Salvato da un persiano di R. Cri.
Salvato da un persiano Salvato da un persiano «1121 dicembre ero a Biella, non a Tortona» TORINO. Fin dal momento del loro arresto, Mastarone e il suo amico Lauria non hanno mai fatto ammissioni. La loro posizione è sempre stata definita «non collaborativa», nel senso che non hanno mai confessato alcunché. In particolare Mastarone aveva fornito un alibi, basato su una sua visita fatta alla sorella Simona, che abita a Buronzo, in provincia di Biella. «Quella sera non ero a Tortona, ma nel Biellese», ha ripetuto, senza essere mai creduto. «Ci sono stato per tutte le feste natalizie. Dunque anche la sera del 27 dicembre, all'ora del delitto. La sorella conferma, il vicino di casa - Emilio Mirra - pure. Ma non ricorda con esattezza il giorno. Ricorda di avere telefonato una di quelle sere di festa a casa di Simona per dirle di andare a riprendersi il gatto persiano, che era scappato. Rispose ima voce d'uomo: «Sono il fratello di Si¬ mona, lei è ancora al lavoro». Simona, verrà accertato, era veramente al lavoro. A supporto dell'alibi di Mastarone, interviene anche una sua amica, Claudia Negri, che dichiara: «Quella sera abbiamo cenato insieme a casa di sua sorella». Non viene creduta dal magistrato. Ed ora, salta fuori il tabulato della Telecom. Una telefonata da casa Mirra a casa Mastarone c'è effettivamente stata, alle ore 19.58 del 27 dicembre. Durata: 25 secondi. Il giorno, l'ora del delitto. Ieri uno dei difensori di Mastarone, l'avvocato Claudio SimoneUi, ha dichiarato: «E' sconcertante e mi indigna il comportamento tenuto dalla pubblica accusa: questi giovani sono stati in carcere almeno quattro mesi di troppo. Dal 22 aprile c'era a disposizione il tabulato della Telecom, ma non è stato fornito al gip per le sue decisioni». [r. cri.]
Persone citate: Claudia Negri, Claudio Simoneui, Emilio Mirra, Lauria, Mastarone, Mirra
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