«Tradite dalla sua gentilezza» di R. E.
«Tradite dalla sua gentilezza» «Tradite dalla sua gentilezza» La superstite: ma amo ancora questi monti ASULMONA MO ancora queste montagne. Quello che è accaduto non può confondersi con la mia passione per la natura. La penserebbero così anche mia sorella e Tamara». Silvia Olivetti, l'unica sopravvissuta alla furia cieca del pastore macedone, non odia la montagna sacra degli abruzzesi. La Maiella non ha colpe. Silvia lo ha detto al sindaco di Sulmona, Bruno Di Masci, che ieri mattina si era recato in ospedale a farle visita. «Torna quando vuoi - le ha detto il sindaco - le nostre montagne ti aspettano». Silvia, che già lo scorso anno era rimasta incantata dalle zone del Parco nazionale d'Abruzzo, dov'era andata in gita, ha annuito. Sembra non serbare rancori di sorta la ragazza. Neanche verso il carnefice della sorella e dell'amica, e al quale è scampata miracolosamente, pare nutrire sentimenti avversi. «Era sembrato molto gentile con noi - aveva raccontato agli increduli carabinieri la stessa sera del suo ricovero - Un pastore educato, come mai ne avevamo incontrati. Gli altri, infatti - aveva detto Silvia - erano sempre molto schivi, chiusi. Se gli chiedevi qualcosa, l'indicazione di un sentiero, a volte non ti rispondevano neanche. Lui no. Se non fosse stato per l'abbigliamento, non sembrava neanche un pastore». Chiunque si è trovato Silvia di fronte in questi giorni è rimasto davvero sorpreso. Anche il Presidente della Regione Abruzzo. Antonio Falconio, ha detto di aver trovato «una ragazza forte e determinata», con tanta voglia di vivere, dotata di una carica non comune». Le sue indicazioni di salute, intanto, migliorano progressivamente. Ieri è stata sottoposta nuovamente alla Tac e a un'ecografia addominale. Ha avuto ancora incontri con lo psicologo e non le sono stati somministrati sedativi di alcun genere. I genitori, gli amici e i parenti che le si sono stretti attorno sembrano essere davvero la medicina migliore. Papà Alfio e mamma Gabriella vorrebbero che la loro figlia potesse lasciare presto l'ospedale di Sulmona. Ieri lo hanno chiesto esplicitamente alla direzione sanitaria. Avrebbero voluto riportare la loro ragazza in Veneto, trasferirla in un ospedale più familiare. Ma i medici si sono opposti. [r. e.]
Persone citate: Antonio Falconio, Bruno Di Masci, Silvia Olivetti
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