Buttiglione: saremo noi a imporre le regole di Fla. Cor.

COSA PREVEDE IL CODICE Buttiglione: saremo noi a imporre le regole ONOREVOLE Buttiglione, ha sentito le condizioni di Bossi al Polo? «Ma come, non ha appena detto che alleanze col Polo non ne vuole fare? E poi in che lingua le ha formulate?». In italiano... «Ah bene, questo è comunque un fatto positivo. Guardi noi abbiamo rifiutato le intimidazioni della sinistra che ci chiedeva di proibire ai nostri partiti regionali di avere contatti con la Lega in vista delle prossime amministrative». Anche lei attacca Veltroni? «Ma certo, ci mancherebbe. Il suo è stato un intervento volgare. Come se Veltroni potesse insegnare a noi cosa dobbiamo fare per difendere il Papa. Quando io lottavo e soffrivo col popolo polacco lui marciava dietro la bandiera con la falce e il martello che era la stessa dei carnefici e degli aguzzini della Polonia. Certe cose non si fanno». Torniamo a Bossi, come risponde alle sue condizioni, on. Buttiglione? «Che noi a livello locale, per il bene della gente, non escludiamo la possibilità di avere rapporti con la Lega. Bossi ha fatto un gran can can per sabotare le eventuali intese, attaccando il Papa e insultando l'Italia. Lo sa perché oggi finge di porre delle condizioni per un accordo?». No, perché? «Perché ha bisogno di uscire dall'imbuto in cui si è infilato, di tornare sul terreno della politica insomma. Però vuole mantenersi il diritto di un doppio binario: da un lato parlare concretamente della politica reale, dall'altro poter restare su un piano virtuale, fatto di storie fantastiche, che andrebbero forse bene per un romanzo fantapolitico e fantascientifico». E voi cosa farete, allora? «Il Polo questo doppio binario non deve consentirglielo. Non può contemporaneamente fare il matto e stringere accordi. Anche perché se gli consentiamo questo lui avrà la libertà di passare dal piano dell'accordo al piano della follia quando gli pare e piace. Non si insulta il Papa e l'Italia il giorno prima per andare il giorno dopo a cercare accordi. E poi quando si chiede un accordo non si pongono pregiudiziali. Pregiu¬ diziali, semmai, possiamo porne noi». Andrà proprio così? «Certo, ecco le nostre pregiudiziali: rinuncia ad alimentare l'odio religioso, rinuncia ad alimentare l'odio fra cittadini di diverse regioni e rispetto dell'avversario». Scusi, ma non ha citato la rinuncia alla secessione... «Infatti, è così». E come mai? «Perché la secessione è il nocciolo dell'ideale di Bossi. Come lui non potrà chiederci la rinuncia all'unità, noi non possiamo chiedergli di abbandonare l'idea della secessione. Possiamo però incontrarci sul terreno deU'amministrazione dell'ente locale, dove non sono in gioco né l'unità né la secessione. L'importante è che Bossi accetti di non porre all'ordine del giorno la secessione, che dovrà restare un ideale un po' come accade nella Catalogna di Pujol». Scusi, ma le pare una strada percorribile? «Senta, non so se l'ha mai colpita una cosa: ha notato com'è meridionale il carattere di Bossi? Tutti gli elementi che fanno parte dello stereotipo del meridionale si ritrovano nel carattere del senatur. Parla senza pensare a ciò che dice, coltiva miti che non c'entrano con la realtà, sostituisce favole al lavoro. E sa perché? Perché questo è il carattere italiano, che ha pure molti aspetti positivi. Anche per questo vedo questa via percorribile». Ma lei, si fida di Bossi? «Oggi no. Prima mostri qualche segno di ravvedimento. Il mio giudizio non è definitivo. Oggi, francamente, chiedere al Polo di fidarsi di lui, sarebbe un po' troppo. Anche se si trova in brutte acque: ha creato un clima incendiario, non riesce più a comunicare alle masse, e se per caso qualcuno buttasse un cerino, ci fosse un provocatore dei servizi segreti di un altro Paese che agisce, ecco che in questo ambiente riscaldato potrebbero nascere deviazioni verso la lotta armata, regalando all'Italia altri anni di piombo. E in quel caso Bossi sarebbe moralmente e politicamente responsabile. Lui lo sa, e cerca una via d'uscita. Io non sono per chiudergli la porta in faccia». [fla. cor.]

Luoghi citati: Catalogna, Italia, Polonia