le notti brave degli amici degli animali di Tito Sansa

le notti brave degli amici degli animali le notti brave degli amici degli animali In Austria commandos liberano polli, maiali, visoni VIENNA NOSTRO SERVIZIO Nel Burgenland, la regione più orientale dell'Austria, gli allevatori girano armati di doppietta caricata a panettoni. E, come i cow-boy dei film western, hanno organizzato un servizio di ronde notturne per proteggere le loro proprietà, pronti a sparare. Non per difendersi dai ladri di bestiame, che qui non esistono (l'abigeato è sconosciuto), ma per tener lontani coloro che amano troppo gli animali. Si tratta di vere e proprie bande di «Tierschùtzer», protettori degli animali, che da alcune settimane imperversano nel Burgenland dando l'assalto agli allevamenti - stazzi, ovili, pollai, porcili, recinti - con l'obiettivo di mettere in libertà le bestie che vi sono rinchiuse. «Rispettate gli animali» è il loro motto, che lasciano scritto dopo le loro azioni contro i «campi di concentramento», finora quasi tutte coronate da successo. Con qualche ferito da arma da fuoco e molti acciaccati nelle risse notturne tra gli aggressori e gli allevatori. A Zemendorf tre settimane fa una banda di questi zoofili ha dato l'assalto a una porcilaia modello liberando in campagna 160 degli oltre 300 maiali ivi allevati. Non contenti, i vandali hanno distrutto l'impianto computerizzato di ventilazione causando un danno di circa settanta milioni. Da un pollaio industriale delle vicinanze, dove vengono allevate trentamila galline da cova, gli assalitori sono riusciti a far uscire appena duemila pollastre (perché aveva suonato la sirena dell'allarme), ma in compenso hanno calpestato e distrutto più di cinquemila uova. Inutili finora le ricerche della polizia, senza esito le indagini per identificare i violenti, le cui azioni vengono stigmatizzate anche dalle diverse associazioni di zoofili come la «Unione contro le fabbriche di animali» e la «Quattro zampe», corrispondenti delle nostre Enpa e Lipu. Il portavoce di una di queste organizzazioni, pur non nascondendo la sua simpatia personale per le bande degli aggressori perché «richiamano l'attenzione dell'opinione pubblica e del legislatore sul problema degli animali in cattività», si è distanziato dai loro metodi, definiti «vandalici». Sovente - ha rivelato la polizia - le bande del Burgenland, le cui azioni sono preparate «con precisione militare», ottengono lo scopo che si prefiggono. A Gmund e a Zwettl, per esempio, con lettere minatorie che annunciavano lo scoppio di bombe i sedicenti «attivisti della libe¬ razione» hanno fatto chiudere due allevamenti di animali da pelliccia. A Heidenreich, invece, hanno raggiunto l'effetto contrario, quando hanno aperto le gabbie di 300 visoni, castorini e nutrie. Non abituate alla libertà, le bestiole sono state stritolate dalle automobili, 70 di esse sono morte, altrettante sono andate disperse. Con i volti celati dietro maschere con il muso di volpe, tre di questi attivisti hanno difeso in tv il loro operato. «Meglio cinque minuti in libertà e poi morti - hanno detto - che tutta la vita in prigionia». A molti in Austria le incursioni degli animalisti sono piaciute: quattrocentosessantamila persone hanno firmato un appello affinché le bestie in cattività vengano allevate con metodi più «umani» Tito Sansa

Persone citate: Heidenreich

Luoghi citati: Austria, Gmund, Vienna, Zemendorf