UN GATTO E UNDICI OMBRE di Gabriele Romagnoli

1^ P UN GATTO E UNDICI OMBRE MAI dire gatto se non è nel sacco». Infatti, per via di un gatto e di una telefonata che lo riguardava e che funziona da alibi, il presunto autore materiale del lancio dal cavalcavia del sasso che uccise Maria Letizia Berdini e uno dei suoi presunti complici escono dal carcere. Ma non è solo questo. E' che tutta l'inchiesta di Tortona, adesso, rischia di fare la fine di una trappola per topi che salta. Via la prima molla, via la seconda e tac! il meccanismo scatta a vuoto, nessuno rimane imprigionato, l'esca mortale diventa un boccone facile da far scomparire e i topi, si sa, se non c'è il gatto, altro che prigione, i topi ballano. «Erano in undici sul ponte, quella sera», fu annunciato in un pomeriggio di gennaio, in una conferenza stampa che doveva chiudere il caso. In carcere ne sono rimasti cinque. Quattro hanno aperto la porta con le chiavi di un alibi (uno anche dopo essersi tagliato le vene). E quale è la prova regina contro di 'oro, da esibire al processo? La chiamata di correo di una ragazza che dice pure: «Il sasso lo tirò Gianni Mastarone», da ieri ufficialmente, a quell'ora, nel Biellese, attaccato a un telefono, a parlar del gatto, tirando fuori dal sacco lui e, forse, tutta la presunta banda. Gabriele Romagnoli CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Gianni Mastarone, Maria Letizia Berdini