Il ritorno di una leggenda

Il ritorno di una leggenda Il ritorno di una leggenda Riaperto a Berlino l'Hotel Adlon BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La leggenda ha ripreso il proprio posto a Berlino, ieri, davanti alla Porta di Brandeburgo e al Reichstag, sulla Pariserplatz: la ricostruzione dell'Hotel Adlon - a cinquant'anni dal saccheggio e dall'incendio che lo rase al suolo - «ha colmato un vuoto nella capitale», ha riassunto il presidente federale Roman Herzog inaugurando il successore di uno degli alberghi più prestigiosi d'Europa. Perché il passato dell'Adlon appartiene davvero alla storia: per decenni - dal giorno della sua prima inaugurazione, nel marzo del 1907 - l'albergo ha attirato sovrani, scrittori, artisti, i protagonisti della politica di Weimar. Fino a quando, il 21 aprile del 1945, gli uomini dell'Armata Rossa lo saccheggiarono, e dopo essersi ubriacati nelle sue cantine leggendarie (oltre duecentocinquantamila bottiglie di annata nobilissima, alcune delle quali sono arrivate fino a noi, intatte) appiccarono il fuoco: con lo stesso arrogante vandalismo che li spinsero a massacrare il figlio del fondatore, Louis Adlon. Quel giorno, al ristorante si cenava ancora serviti dai camerieri in frac, nono- L'Hotel Adlon Berlino stante le fiamme avessero già invaso un'ala dell'albergo e l'intera città fosse invasa dai fumi di battaglia. Non era un caso che, per quasi tutta la guerra, l'Adlon fosse rimasto una zona franca: fin dall'inaugurazione, l'albergo era stato un'isola protetta. Fino alla fine della Repubblica di Weimar e all'avvento del nazismo, l'Adlon aveva garantito complicità e rifugio a ministri e Cancellieri, che volentieri vi si appartavano a progettare il futuro del Paese. Ma ci passarono anche Charlie Chaplin e Marlene Dietrich, Alban Berg ed Enrico Caruso (che recuperò la voce grazie alla salsa di pomodoro preparata dallo chef). Ci passarono Greta Garbo e Thomas Mann, Fritz Lang e Ernst Lubitsch. Insieme con pettegolezzi e trame, a nobiltà mature e decadenti. Niente di tutto questo potrà tornare, ammettono i nuovi proprietari, che hanno investito 435 milioni di marchi, quattrocentotrenta miliardi di lire, per ricreare l'atmosfera originale nelle trecentotrentasette stanze e dei saloni al pianterreno. Non tutti hanno apprezzato, e molti - al contrario - criticano la strada scelta: il fascino dei mitici Anni Venti non tornerà, si nota, e l'imitazione di quei fasti rischia di essere stucchevole. [e. n.J L'Hotel Adlon a Berlino

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