Piazza Navona show in pretura di Paolo Guzzanti
Una condanna e due assoluzioni per lo sfregio alla fontana del Bernini Una condanna e due assoluzioni per lo sfregio alla fontana del Bernini Piazza Navona, show in pretura SROMA OR pretore mio, io quela capriola la dovevo fa', pe 'na questione de principio. Prova ne sia che l'ho fatta. Però, e mica è corpa mia, la statua è risurtata fracica, robba che me potevo puro fa' male: e defatti è cascata. E eia fracicato a tutti come purcini. Li viggili urbani? Ma chi l'ha visti, sor pretò. Semmai più tardi, quanno so' aritornato pe' famme er tuffo vero e proprio, m'ariva un turista che se mette a strilla: nun te basta er danno c'hai combinato? Io, sor pretore mio, ho mantenuto er zangue freddo e j'ho arisposto: a' turista, nu lo vedi che nun so' c... tua, e che 'nvece so' c... mia? Comunque, pretò, je lo giuro: so' pentito e ne le fontane nun me ce butto più». E il pretore Marco Mancinetti, che era l'unico ieri mattina a piazzale Clodio a tenere a freno il riso, ha inflitto una bonaria ramanzina a Sebastiano Intili di 43 anni insieme con la mite pena di tre mesi, per aver fatto crollare un pezzo della fontana del Berni¬ ni a Piazza Navona, evento che ha fatto il giro del mondo e illustrato in un livido squarcio ferragostano lo stato dell'Arte a Roma. Il processo, ahinoi, è stato purtroppo esilarante: una albertosordata da «Giorno in pretura», fresco di battute che avrebbero fatto la fortuna di dieci sceneggiatori, e che hanno imposto un clima di ilare vergogna al dibattimento che ha avuto il suo eroe nell'avvocato difensore Aldo Ceccarelli, degno dell'attore Talarico, lanciato in un'arringa fantastica per retorica e opportuna impudenza. Gli altri due imputati, Giovanni Pisano e Mario Giorgini, sono stati assolti per non aver commesso il fatto, essendosi limitati ad assistere alle prodezze di Intili, con la fissa della capriola sulla coda del drago di pietra già crollata e riparata anni fa. Sullo sfondo di questo processo in cui la maleducazione trionfava (i telefonini come un prato di grilli, gli sghignazzi, i commenti ad alta voce) si è intravisto appena il vero imputato: il convitato as¬ sente imputato, per l'appunto, di assenza. Assenza di un servizio sorveglianza stabile e visibile a guardia del monumento più delicato e famoso, della piazza più famosa del mondo. Il signor Intili ha spiegato da par suo che lui e tanti altri, da sempre, fanno tuffi e piroette nelle fontane storiche. Ed è sembrato normale, come se, poniamo, ieri a Parigi si fosse scoperto che da anni alcuni allegri gaglioffi! disegnavano i baffi alla Gioconda. Abbiamo dunque avuto la prova, esilarante, oh sì, esilarante, del fatto che molti esuberanti Intuì impunemente si tuffano, si arrampicano, sguazzano, schizzano, sporcano opere d'arte trattate come sassi del loro cortile. E abbiamo appreso che soltanto l'indignazione di un turista e la grottesca pretesa di Intili di tornare a fare il bagno sul luogo del delitto, hanno consentito la brillante soluzione del caso poliziesco romano. L'avvocato Ceccarelli ha dunque fatto benissimo a mantenersi sul comico e sostenere che il suo cliente non poteva essere immerso nella fontana perché «mica è un sommergibile». Del resto la sua paradossale pretesa di chiedere i danni al Comune per i rischi corsi dal suo assistito nel demolire i capolavori con cui usa trastullarsi quando sente caldo, risulta non priva di logica. Quel che disturba in questa storia è che l'elemento grottesco e cinematografaro abbia alla fine fatto Eremio sulla vergogna dell'abandono. Il processo con le sue allegre battute («Ce so' salito piano come 'na piuma, mica come un somaro...») ha penosamente dimostrato che non ha alcun senso trascinare alla gogna tutti i balordi di città, senza chiedere viceversa conto, e presentare il conto, a chi dovrebbe per istituto impedire che tali farse siano replicate a capriccio della torbida allegrezza degli imbecilli. Paolo Guzzanti SERVIZI A PAG. 16
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