Resta in cella il tuffatore di piazza Navona di Fra. Gri.

Cronache Liberati gli altri due complici, domani il processo. L'Osservatore: l'arte vittima della nuova barbarie Resili in cella il tuffatore di piana Navone 77 Comune: paghino i danni alla Fontana del Bernini ROMA. Slitta a domani il processo ai tre vandali che due giorni fa hanno sfregiato la fontana di Bernini in piazza Navona. Ieri il pretore, Marco Mancinetti, con una decisione di pochi minuti, s'è limitato a convalidare l'operato della polizia. Quanto al principale responsabile, Sebastiano Intili, 43 anni, ne ha ordinato la custodia cautelare. Gli altri due, Mario Giorgini e Giovanni Pisano, 33 anni, sono invece stati scarcerati. Il pm, Maria Bice Barborini, aveva chiesto il carcere per tutti e tre. Domani il processo per direttissima. Il Comune di Roma intende costituirsi come parte civile. Il breve rinvio è stato richiesto dagli avvocati del Comune. Carlo Sportelli, dell'avvocatura comunale, molto agguerrito, vuole anche chiedere ai tre il pagamento dei danni: secondo una prima valutazione, occorreranno dieci-quindici milioni. Ma sarà difficile anche spillarli, questi milioni, al terzetto: uno è un disoccupato cronico e si arrangia con piccoli trasporti, l'altro fa il posteggiatore abusivo, il terzo è im¬ bianchino quando gli riesce. E infuriano già le polemiche. Alleanza nazionale grida alla «scarsa sorveglianza» da parte del Comune e annuncia di volersi costituire parte civile contro i responsabili «della mancata sorveglianza». Il pds lancia la proposta di un «tutor» per ogni monumento, da scegliere tra anziani e giovani volontari. Il sindacato di polizia Lisipo avverte: «Non è credibile mettere un soldato o un poliziotto davanti a ogni statua». Ma si fa sentire soprattutto l'Osservatore romano a proposito di una «eredità ottenuta senza merito» e tuona contro «il nuovo segnale di allarme che richiama l'attenzione di tutti, purtroppo ancora una volta in manera traumatica, sulla vulnerabilità del patrimonio artistico e monumentale italiano. Lo scempio di piazza Navona suggerisce ancora un'altra considerazione che lega l'emergenza monumenti a un allarme sociale». Si annuncia tragicocomico, comunque, il processo. Da una parte tre «romani de Roma», giovanotti vec¬ chia maniera, un po' bulletti, un po' spaventati, con piccoli precedenti penali e storie varie di tossicodipendenza. Dall'altra, un'amministrazione comunale che tiene a mostrarsi intransigente contro il vandalismo che imperversa per la città. Non per nulla, gli autobus comunali per mesi sono stati tappezzati di manifesti che invitavano al senso civico. Una sorta di pubblicità-progresso che stenta ad attecchire negli strati più sbandati della città. Ma i tre, e soprattutto Intili, non sono pentiti. E le famiglie oscillano tra la preoccupazione di vederli finire in un ingranaggio più grande di loro e l'assoluzione piena. La madre di Pisano: «Gli ho detto che è uno stupido. Di più che gli si può fare?». La convivente di Giorgini, Stefania: «Sì, mo' chiamiamoli pure vandali...». Sulla particolare situazione di Intili, l'unico che è rimasto in cella, è intervenuto il coordinatore del Movimento diritti civili, Franco Corbelli: al ministro della Giustizia Flick ne ha chiesto l'imme¬ diata scarcerazione. [fra. gri.]

Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma