Prodi a Bossi: l'Italia è sempre più unita

Il premier replica alle minacce del segretario. Baget Bozzo: Berlusconi vuole l'intesa Il premier replica alle minacce del segretario. Baget Bozzo: Berlusconi vuole l'intesa Prodi a Bossi; l'Italia è sempre più unita Ma c'è la «griglia» per il voto padano ROMA. «Stando qui al Sud mi sono accorto che l'Italia è sempre più unita. Questo è il cuore della gente...». Nelle stesse ore in cui Umberto Bossi, da Ponte di Legno, traccia insieme al fido Gnutti la «griglia» che dovrebbe portare alle elezioni padane, a Pantelleria Romano Prodi chiude le sue vacanze con una frecciata al Senatur e ai suoi progetti di secessione. Bossi continua la marcia verso le «sue» urne: «Sono già state presentate 10 liste - annuncia Gnutti -. La Lega non parteciperà, non farà comizi: il nostro compito è quello di organizzare le convention che dovranno portare alla nascita di una nuova destra e di una nuova sinistra: la destra e la sinistra padane». A Roma, intanto, i commissari della Bicamerale sembrano intenzionati a dichiarare inammissibile il referendum per la secessione proposto dai leghisti, sul quale il presidente del Senato Mancino aveva chiesto un parere urgente, e il vertice dei popolari insiste per la linea dura: «E' evidente che non si potrà permettere a Bossi di portare avanti ancora per molto il suo spettacolo di giro, che sempre più rischia di assomigliare alla parodia di un golpe sudamericano», spara Giovanni Bianchi, senza peraltro rinunciare a mettere nel mirino i vecchi compagni di strada del cdu: «Ormai anche il Polo, con la sola eccezione del ritardatario cronico Buttiglione, si è reso conto che qualsiasi forma di trattativa con la Lega rischia di affondare nella pa- lude di una strategia incompatibile con l'integrità nazionale...». In realtà, il fronte del Polo è meno compatto di quanto lasci intendere Bianchi. E anche all'interno di Forza Italia le idee sul comportamento da tenere nei confronti dei leghisti sono tutt'altro che omogenee. Enrico La Loggia, capogruppo dei senatori berlusconiani, chiede al governo un intervento diretto per impedire le elezioni padane. Accordi elettorali? Non se ne parla. «Piuttosto sia l'Ulivo a dare un esempio di coerenza - insiste La Loggia -, lasciando da subito le giunte che divide con la Lega». .. Ma Gianni Baget Bozzo, accreditato come consigliere politico del Cavaliere, va contro corrente. E in una intervista a Radio Popolare rivela: «Berlusconi ha sempre cercato un accordo con Bossi: Forza Italia vuole un'intesa con la Lega in tutto il Nord in vista del voto amministrativo. H fatto nuovo e im- portante è che alleanza nazionale segue la medesima linea, in modo da rendere possibile un ritorno all'alleanza del '94...». Non tutti però sarebbero d'accordo: «Dentro Forza Italia c'è un polo governativo che limita Berlusconi», dice il politologo genovese. Che cosa significa? «A seconda dei momenti - spiega al telefono Baget Bozzo - nel partito emergono due anime. Una cura i rapporti con il governo sui grandi temi nazionali, l'altra più attenta alle esigenze elettorali del Nord. Io credo che il Polo debba offrire a Bossi una via d'uscita dal vicolo cieco della secessione. Continuando così, la Lega costringerà il governo a reagire. E non è interesse del Polo lasciare al regime dell'Ulivo la possibilità di usare la repressione, magari mandando l'esercito al Nord...». A sinistra, per il momento, si di¬ scute della proposta di La Loggia. Con molte perplessità: «I popolari hanno già preso un'iniziativa netta per rompere con la Lega - dice Dario Franceschini, vicesegretario del ppi - e questo La Loggia lo sa bene. Ora si tratta di capire se Berlusconi e Fmi faranno prevalere il senso dello Stato o l'interesse di parte. Se la strada fosse la prima allora si potrebbe ragionare su un "patto per l'Italia" tra Polo e Ulivo, per escludere ogni intesa con la Lega, a tutti i livelli». Sulle stesse posizioni il pidiessino Gavino Angius: «Basta con il gioco dei quattro cantoni - attacca -. Questa vicenda non può essere trattata in maniera strumentale: la Lega è diventata un movimento antidemocratico, antisolidaristico, con fortissime venature razzistiche. Un movimento reazionario da combattere insieme...». Sull'altro fronte, però, an non si fida: «Non vedo perché dovremmo fare questo regalo all'Ulivo», taglia corto Gasparri. Bossi, dalle sue montagne, fa spallucce. «Quelli ci provano sempre - dice il Senatur - ma ormai anche loro sanno benissimo di essere sotto scacco, scacco matto. Non possono più fare finta di niente, sanno che devono trattare, devono concedere qualcosa di concreto sul piano del cambiamento». Bossi si dilunga solo sul parlamento del Nord, sul resto è telegrafico. Le alleanze per le amministrative? «Sarà la Liga veneta a presentare mia proposta al consiglio federale». Gli attacchi di Veltroni, che in una intervista ha dichiarato che in un Paese serio non possono esistere due Parlamenti? «Contano i fatti, non le trombette, e a Veltroni il popolo padano gli fa cucii». L'unificazione a Verona delle inchieste giudiziarie sulla Lega? «Lo Stato tenta di reagire con la forza, ma ci sono tempi in cui il popolo sopporta certe cose e c'è un tempo invece in cui non le sopporta più». Anche i progetti per le elezioni padane, comunque, potrebbero finire nel mirino dei giudici. «Prendo atto di questi comportamenti - dice il procuratore veronese Guido Papalia -. Cerco di valutarli anche ai fini delle mie indagini». [g. tib.] Umberto Bossi durante l'ultimo comizio nelle vacanze a Ponte di Legno