«Liberatelo non è lui il killer dei sassi

Svolta nell'inchiesta di Tortona, il gip ordina la scarcerazione di Gianni Mastarone e di Francesco Lauria Svolta nell'inchiesta di Tortona, il gip ordina la scarcerazione di Gianni Mastarone e di Francesco Lauria «Liberatelo, non è lui il killer dei sassi» Ha un alibi l'uomo del cavalcavia TORTONA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Colpo di scena nell'inchiesta dei «sassi killer» lanciati dal cavalcavia della Cavallosa il 27 dicembre scorso, uno dei quali causò la morte di Maria Letizia Berdini. Dopo quasi sette mesi di reclusione, per Gianni Mastarone, 27 anni, di Viguzzolo, indicato come l'autore del lancio assassino, e Francesco Lauria, 25 anni, di Casei Gerola, si sono riaperti i cancelli del carcere. Liberi, hanno potuto tornare alle loro famiglie. Il provvedimento è del gip di Tortona Massimo Gullino, che ieri alle 11 ha depositato l'ordinanza di revoca della ".ustodia cautelare per entrambi. Le posizioni dei due indagati, infatti, sono strettamente connesse sotto il profilo probatorio. Solo i difensori di Francesco Lauria, Stefano Bagnerà di Casale, e Marco Gatti di Tortona, avevano presentato richiesta di scarcerazione il 14 agosto per il venir meno o, quanto meno, per l'affievoUmento delle esigenze cautelari. Il gip però, sebbene la difesa di Mastarone (Claudio Simonelli e Lorenzo Repetti di Alessandria) non abbia proposto istanza, ha deciso di provvedere d'ufficio, nonostante il parere contrario alla revoca della custodia cautelare espresso dal pm per entrambi gli imputati. Che cosa è stato a far cambiare idea al gip, quali nuovi elementi sono sopravvenuti a modificare lo stato degli atti sulla base dei quali aveva già deciso di tenerli in carcere? Nell'ordinanza il gip esamina per prima la posizione di Mastarone. Gli elementi indiziari a suo carico sono stati desunti essenzialmente dalle chiamate in correità di Sandro e Gabriele Furlan, Paolo Bertocco, Loredana Vezzaro e Roberto Siringo, che avevano indicato Mastarone come l'esecutore materiale del lancio assassino. Ma Gianni Mastarone ha sempre dichiarato la propria innocenza, sostenendo che la sera del 27 dicembre era a Buronzo a casa della sorella Simona, in compagnia di un'amica, Claudia Negri. Paradossalmente è stato il gatto persiano della sorella a restituire la libertà a Gianni Mastarone. 0 meglio, è stato il tabulato Telecom (e una telefonata in particolare) acquisito dal pm Aldo Cuva e mai prodotto prima della richiesta di rinvio a giudizio, a tirarlo fuori dal carcere. Dalla lettura degli atti depositati dal pm con la richiesta di rinvio a giudizio risulta che, dopo il 15 aprile (data dell'ultimo provvedimento del tribunale del riesame che confermava il rigetto della richiesta di revoca presentata dai difensori), sono emerse circostanze di fondamentale importanza. Dai successivi accertamenti è risultato che il 27 dicembre alle 19,58 vi fu una telefonata da parte di Emilio Mirra, il vicino di casa di Simona Mastarone, all'utenza della ragazza, che durò 25 secondi. Mirra aveva chiamato a casa di Simona per dirle di andare a riprendersi il gatto (che era solito recarsi a casa dell'uomo quando la padrona era assente), ma la ragazza era al lavoro e così rispose un giovane, che disse di essere il fratello di Simona. Secondo il gip, Mirra è teste attendibile, anche quando sostiene che il fratello di Simona si recò subito dopo da lui a recuperare il gatto. Da altre testimonianze, poi, si desume che il fratello in quei giorni ospite di Si¬ mona era effettivamente Gianni. «Ma soprattutto - scrive il gip nell'ordinanza - il dato documentale comprovante che effettivamente alle 19,58 del 27 dicembre, quando sul cavalcavia stava per iniziare o era già iniziata l'azione delittuosa, vi fu una telefonata del Mirra a casa di Simona Mastarone, induce a riconsiderare il giudizio negativo in precedenza formulato in merito all'attendibilità del teste Mirra e della stessa Claudia Negri (i quali, insieme a un lungo elenco di persone, so¬ no indagati per false dichiarazioni al pm, ndr), anche sul fatto che la persona che rispose a quella chiamata telefonica del Mirra fosse effettivamente Gianni Mastarone». Quanto a Lauria, secondo il gip è stato coinvolto sulla base dei suoi rapporti di amicizia con Mastarone (i due sono dipendenti della ditta Ruperto di Tortona). Secondo Gullino quindi gli elementi emersi dal tabulato Telecom relativo all'utenza di Emilio Mirra e dai successivi accertamenti sono di fondamentale importanza per l'alibi di Mastarone, «incidendo negativamente - di conseguenza - sull'attendibilità dei chiamanti in correità e riflettendosi, con eguale efficacia, anche sulla posizione processuale del Lauria». Maria Teresa Marchese Testimone conferma: venne a casa mia per riprendere il suo gatto che era fuggito Roberto SIRINGO, agli arresti domiciliari, 28 anni, tortonese, manovale, ha problemi neurologici. Avrebbe avuto il compito di avvertire dell'arrivo delle auto Francesco LAURIA, 24 anni, di Casei Gerola (Pavia), libero da ieri. Secondo l'accusa avrebbe guidato una delle auto della banda Gianni MASTARONE, 26 anni, di Viguzzolo. Libero da ieri. Il gip ha creduto al suo alibi: «Quella sera ero a Buronzo da mia sorella». Secondo l'accusa tu lui a centrare la Mercedes Paolo BERTOCCO, in carcere, 25 anni, cugino dei Furlan, abita poco distante dal cavalcavia. Ha sempre negato ogni addebito. Sul cavalcavia avrebbe lanciato pietre alle auto in uscita Paolo FURLAN, in carcere, 25 anni, di Tortona come i fratelli, ha scelto di non rispondere. Sarebbe stato uno dei tre che tirava sassi sulle auto in uscita dal cavalcavia Sandro FURLAN, in carcere, 22 anni, è finito in carcere anche in base alle accuse di Gabriele. I sassi sarebbero stati caricati sulla sua Tipo. Avrebbe fatto alcune ammissioni Loredana VEZZARO, libera, 19 anni, fidanzata di Sandro Furlan. Ha fornito elementi determinanti agli inquirenti. Quella sera sarebbe rimasta sull'auto col fidanzato Gianni Mastarone fotografato ieri subito dopo la scarcerazione

Luoghi citati: Alessandria, Casale, Casei Gerola, Lauria, Pavia, Tortona, Viguzzolo