«il rimpasto ci sarà parola di Waigel»

11 «Non sono stanco del mio incarico: lavorerò sodo per un altro anno e mezzo, lino al voto» «il rimpasto ci sarà, parola di Waigel» 77 ministro delle Finanze: con Kohl non ho problemi SL FUMISI© 2 LBONN E dichiarazioni del ministro delle Finanze Theo Waigel su un prossimo ritiro dall'incarico continuano ad alimentare polemiche all'interno del governo tedesco. In un'intervista al settimanale «Focus», che pubblichiamo di seguito, Waigel si dice certo di un prossimo rimpasto di governo, e sostiene di averne ricevuto assicurazione dallo stesso Cancelliere Kohl. Le nuove dichiarazioni del leader della Csu hanno provocato reazioni negative all'interno della Cdu, il partito del Cancelliere: contro Waigel ha preso posizione il segretario generale Peter Hintze, secondo il quale tutti i ministri resteranno al loro posto. Una divergenza tanto stridente conferma le tensioni che dilaniano il governo Kohl, mentre nel Paese cresce la diffidenza nei confronti dell'Unione monetaria e della moneta unica che sostituirà il marco. Che cosa le succede, ministro Waigel? Prima dice che nove o dieci anni come ministro delle Finanze sono sufficienti. Poi dice di potersi immaginare ancora alle Finanze, dopo le elezioni. «Una decina d'anni significa arrivare alla metà del '99, dunque alla prossima legislatura. E nessuno, non importa se amico o avversario, può contestare che dieci anni alla testa del ministero delle Finanze tedesco sono stati un buon, duro lavoro. A nessuno era mai riuscito. E non sono stanco dell'incarico: quest'anno e il prossimo mi impegnerò per realizzare tutto quello che ancora va fatto, con la stessa determinazione del passato». Ma lei ha detto: un ministro che non è più disponibile per il suo incarico dopo le elezioni, deve lasciarlo prima delle elezioni. «Non ho mai parlato di un incarico preciso. E dovrebbe essere ovvio che i leader dei vari partiti faranno parte del team di governo anche dopo le elezioni. Credo di essere capace di svolgere anche altri incarichi». Quando ha comunicato al Cancelliere Kohl di non essere più disponibile come ministro delle Finanze, dopo il 1998? «Ho parlare più volte con lui, com'è consuetudine fra noi. Il Cancelliere conosce le mie opinioni, io conosco le sue. Ancora giovedì scorso abbiamo approfondito il problema. E lo risolveremo insieme». Kohl si è irritato con lei? «Assolutamente no». L'Spd ritiene che dopo le sue dichiarazioni lei sia un ministro sul filo del rasoio. Non crede di essersi danneggiato da solo? «Quel che dice l'Spd non è né nuovo né originale. Gli esperti di politica finanziaria dell'Spd non conoscono quasi nessuno al di fuori del loro collegio elettorale, e assolutamente nessuno ai di fuori della Germania. Io, al contrario, ho una posizione internazionale che gli attacchi rituali dell'Spd non riescono a scalfire». Non crede invece di essere quel che gli americani chiamano «lame duck», un'anatra zoppa, sul fronte delle trattative per la riforma fiscale e dei colloqui internazionali sull'Unione monetaria? «Al contrario. Certo, ogni volta che il Bundestag viene rinnovato bisogna ridiscutere il governo. In proposito non esistono posizioni ereditarie. Se l'Spd fosse coerente, proprio per le affermazioni fatte sul mio conto dovrebbe smettere di credere in ima vittoria elettorale. L'Spd vuole prendere il mio posto, di conseguenza non può parlare di "anatre zoppe", quando dico che prima o poi sarà abbastanza. E' assurdo, è sciocco. E' un autogol politico e intellettuale». La dichiarazione di Helmut Kohl, il rispetto per la sua decisione di lasciare le Finanze dopo le elezioni, le impediscono una ritirata. Ce l'ha con lui? «No. Quel che Kohl ha detto corrisponde in pieno alle mie idee». Lei chiede un rimpasto di governo prima delle elezioni. Come reagirebbe, se il Cancelliere non soddisfacesse la sua richiesta? «Non accadrà». Ne è sicuro? «Ne sono sicuro» Può essere più preciso? «No. Non ne parleremo in pubblico, una cosa del genere non si fa». Provi almeno a fare un pronostico. Il rimpasto si farà già prima del congresso della Csu, a novembre? «La decisione spetta al Cancelliere, d'intesa con i leader dei vari partiti». E' vero che vuole diventare ministro degli Esteri? «Anni fa l'Fdp ha aspettato solo che Franz Josef Strauss chiedesse un rimpasto di governo che includesse i liberali, per mettere sul tappeto il problema degli Esteri. L'Fdp non ha dovuto attaccare manifesti né fare assemblee elettorali. Hans-Dietrich Genscher ha fatto la faccia preoccupata, e metà del Paese si è messa compassionevole al suo fianco. Il nostro attacco alla politica estera di Genscher, perciò, non ha avuto effetto. Strauss è stato, certo, l'eminente capo della Csu, ma anche un gratuito sostegno elettorale dei liberali. A questo gioco io non mi presto». Lei considera un errore che Kohl, poco prima delle elezioni del '94, abbia annunciato di non volersi più presentare nel '98. Il Cancelliere dovrebbe dire, adesso, quanto ancora resterà al potere? «Helmut Kohl si ripresenterà alle elezioni. La durata del suo mandato è una decisione che spetta a lui e al Buon Dio, dal quale dipendono la salute e il vigore di tutti noi». Ma quanto dovrebbe restare al potere, ancora, Kohl? «Diffido di un preciso limite temporale...». ... Helmut Bismarck? «Se è per questo, il paragone non è sfavorevole, dal momento che la Germania non ha tratto vantaggio dal fatto che Bismarck abbia lasciato troppo presto il potere. Considerando la storia dei partiti dell'Unione, sarebbe stato meglio che avessimo sfruttato l'esperienza di Adenauer fino al '65». Molti fra i liberali sperano nell'Spd. La preoccupa? «No. 1 liberali possono sopravvivere soltanto restando al fianco dell'Unione. Ogni altra scelta sarebbe un suicidio. Se non prenderà una chiara posizione in favore dell'attuale coalizione anche dopo le elezioni, l'Fdp scenderà di sicuro al di sotto del 5 per cento. Sarebbe la fine del partito». Nel Duemila le cose potrebbero andare diversamente, perché probabilmente ci sarà un cambio al vertice del governo. «Ma con l'Spd da sola, i liberali non potrebbero mai costituire una maggioranza. Sarebbero costretti a fare una coalizione con socialdemocratici e Verdi. E nel Brandeburgo e a Brema l'esperienza è stata disastrosa. Una coalizione rosso verde a Bonn schiaccerebbe l'Fdp». E' in discussione la struttura dell'esercito tedesco. Le donne dovrebbero avere un ruolo più importante nella Bundeswehr? «Abbiamo certamente bisogno di una maggiore apertura, nella Bundeswehr. La Costituzione ne consente l'impiego soltanto nei servizi sanitari e nei corpi musicali. Io stesso ho osservato che le donne sono scorte eccellenti. Per questo l'attuale limite è anacronistico. Sono favorevole a una modifica della Costituzione, in proposito. Non sono favorevole al loro impiego al fronte o in azioni di battaglia, ma in ogni altra situazione le donne equivalgono l'uomo». I tedeschi hanno l'impressione di essere indifesi di fronte alla criminalità. Gli americani sembrano ancora una volta essere in avanti rispetto a noi. New York può essere un esempio da seguire? «Quando anni fa sono stato a New York, mi sembrò una città perduta. Mi sembrò una moderna Babilonia al tramonto. Con la sua nuova linea, non avere nessuna tolleranza per i criminali e punire anche le minime infrazioni, la polizia di New York è riuscita a riprendere in pugno la situazione. I Chi orina al Central Park, oggi, ' deve pagare immediatamente una multa di 60 dollari o passare una notte o due in cella. Oggi New York è una delle metropoli più sicure del mondo». Gerhard Schroeder, presidente socialdemocratico della Bassa Sassonia, e il borgo- 1 mastro di Amburgo Voscherau, anche lui Spd, chiedono norme più severe. Ne è sorpreso? «Né l'uno né l'altro sono i messaggeri della sicurezza interna. ! Sono dei ciarlatani. In Bassa Sassonia e ad Amburgo, negli ultimi ; anni polizia e antiterrorismo so- : no stati dissanguati, con forti tagli al personale. L'Spd, inoltre, è per la decriminalizzazione dei furti nei negozi e della guida senza patente. L'Spd vuole trovare un accordo con i Verdi, che sono favorevoli alla liberalizzazione delle droghe e non vogliono espellere i criminali stranieri. E' un po' strano che il signor Schroeder si presenti come un Robin Hood». Henning Krumrey Ulrich Reitz Ines Zoettl Copyright «Focus» e per l'Italia «La Stampa» «Il Cancelliere si ripresenterà alle elezioni: la durata del suo mandato la decideranno lui e il Buon Dio dal quale dipende la nostra salute» «I liberali possono sopravvivere soltanto restando al nostro fianco, ogni altra scelta sarebbe un suicidio politico» «Il Cancelliere si ripresenterà alle zioni: la durata del suo mandato la decideranno lui e il Buon Dio al quale dipende la nostra salute» erali possono sopravvivere soltanto restando al nostro fianco, ogni altra scelta rebbe un suicidio politico» LAFONTAINBONN. Secondo cialdemocraticataine, il dibattitogoverno a Bonntanto l'incarico Theo Waigel qucancelliere Helm«Dietro le quinin un'intervista no General-Anzcrescente di espFdp (i tre partitidiscussione la calle prossime ele1998. Attraverso «gca», ha detto inoBonn, Kohl ha reundestag viene rinnovato ridiscutere il governo. In o non esistono posizioni rie. Se l'Spd fosse coerenprio per le affermazioni ul mio conto dovrebbe e di credere in ima vittol L'Sd l A sinistra il ministro tedesco delle Finanze mostra una medaglietta che raffigura l'Euro Sopra il cancelliere Helmut Kohl