso un pubblico soprattutto giovane. Sepùlveda, che da qualche anno è anch'egli notissimo in Italia e nel mondo, è nato nel 1949, e, coincidendo la sua giovinezza con il golpe di Pinochet in Cile, ha seguito almeno in parte la tragica traiettoria degli avversari e degli esuli del regime: prigionia, torture, e poi una libertà limitata e sorvegliata anche in altre parti dell'America Latina, per approdare, finalmente, in Europa e soprattutto in Germania. Egli ha dunque partecipato, in forma moderna e contemporanea, alla vita della Patagonia: non a caso i suoi libri più importanti sono II vecchio che leggeva romanzi d'amore, e II mondo allafinedel mondo (entrambi pubblicati da Guanda) che nascono dal suo impegno con Greenpeace. E non a caso dobbiamo a lui la definizione «La frontiera scomparsa» che non significa, come ci si aspetterebbe, la scomparsa della natura, ma proprio quella frontiera verso la felicità, che un tempo, egli dice, esisteva in America Latina, ed è oggi cancellata da eventi terribili. Coloane è, invece, personaggio antico e il suo mondo è solido e ottocentesco quale poteva essere quello di Jack London oppure di Mark Twain, quando si installò tra i cercatori d'argento di Virginia City nel Nevada. Quelle di Coloane sono storie di guerra fra chi si ribella e chi sfrutta, e chi si ribella è ugualmente crudele, perché la morte è sempre in agguato e spesso come tradimento. In apparenza il movente è l'oro, ma in realtà si tratta soltanto di un pretesto e il bottino spesso viene dimenticato o abbandonato. Mentre presente e ossessiva rimane la sohtudine, a volte addirittura materializzatasi fisicamente: bellissima la storia della bara, portata a terra, con grande fatica, a Punta Arenas, e poi abbandonata sotto la grande nevicata. «Poi sopraggiunse quella che chiamano "la piccola estate di San Juan", e il macilento sole australe riscaldò per qualche giorno il clima, sciogliendo la spessa coltre di neve formata dalle bufere precedenti. In una strada fuori dall'abitato, in direzione del cimitero, un bel giorno comparve una strana cassa da morto, dipinta di verde e con dentro un cadavere congelato. Soltanto Mike, il figlio mezzo matto del pasticciere, quando vide la bara che stavano trasferendo dall'obitorio al cimitero, si tolse il berretto e si mise accanto al feretro, poi cercò di dire qualcosa mostrando le cinque dita, e imitò il barcollare dei marinai, indicando insistentemente la bara; ma nessuno capì che, con la sua mimica, stava tentando di dire: "Cinque marinai e una cassa da morto verde"». L'unione mare-uomim^animali (e anche cordigliera-pampa-oceano) è di poderosa suggestione, ma, a proposito di Coloane, non di fantastico parlerei, bensì di una grande realtà resa in modo visionario così come artisti sette-ottocenteschi rendevano il mare, i naufragi e l'è sotico. E c'è da chiedersi se non stia proprio in questa visionarietà il fa scino delle storie di Coloane e se quel bisogno di viaggio che il Settecento rendeva in modo così razionale non si sia capovolto, alla fine di questo nostro crudelissimo secolo, diffondendosi come folle volo verso rotte ormai sparite, itinerari cancellati dal tempo, e il tutto nel l'illusione di confrontarsi con la Storia. Angela Bianchini w.

Luoghi citati: America Latina, Cile, Europa, Germania, Italia, Nevada, San Juan