In coma s'indaga su «Mucca pazza»

Con i sintomi del morbo di Creut2feldt-Jakob: l'ha contratto mangiando prodotti bovini? Con i sintomi del morbo di Creut2feldt-Jakob: l'ha contratto mangiando prodotti bovini? In coma, s'indaga su «Mucca pazza» Ricoverato al Mauriziano Un uomo di 66 anni è in coma al Mauriziano con una diagnosi terribile: sindrome di CreutzfeldtJakob, una rara demenza presenile descritta nella letteratura scientifica sin dagli inizi del secolo e che si presenta in varie forme. L'ultima associa il morbo all'encefalopatia spongiforme bovina, più nota con l'appellativo di «mucca pazza» per l'immediata perdita di coordinazione muscolare. La possibile causa: il consumo di carne infetta. La direzione sanitaria dell'ospedale ha trasmesso al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello i dati relativi alla cartella clinica del pensionato, di origine pugliese, ma da molti anni residente a Torino. Il magistrato ha aperto un'inchiesta per appurare le abitudini alimentari del poveretto. Non c'è certezza della trasmissibilità all'uomo del morbo che ha colpito decine di migliaia di capi in Gran Bretagna, ma i sospetti sono fondati e il ministero britannico della Sanità li ha ufficializzati con una «dichiarazione» del 1996. In Italia, si è provveduto ad istituire, a cura dell'Istituto Superiore della Sanità, un apposito «registro» dei casi di Creutzfeldt-Jakob: duecento negli ultimi quattro anni. Guariniello ha affidato a un'assistente sanitaria, la biologa Giuseppina Pittatore, lo screening di questi casi per capire quali non siano da ascrivere alle forme tradizionali (fra le quali c'è quella provocata da ferri chirurgici infetti) e non associabili alla versione umana della encefalopatia spongiforme bovina (Bse). La cautela con cui il magistrato si muove è comprensibile. D'altra parte, Guariniello non sta con le mani in mano rispetto al problema più importante: quello della prevenzione. Il morbo si diffuse in Gran Bretagna alla fine degli Anni Ottanta in forma epidemica fra i bovini che erano stati alimentati con farine animali contenenti frattaglie di pecore contaminate da proteme infette. Sulla base della lettera inviata il 7 luglio scorso dalla Commissione Europea al governo italiano, il magistrato ha avviato nuovi controlli. Il primo ha consentito di scoprire la produzione e la commercializzazione di mangimi vietati perché contenenti anche farina di carne bovina. E' dal 1994 che in Italia è proibita la somministrazione ai ruminanti di farina di carne con proteine derivate da tessuti di mammiferi. Prevenzione della «mucca pazza». Tutti d'accordo. Il ministero della Sanità ha sempre emesso comunicati rassicuranti: «I nostri divieti sono rispettati». E invece no, ha risposto la Commissione Europea sulla base di un'ispezione condotta in Italia nell'autunno 1996 da veterinari inviati da Bruxelles: «E' verosimile che quantità importanti di mangimi non conformi alle disposizioni siano state e siano tuttora in circolazione in Italia». Una tal conclusione è stata suggerita dalla constatazione di controlli inefficaci e ha dato luogo all'avvio di una «procedura di infrazione» nei confronti del nostro go- verno. Ecco perché Guariniello ha immediatamente disposto nuovi controlli sul territorio di competenza della procura presso la pretura torinese. Ora osserva: «Al Mangimifìcio Morando sono stati scoperti prodotti con etichette che indicano fra gli ingredienti farina di carne bovina. Eppure, le ispezioni di veterinari dell'Usi di zona sono state numerose. Mi chiedo quali controlli si effettuino se nemmeno si sono notate violazioni così palesi». Guariniello polemizza garbatamente: «Capisco che si voglia tranquillizzare la gente, ma ritengo sia giusto farlo sulla base di controlli seri ed efficaci». Sulla prevenzione della encefalopatia spongiforme bovina il magistrato si è mosso da tempo. Prima con i controlli sui capi segnalati come sospetti. Poi sulla produzione di gelatine con l'utilizzo di carnicci che provenivano dalla Gran Bretagna. Oggi dice: «In Sicilia ci era stato segnalato un bovino colpito probabilmente da Bse. Solo che il contenitore con il cervello dell'animale macellato non è mai arrivato all'istituto torinese che avrebbe dovuto analizzarlo. 0 meglio, dopo venti giorni e un suo momentaneo smarrimento, è stato ritrovato non si sa come e dove rotto e con il materiale organico non più sottoponibile ad accertamenti. Il problema di controlli efficaci è realmente importante». Il magistrato ha avvisato ministero della Sanità e Regione del caso «Morando». E da Roma, ieri pomeriggio, è arrivata per fax l'ordinanza che sospende temporaneamente la vendita dei mangimi prodotti dall'azienda di Andezeno e che obbliga la Morando a ritirare dal commercio quelli già immessi sul mercato. L'azienda comunque si difende: «Le etichette in questione sono vecchie e oggi non commercializziamo più prodotti contenenti farina di carne». Alberto Galno L'inchiesta ora deve appurare le abitudini alimentari della vittima Sopra, i controlli sul bovini macellati e, a sin., Guariniello

Persone citate: Alberto Galno, Giuseppina Pittatore, Guariniello, Raffaele Guariniello