«Mi hanno preso a sassate»

« «Mi hanno preso a sassate» Le «verità» di Ali: è stato un incidente Éil'tllACl'eM A UNA GROTTESCA AUTODIFESA SULMONA DAL NOSTRO INVIATO «Mi hanno preso a sassate e per questo le ho uccise». E' grottesca, puerile, inverosimile, la ricostruzione che il pastore macedone Alyebi offre ai magistrati. Il breve interrogatorio di ieri mattina, condotto dal gip Guido Marcelli e dal pm Aura Scarsella, lascia sconcertati. Alyebi, assistito dagl'avvocato d'ufficio Vincenzo Cólàiacovo, ha deciso di mostrarsi collaborativo. Ma lo fa di testa sua. E diventa ridicolo. «Quelle ragazze, signor giudice - ha raccontato a testa bassa, senza mai fissare negli occhi i presenti - sono passate per il sentiero vicino a me». E fin qui è una banalità. Si sa che gli hannno chiesto un'indicazione. Che lui ha indicato un sentiero che conduceva verso un boschetto isolato. «Ma io, signor giudice, non so a un certo punto che cosa è passato per la loro testa. Non lo so. Forse hanno avuto paura perché un mio cane ha cominciato ad abbaiare e ringhiare. Mi creda, signor giudice, io non lo so. A un certo punto, una di loro, non so quale, si è girata di scatto, ha afferrato una pietra e l'ha lanciata verso il cane. Solo che ha sbagliato la mira e mi ha colpito in fronte». Sassi? Cane? Colpo in fronte? I due magistrati hanno sgranato gli occhi. Mai la sopravvissuta, Silvia Olivetti, ha parlato di una cosa del genere. Lei anzi ha raccontato che lui le aveva seguite dopo pochi passi. «No, signor giudice, una ha tirato una pietra. E mi ha colpito in fronte. Io sono caduto. E lì c'è stato l'incidente. Dalla pistola che io portavo alla cintola è partito un colpo di pistola. E loro sono morte». Sì, proprio così. Sprezzante del ridicolo, il ventitreenne pastore macedone ha sostenuto e fatto mettere a verbale che si trattato di un incidente. Anzi, di un colpo accidentale. Che poi abbia ammazzato due ragazze, con un colpo solo, è un particolare che lo interessa poco. «Il proiettile sarà passato prima attraverso una, poi ha ferito l'altra». Bene, l'hanno interrotto i giudici, lei sostiene che fu un colpo accidentale. E come è morta, scusi, Diana Olivetti, che è stata trovata morta con un proiettile in petto e denudata? «Questo non lo so spiegare. Io ero svenuto dopo il colpo alla testa». Ma evidentemente i giudici non possono accettare una spiegazione del genere. «Ricostruzione fantasiosa e del tutto inverosimile», la descriverà poi il pm Aura Scarsella. Insistono. Ma lei lo sa che Silvia Olivetti, che ci ha raccontato i fatti in ben altra maniera, a un certo punto è scappata tra i monti? «Io ho visto che una ragazza andava via. Ma non ci ho fatto caso». E la violenza carnale? «Non ricordo». Dunque, dicono i magistrati con l'ultimo filo di voce, lei vuole farci credere che fu un incidente fortuito. Ma in questi casi non si corre in paese a chiedere aiuto? Magari qualcuna si potrebbe salvare. «No, signor giudice, io non potevo proprio andare via. Avevo le pecore da seguire, io. Lei lo sa, trecento pecore da guardare che non si perdono e poi da mungere». Ma questo ennesimo sproloquio di Hasany sulle pecore che vanno munte perché rischiano la mastite è stato bruscamente interrotto. Il tutto è stato scodellato con l'aria più innocente di questo mondo. Quasi risentito, Ali, che si mettesse in dubbio la sua parola. Ma hai raccontato a qualcuno quanto era successo? «No». Nemmeno al tuo padrone, al datore di lavoro Mario Jacobucci? «No». E la pistola, che ne hai fatto? «L'ho messa al solito posto». Grottesco, come s'è detto. Ma tant'è. Il pastore venuto dalla Macedonia per caracollare a cavallo lungo i sentieri della Maiella ci tiene anche a presentarsi come persona istruita. Come uomo di mondo. Non gli piace l'etichetta di troglodita del 2000. Titolo di studio? «Scienze politiche». Forse si era anche iscritto all'università, nel suo Paese, cinque anni fa. Lingue conosciute? «Cinque: oltre al macedone, parlo l'albanese, il turco, un po' di francese, bene ;|' l'italiano». E finisce così, rapidamente, m l'interrogatorio. C'è ben poco da scavare in una storia dove tutto è chiarissimo. Dove per un caso incredibile, una combinazione di destino e di volontà, c'è una sopravvissuta che ha potuto dare l'allarme e poi collaborare alle indagini. Quando gli dissero, ad Ali, che una ragazza era scampata alla strage e lo accusava, lui ebbe una reazione di sbalordimento. Mai avrebbe creduto che Silvia potesse salvarsi tra quei boschi. Ieri, quando gli è stato notificato l'ordine del gip, che convalida il suo arresto con durissime motivazioni, non ha fatto un cenno. Francesco Grignetti «La pietra mi ha colpito in fronte, sono caduto, e dalla pistola è partito un colpo» «Perché non le ho aiutate? Non potevo andare via, io ho trecento pecore da accudire» |' m A sinistra Alyebi Hasani mentre viene portato via su una macchina della polizia A destra il suo padrone, Mario Iacobucci, entra in questura Sopra Diana Olivetti Il suo funerale si svolgerà martedì ad Albignasego in provincia di Padova

Persone citate: Diana Olivetti, Francesco Grignetti, Hasani, Marcelli, Mario Iacobucci, Mario Jacobucci, Silvia Olivetti

Luoghi citati: Albignasego, Macedonia, Padova, Sulmona