Pomeriggio da far West a Bari

clan della malavita organizzata si sono affrontati a pochi passi dalla prefettura e dal municipio clan della malavita organizzata si sono affrontati a pochi passi dalla prefettura e dal municipio Pomeriggio da far West a Bari Sparatoria in centro: un morto e due feriti BARI. Nipote del boss Raffaele Laraspata. Giovane rampollo del clan. Pregiudicato. Cioè un bersaglio permanente. Donato Amoruso, 20 anni, avrebbero potuto ucciderlo dovunque, in auto, sotto casa o tra la folla: qui la malavita non ha zone franche. E' stato un caso se l'hanno ammazzato in una piazza della città vecchia a pochi metri da caserma dei vigili urbani, municipio e prefettura, e un caso se, alle 17, non c'era nessuno intorno. Una raffica di colpi. Ha sparato probabilmente una mitraglietta. Ucciso Amoruso colpito alla schiena, feriti due suoi amici, pregiudicati anche loro. Luca Sebastiano, 18 anni, era con lui sullo scooter: l'hanno centrato ad una mano e a una gamba. Entrambi chiacchieravano con Umberto Lorusso, 19 armi, colpito ad una mano. Se il nome di Amoruso entra nell'elenco dei sacrificati nella guerra tra clan, quelli di Sebastiano e Lorusso figurano tra gli scampati. Il primo, fuggito nella caserma dei vigili, è stato poi arrestato per favoreggiamento. Non ha aperto bocca, non ha raccontato nulla per consentire agli investigatori di identificare l'assassino. Dovevano arrestare Lorusso, taciturno anche lui. Ma i poliziotti, quando sono arrivati in ospedale, non l'hanno più trovato. S'era fatto medicare e, nonostante il ricovero prescritto dai medici, ha tolto il disturbo. Delitto con beffa. Ecco l'ultima impresa dei clan di Bari, quelli che negli ultimi mesi hanno agito almeno sette volte per le strade colpendo anche passanti che erano lì per caso, accanto alla persona sbagliata. Si fa presto a dire città violenta. I politici protestano, e fanno il loro mestiere. Ma i Laraspata (e prima di loro i Capriati, famiglia decimata dagli arresti) nel borgo antico e nella città intera contano di più, sono i re. Troppo potere. Per questo non li ama nessuno. Per questo li combattono così. Il boss Raffaele ha scelto la via della fuga. Anziché stare in carcere, sta in Montenegro e di lì, dicono, continua a governare. Ora hanno ucciso il figlio della sorella. Era nel conto. Ma è impensabile che sia finita qui. Roberto Scigliano, il questore, rassicura con una frase precotta: «Non abbasseremo la guardia». Il problema è che non l'abbassano neppure i malavitosi. Se un giorno non ci saranno più i Laraspata, come sono in sonno i Capriati (in sonno, non scomparsi), ci sarà qualche altro. Nella città vecchia non comanda lo Stato. Qui i finanzieri e i poliziotti, quando vogliono arrestare un contrabbandiere o uno spacciatore, li prendono a pietre e padelle. Da sempre, comandano i boss. Meglio di ogni cosa, parlano date e fatti. Il 5 aprile, al quartiere San Paolo, uccidono a colpi di pistola Antonio Sciannimanico, 37 anni, feriti due passanti. Tre giorni dopo, quartiere Carbonara. Al mercato, tra le bancarelle, viene ucciso Andrea Guerra, 25 anni. Era vicino al clan Di Cosola. L'8 luglio, sul lungomare, sparatoria con feriti. Uno dei feriti è un ragazzo. Si trova al bar con gli amici. Il 28 luglio - e siamo nel quartiere di Cegke del Campo - entra di corsa nella casa di un'anziana donna un ragazzo. Lo inseguono, sparando. Lo colpiscono. Si salva. La donna viene ferita ad una gamba e ad un braccio. Da aprile ad oggi, quattro morti e otto feriti. Il 19 lu- glio l'arcivescovo Mariano Magrassi chiama a raccolta i baresi. Tiene in cattedrale un incontro di preghiera sulla violenza. La chiesa era pressappoco come piazza Chiurlia la piazza dell'ultimo delitto - ieri. Deserta. Ma quella di ieri è la meno spettacolare delle ultime imprese. In piazza non c'era nessuno. Strade deserte, vigili urbani rintanati in caserma. Tra il borgo e il bel teatro Piccini - chiuso - questa è la piazza che unisce la città nuova al feudo dei Laraspata. Non si sa se il killer fosse solo. Le versioni sono ancora contrastanti e da verificare. I colpi sarebbero partiti dall'arma di un giovane che era su un altro scooter. Ma non si esclude che le moto fossero due o tre. Una banda intera arrivata per uccidere Amoruso. Sull'asfalto sono rimasti 15 bossoli calibro 9. Dopo avere cercato riparo dietro un muretto, Sebastiano, ferito alla mano e alla gamba, è scappato nella caserma dei vigili. E' salito fino al secondo piano. Ricoverato al Policlinico, sta bene. Guarirà in 30 giorni. Ma è agli arresti. Lorusso, ricoverato nel Centro traumatologico, avrebbero dovuto operarlo. Ha preferito scappare. Tonio Aitino I protagonisti del regolamento sono tutti ventenni con precedenti Un'associazione chiede l'intervento dell'esercito Due immagini del luogo della sparatoria avvenuta ieri nel centro di Bari

Luoghi citati: Bari, Montenegro