Un vaso di Emile Galle e l'orologio da viaggio

SAPER SPENDERE SAPER SPENDERE Un vaso di Emile Galle e l'orologio da viaggio MARIALIDIA ha firmato la sua lettera con un «ps»: «Se l'oggetto risultasse di notevole valore vi sarei grata se non pubblicaste cognome, indirizzo e città, per tentare di evitare la visita dei soliti indesiderati "curiosi" nella mia casa». Ha avuto buon fiuto la lettrice, anche se le sue speranze erano certo superiori alla realtà. «Tanti anni fa - scrive ho avuto in dono un vaso di cui vi allego la fotografia. Si tratta di un vaso del famoso Emile Galle. Il bordo superiore di sei centimetri è liscio e fra le prime foghe del tralcio è fusa nel vetro la firma Galle. Mi è stato detto che si tratta di oggetto molto prezioso da conservare con molta attenzione. Potrei saperne di più?». Abbiamo presentato la foto e chiesto un parere a Franco Borga, esperto vetri Art Nouveaux, Art Déco e per l'opera di Galle. Ed ecco qualche notizia sull'artista: «Emile Galle, Nancy 1846 e 1904, di formazione letteraria e botanico, maestro della ceramica e nell'ebanisteria, è soprattutto considerato come il maestro vetraio più importante di tutta la storia del vetro, dopo il suo apprendistato avvenuto presso "la vetreria Burgun Schwerer a Meisenthal in Lorena, allievo di Désiré Christian. Alla sua morte, la manifattura viene diretta dalla vedova e dal genero Paul Perdrizet, che dal 1904 aggiungono accanto alla firma Galle una piccola stella, per poi sopprimerla alla fine del 1906. «L'attività della manifattura continua fino al 1931, anno di chiusura dei forno, mentre il magazzino protrae le vendite fino al 1935». Precisa l'esperto: «Va detto che il maestro, dopo aver disegnato e progettato i suoi vetri con le relative tecniche di esecuzione, non li soffiava, né incideva personalmente, anche se il suo occhio vigile controllava tutte le fasi della lavorazione». Ed eccoci al valore. «Il vetro del quale ho ricevuto la fotografia - sostiene Franco Borga non corrisponde ad una "pièce artistique , ossia ad un pezzo in cui esemplari si possono con¬ tare veramente sulle dita di una mano (e di conseguenza di notevole valore). Si tratta invece di un pezzo detto "industriale", dovuto alla lavorazione eseguita in serie con incisioni ad acido. E' un vaso cilindrico con base a cipolla di 60 centimetri di altezza, in vetro doppio, con decorazione di tralci di clematidi e foghe violacee su fondo opalescente color miele, con firma "Galle" in rilievo a cammeo. Epoca 1910, valore di mercato sei milioni». E' il turno delle curiosità, invece dei soliti quadri, che ormai troppo spesso si rivelano delusioni sia per i lettori sia per gli esperti che esaminano le foto allegate alle lettere. Sono stati parenti e amici ad aver convinto Valerio Bernardini di Almese a dover chiedere informazioni su un orologiosveglia «con pulsante che - se premuto - permette di udire battere le ore, le mezze ore e i quarti». Scrive il lettore: «L'ultima che mi è stata detta è che probabilmente questo orologio veniva donato da Napoleone ai suoi ufficiali durante le sue campagne. E' funzionante in tutte le sue prestazioni e mi piacerebbe sapere se quello che mi è stato detto corrisponde al vero». Diciamo subito che non è vero. «Gli orologi che Napoleone regalava ai suoi generali - afferma il professor Ferdinando Viglieno Cossalino - erano molto diversi e più importanti». Spiega il consulente tecnico del giudice per l'arte antica: «Si tratta di un orologio da viaggio o da carrozza, che viene comunemente chiamato "Sédan", nome della città francese nella quale ebbe origine questo modello. Il suo esemplare fu costruito a Parigi verso la metà del secolo scorso ed era dotato, in origine, di una robusta custodia di cuoio rivestita di velluto. Questi orologi erano muniti di un particolare movimento a suoneria che permetteva, durante i viaggi notturni in carrozza o nelle vetture poco illuminate, di conoscere l'ora esatta. Il suo valore si aggira intorno a un milione e 200 mila lire». Simonetta

Luoghi citati: Almese, Lorena, Nancy, Parigi