E Berlusconi salì sul pulpito

«Poco prima di morire mi ha raccomandato mio fratello Paolo» IL CASO IL DOLORE DEL CAVALIERE «Poco prima di morire mi ha raccomandato mio fratello Paolo» E Berlusconi salì sul pulpito Per ricordare la zia suora al funerale MILANO DALLA REDAZIONE Le uniche parole sono per sua zia. Di Bossi e degli immigrati Silvio Berlusconi non parla, «fino a settembre», promette. E meno che mai lo fa in un'occasione triste come il funerale della zia Edvige Marina, morta mercoledì all'età di ottantaquattro anni. Una cerimonia durante la quale il leader di Forza Italia ha voluto ricordare la zia che forse amava di più tra le cinque sorelle di suo padre Luigi, e che gli era stata molto vicina durante tutta la sua fortunata carriera imprenditoriale e politica. Nella chiesa di San Paolo Apostolo, ieri pomeriggio a Milano, c'era tutta la famiglia, i due fratelli Silvio e Paolo e la madre, e il cugino Giancarlo Foscale. C'erano Fedele Confalonieri e Franco Baresi nella nuova veste di dirigente del Milan, una corona di fiori da parte di dirigenti e giocatori rossoneri e uno stendardo della squadra portato da cinque ragazzi delle giovanili. Assente Veronica Lario, c'era l'attrice Katia Noventa, fidanzata di Paolo Berlusconi. Tra le circa duecento persone che hanno riempito la chiesa molte suore dell'ordine della Madonna di Loreto, cui la zia era devota. La cerimonia comincia alle tre meno un quarto, Silvio Berlusconi arriva cinque minuti dopo, percorre solitario la navata e si siede su un banco vuoto. Poi gli si avvicina il fratello Paolo. Sopra al feretro vola tra le volte una rondine, curiosamente entrata in chiesa, fa qualche giro sopra alle preghiere che si alzano e subito qualcuno mormora: «E' un buon presagio». Fuori, intanto, sul sagrato, alcuni curiosi di¬ scutono di Milan e di Juve, aspettando di «vedere Silvio che esce», mentre in chiesa, Libero Tresoldi, vescovo di Crema e amico di famiglia, commemora una donna molto devota. Lo stesso ricordo che ne ha suo nipote Silvio. In chiusura di cerimonia, Berlusconi si alza, sale all'ambone e pronuncia un breve discorso. «Voglio adempiere a una piccola promessa che la zia mi ha fatto fare qualche giorno fa, quando si stava accorgendo che ci avrebbe lasciato. Mi disse: "Dopo il funerale stringi la mano a tutti quelli che mi hanno voluto bene e io dal Paradiso pregherò per loro". Sì, perché era sicura di andare in Paradiso, dopo una vita di sacrificio e di preghiera». La zia aiutava i bisognosi e Berlusconi prende l'impegno di continuare a fare queste opere di bene, e rievoca ancora altre raccomandazioni, «disse che dovevo continuare a ricordarla e che dovevo stare vicino a mio fratello e alla mia famiglia». Le parole del leader di Forza Italia tornano a quella che «è stata una morte serena, lei era serena, ha chiuso gli occhi e si è addormentata, è andata via in punta di piedi, e mai, da quando si è ammalata, è stata di ingombro. La sua è stata una vita serena e ci ha lasciato tutti sereni. Ora sono certo che dal Paradiso ci sta guardando». All'uscita della chiesa, Berlusconi vuole essere subito di parola. Mani famose e mani anonime lo cercano, lui non si nega. E' un piccolo bagno di folla, una carezza e una parola ai. giovani che portano lo stendardo del Milan. Un abbraccio a Baresi, i fotografi si scatenano e nasce l'unica piccola ressa. Poi tutti via verso il Cimitero monumentale dove Marina verrà tumulata. Silvio e Paolo Berlusconi ieri a Milano nella chiesa di San Paolo Apostolo per i funerali della zia Edvige Marina

Luoghi citati: Crema, Milano, San Paolo