«Pensioni? Prima tagliamo i travet»

Guidi: i dipendenti pubblici sono 4 milioni, di un milione si potrebbe fare a meno Guidi: i dipendenti pubblici sono 4 milioni, di un milione si potrebbe fare a meno «Pensioni? Prima tagliamo i travet» Sul Welfare Con/industria all'attacco: troppi statali ROMA. A meno di una settimana dalla ripresa del negoziato sul Welfare la Confindustria attacca: «Prima delle pensioni bisogna tagliare il numero dei dipendenti pubblici», dice Guidalberto Guidi, consigliere incaricato del centro studi dell'organizzazione imprenditoriale. E il fuoco di fila continua: «Non mi scandalizzo per i superstipendi di Stato - aggiunge Guidi -, i manager devono guadagnare in proporzione al loro incarico e alle loro responsabilità, naturalmente facendo bene le cose per cui vengono pagati. Quello che giudico veramente immorale è continuare ad avere qualche milione di impiegati pubblici». Alle bordate di Viale dell'Astronomia rispondono i sindacati: «Guidi si tolga dalla testa l'idea di usare la scure contro gli organici della pubblica amministrazione dicono ad una voce Cgil, Cisl e Uil - anziché chiedere più flessibilità e licer ziamenti gli industriali puntino di più sullo sviluppo tecnologico e sulla ricerca per rilanciare l'occupazione». E invece Guidi annuncia che sarà proprio il binomio occupazione-flessibilità a costituire il nerbo della linea confindustriale nei prossimi due anni, tant'è che con l'autunno partirà il censimento che gli imprenditori faranno nelle loro aziende per verificare quanti posti di lavoro potreb- bero essere creati a fronte di misure sulla flessibilità. «Per la Confindustria è importante che nel negoziato sul Welfare entri anche U capitolo flessibilità - sottolinea il consigliere - e questa non dovrà essere limitata al Mezzogiorno, bensì estesa a tutto il Paese». Ma ritorniamo all'esercito di travet che sarebbe in buona parte da smobilitare. «Gli impiegati pubblici sono circa quattro milioni e di un milione credo si potrebbe fare a meno», quantifica Guidi, insistendo: «Le pensioni sono una bomba innescata, sulla quale bisognerà senz'altro intervenire. Ma, per equità, sarebbe preferibile agire prima sugli statali, accer¬ tando per quanti di loro si pagano stipendi inutili». Per i manager pubblici, invece, il problema non sta nella una busta paga, che più o meno pesa quanto quella della grande industria privata, ma nell'efficienza e nelle reali capacità di amministratori e dirigenti. Insomma, poiché pensioni e spesa per la pubblica arnministrazione costituiscono la parte maggiore del debito che il Paese si trova sulle spalle bisognerà iniziare a tagliare da lì, sostengono gli industriali, che ricordano l'offerta di Fossa di mettere a disposizione il «tfr», le liquidazioni, per potenziare i fondi pensione, rendendo così meno pesante l'intervento sulla previdenza. Tocca comunque al governo sbloccare la situazione. E il consigliere di Viale dell'Astronomia evidenzia due motivi per fare in fretta: «Innanzitutto la fibrillazione dei mercati rende la lira ancora fragile e si può dire che stiamo ormai entrando in un'area di rischio», spiega Guidi, poi un intervento sul pubblico impiego è necessario per evitare una rivolta dei dipendenti privati contro gli statali: «Un operaio metalmeccanico che guadagna un milione 600 mila lire al mese ha sempre maggiore difficoltà a tacere di fronte al fatto che un bidello porta a casa la stessa cifra. E arriverà il momento in cui non starà più zitto». «La Confindustria ragiona sem- pre in termini di tagli prima di capire cosa bisogna fare - replica Adriano Musi, della Uil -, occorre innanzitutto rendere il pubblico impiego più efficiente e poi, ma solo in ultima ipotesi, penseremo ad eventuali riduzioni degli statali. E a proposito del milione e 600 mila lire - prosegue Musi -, il dramma nel pubblico impiego è che quella cifra costituisce lo stesso stipendio tanto per il bidello che per il professore e quindi c'è indubbiamente tutta una scala di valori da ricostruire». «Nella pubblica amministrazione la grande sfida sarà nel decentramento territoriale - asserisce il segretario confederale della Cgil, Walter Cerfeda - così si migliorerà l'efficienza e la qualità del servizio offerto al cittadino senza mettere il lavoratore privato contro quello pubblico». E per Natale Forlani, segretario Cisl, se comparati su scala internazionale i dipendenti pubblici in Italia non sono tantissimi in rapporto alla spesa. «Probabilmente sono maldistribuiti - ammette Forlani - ma anche qui bisognerebbe fare un ragionamento più specifico per settori. Siamo d'accordo sul fatto che il personale vada impiegato in maniera efficiente, ma usare questo argomento per contrapporre i lavoratori non è giusto». Vanni Cornerò I DIPENDENTI PUBBLICI / Comparto MISTERI ^Totale generale 288.104 1 AZIENDE AUTONOME 54.302 | SCUOLA 1.102.105 \ UNIVERSITA' 111.059' \ CORPI Dl POUZIA 320,521 I FORZEARMATE 142.171 | MAGISTRATURA 9.738 | CARRiERA DIPLOMATICA 901 | CARRIERA PREFETTIZIA 1.823 | SETTORE STATALE 2.030.724 ENTI PUBBLICI NON ECON. 68.455 | REGION! ED ENTI LOCALl 682.110 | SEGRETARI COM. E PROV. 6.309 || SERV1ZIO SANITARIO NAZlONAlE " 693.132 it ISTITUZIONI ED ENTI Dl RICERCA 18.491 Jjj SETTORE PUBBLICO 1.468.497 TOTALE -3:499.221 Fonte: FUNZIONE PUBBLICA 1996 Guidalberto Guidi consigliere Confindustria delegato al Centro Studi

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