Immigrati raffica di espulsioni

Ma PaUontanamento effettivo resta una chimera: 3600 su 25 mila nei primi 7 mesi ^r Ma PaUontanamento effettivo resta una chimera: 3600 su 25 mila nei primi 7 mesi ^r Immigrati, raffica di espulsioni Da Udine a Pescara: foglio di via per 47 stranieri ROMA. Se il governo ha scelto la linea morbida verso gli «ospiti» albanesi, ha voluto dare invece un segnale di rigore in materia di espulsioni e di controllo degli irregolari. La cronaca di ieri, infatti, dice che cinque cittadini tunisini facenti parte del gruppo di cinquanta che si erano resi responsabili nei giorni scorsi di diversi episodi criminosi a Padova, sono stati espulsi con decreto del ministro dell'Interno. Un albanese di 38 anni che aveva impiantato una fabbrica di documenti falsi da vendere a connazionali irregolari, è stato scoperto a Torino. Lui stesso aveva quattro diverse identità. E' stato espulso con decreto del ministro. I quaranta clandestini del Bangladesh e dello Sri Lanka bloccati due giorni fa dai carabinieri nei pressi di Palmanova del Friuli, dopo essere stati accuditi e rifocillati, anche loro sono stati espulsi. Un giovane albanese che ha aggredito a Pescara due travestiti, è stato arrestato: si è scoperto che aveva tre decreti di espulsione mai rispettati. Espulso anche lui, questa volta sul serio. Piccoli fatti, ma che sono altrettanti segnali. Espellere un irregolare dal nostro Paese però resta sempre una impresa ardua: nel '97 ci sono state 25 mila espulsioni, ina solo 3600 sono andate in porto. Vediamo perché, facendo due esempi. Primo esempio. Un ragazzo albane¬ se, irregolare, facinoroso, che dia problemi di ordine pubblico o di sicurezza per lo Stato, viene immediatamente riaccompagnato alle frontiere con un decreto del ministro dell'Interno (come il caso dei cinque tunisini sopra citato). Caso chiuso. Ma ci vuole un decreto del ministro. Secondo esempio, più comune. Una prostituta nigeriana che sia invece solo irregolare (senza particolari problemi di ordine pubblico) riceve un foglio di via dal prefetto di una provincia che ne scheda le generalità nella sua banca dati. La signora in questione ha però quindici giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso al Tar e spesso in quel lasso di tempo o fa perdere le tracce di sé oppure, ricorrendo a contraffattori di documenti, cambia identità. Va ad esercitare in un'altra provincia. Anche lì viene ferma- ta e riceve un altro foglio di via. E' il secondo, e la legge stabilisce che dopo questo c'è il riaccompagnamento automatico alle frontiere. Ma i provvedimenti amministrativi, come il foglio di via, non vengono schedati in una banca dati centralizzata, e la prefettura della seconda provincia non sa quello che ha fatto la prima, e per lei quel foglio di via è il primo.-Così la signora la farà franca. Cambierà ancora provincia. Ammettiamo che alla fine venga ripescata in una provincia in cui abbia già ricevuto un foglio di via. A quel punto deve essere riaccompagnata alla frontiera e, a questo scopo, trattenuta in questura per un massimo di quarantotto ore, cioè due giorni. Però, sfortunatamente, il primo aereo per il suo Paese è in partenza solo dopo cinquanta ore: la signora ha pur sempre due ore buone per poter filarsela. E così via. [r. mas.] ^ Il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano

Persone citate: Giorgio Napolitano

Luoghi citati: Bangladesh, Friuli, Padova, Palmanova, Pescara, Roma, Torino, Udine