Perugia, Savia vuole collaborare

Perugia, Savia vuole collaborare Potrebbe chiarire i suoi rapporti con Melpignano. Lunedì nuova istanza di scarcerazione Perugia, Savia vuole collaborare Usuo legale: «Ma ipm non hanno nulla in mano» PERUGIA Impegni di «ordinaria amministrazione», ieri mattina, per il pm di Perugia Fausto Camelia, uno dei magistrati che indagano sulla Tangentopoli romana. Ha infatti trascorso parte della mattinata nell'aula delle udienze del gip, dove erano in programma un paio di procedimenti, per questioni di droga, con imputati detenuti. Nella procura perugina, comunque, non è soltanto l'indagine Bonifaci-Savia-Melpignano a tenere banco in questi giorni di agosto. Ih particolare, gli inquirenti sarebbero in queste ore al lavoro anche sui molteplici filoni d'inchiesta riguardanti Pierfrancesco Pacini Battaglia. Frattanto - dopo il chiarimento fornito giovedì da Sergio Melpignano sul famoso conto «della suocera» - anche il magistrato Orazio Savia sarebbe intenzionato a spiegare - dopo un colloquio con il suo legale - alcuni aspetti che lo riguardano. In particolare - secondo quanto si è appreso - Savia intenderebbe chiarire soprattutto i suoi reali rapporti con Melpignano. Sempre a proposito di Savia, lunedì prossimo il gip di Perugia, al suo rientro dalle ferie, troverà sulla scrivania una nuova istanza di scarcerazione presentata dai difensori dell'ex pm. Questa la decisione presa nel pomeriggio di ieri, dopo il nuovo incontro con gli avvocati. A detta dei difensori, infatti, i tre mesi che ha trascorso in carcere rappresentano un periodo più che sufficiente per svolgere qualsiasi indagine. «I pm non hanno nulla in mano contro di lui, altrimenti non continuerebbero ad opporsi alla sua scarcerazione»: lo ha detto ieri l'avvocato Ugo Longo, all'uscita del carcere di Perugia, dove si è incontrato con il suo assistito. «Il dottor Savia - ha detto il legale - è in carcere da quasi tre mesi ed ancora nessuno gli ha spiegato in che cosa si sarebbe concretizzata questa pretesa corruzione: e cioè quale ne sarebbe l'oggetto e chi il corruttore». E ancora: «Non gli sono state mai contestate accuse concrete, nemmeno nell'ultimo interrogatorio». A proposito di custodia cautelare, quello nei confronti di Savia, Melpignano e Bonifaci è «uno dei periodi più lunghi applicati a Perugia, non solo nei procedimenti che coinvolgono i magistrati romani». A sostenerlo è l'avvocato Stelio Za- ganelli, uno dei difensori di Bonifaci. «La prossima settimana - ha detto il legale - valuteremo quali ulteriori iniziative intraprendere nell'interesse del nostro assistito. Abbiamo fatto ricorso in Cassazione contro l'ordinanza di custodia cautelare - ha aggiunto - ma deve essere ancora fissata la data di discussione dell'istanza». [r. LI Nella foto il magistrato Orazio Savia rinchiuso nel carcere di Perugia

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