«Ora servono più controlli per uno carne di qualità»

«Ora servono più controlli per uno carne ili qualità» «Ora servono più controlli per uno carne ili qualità» GARANZIE DI SICUREZZA ON è solo per l'allarme sociale dovuto a «mucca pazza» che gli italiani consumeranno meno carne: gli attuali 24 chili di bistecche a testa dovrebbero scendere a 19 nel Duemila, secondo più di un'indagine di mercato. Ma i produttori piemontesi, nonostante tutto, sono ottimisti: «Puntiamo sulla carne di qualità», assicura Marco Favaro, presidente di Agripiemonte Carni. Come? «Aderiamo al progetto di un'authority nazionale che gestisca una rete di controlli in accordo fra allevatori, associazioni di consumatori, polizia giudiziaria e servizi veterinari pubblici e privati. E' chiaro l'intento di realizzare un sistema di garanzie reciproche. Anche fra produttori di regioni diverse. Qual è il problema? Oggi chi va a comprare la carne spesso non sa da dove proviene la bistecca che vede sui banchi di vendita. Molti si affidano al rapporto fiduciario con il proprio macellaio. Ma, quando manca questo, può crescere il disorientamento fra i consumatori. Noi voghamo una rete di controlli che, alla fine, certifichi la provenienza del prodotto e ne assicuri la salubrità». «Questo obiettivo si differenzia - prosegue Favaro - da quello della certificazione di qualità, che per noi allevatori piemontesi già esiste in base a una legge regionale del 1988 e che si è tradotta in alcuni marchi, ben visibili sui banchi di vendita. Si pone però il problema del mercato nazionale, che non ha regole certe e soprattutto valide per tutti nella determinazione della certificazione dei prodotti. In presenza dell'attuale Far West non possiamo che insistere sull'idea di un'authority che vigili, con strumenti di controllo a dispozione, sulle garanzie da offrire a tutti, consumatori e allevatori». Il progetto di un'authority nazionale verrà discusso sabato prossimo a Caorle da un gruppo di lavoro di cui fa parte Mario Valpreda, responsabile del servizio veterinario della Regione Piemonte: «Si tratta di arrivare a una carta d'identità della carne che tranquillizzi chi si prepari a consumarla e consenta di emarginare la concorrenza sleale ai produttori. Le loro maggiori associazioni sono d'accordo nel dare un segnale forte ai consumatori. Detto questo, ,va aggiunto che sulla "mucca pazza", qui in Piemonte, si è creato troppo allarmismo: si può mangiare tranquillamente la carne proveniente dagli allevamenti della regione. Rischi per la salute non ce ne sono. Attenzione, però, ai marchi di qualità». Valpreda ha un'altra osservazione sulle informazioni date in queste settimane: «Ricordate le ultime indicazioni comunitarie? Prevedono che ai bovini con oltre un anno di età, quando siano macellati, siano asportati occhi, tonsille e cranio prima della commercializzazione dei capi. Ebbene, equivocando sull'interpretazione di questa disposizione, alcuni noti gastronomi hanno dichiarato e scritto sui giornali che il bollito è stato bandito. Non è vero: lingua, musello e guanciali possono essere consumati. La cautela è importante, ma anche l'informazione deve essere precisa». [al. ga.] Gli allevatori chiedono un'Authority nazionale timm ■■■>t'>> Mario Valpreda del servizio veterinario della Regione

Persone citate: Favaro, Marco Favaro, Mario Valpreda, Valpreda

Luoghi citati: Caorle, Piemonte