E la nonna restò sola di M. Cas.

Novantenne abbandonata in auto, i parenti in gita sui monti Novantenne abbandonata in auto, i parenti in gita sui monti E la nonna restò sola Verrebbe da dire: la nonna trattata come un cane ripensando alla insana e incosciente abitudine di troppi padroni di quattrozampe di lasciarli a morire di caldo e di sete nell'abitacolo infuocato per andare in spiaggia. La storia accaduta ieri a Cogne non è così drammatica, seppur altamente inquietante. Una madre novantenne è stata sistemata in auto mentre figlia e genero sono andati a passeggio. E' accaduto alle pendici del Parco del Gran Paradiso: una coppia di torinesi ha lasciato la madre di lei nella Punto e per un paio di ore si è goduta le bellezze della montagna. Non è una bella storia, però fotografa con un solo lampo, la difficile, spesso pesantissima condizione degli anziani e anche dei loro familiari. La signora dopo circa un'ora ha chiesto l'intervento di due vigili di passaggio. Si è sporta dal finestrino e ha sollecitato: «Per favore, mi aiutate a scendere? Devo andare in bagno». I vigili l'anno aiutata e con lei hanno atteso il ritorno dei parenti che si sono giustificati: «L'avevamo sistemata bene nell'auto, ci eravamo allontanati soltanto qualche minuto per una passeggiata». Ma i vigni non hanno voluto credere alle loro parole e hanno steso un verbale, inoltrato agli uffici della Procura del Tribunale di Aosta. Il reato ipotizzato è «abbandono di persona incapace». La storia, che avrà probabili strascichi giudiziari, ha avuto come protagonisti tre persone anziane. La più anziana lasciata sola da due meno anziane, ma non giovani che l'avevano portata con loro in vacanza. E' uno spaccato di quanto accade in molte famiglie dove persone quasi o ultrasettantenni accudiscono i cosiddetti «grandi anziani» spesso a prezzo di duri, quotidiani sacrifici. «Far guardare» la madre quasi centenaria da qualcuno di fiducia può costare una fortuna e pochi possono spendere cifre da capogiro; allora l'arrabattarsi tra i propri acciacchi, quelli di chi è più vecchio, la casa, la spesa, i conti diventa una autentica arte nella quale, ovviamente, eccellono le donne. Uno che da trent'anni si occupa dei problemi della terza età come Francesco Santanera è titubante: «Sarebbe necessario conoscere più particolari di questa vicenda, però mi sembra sbagliato di fronte a una persona di 90 anni decidere che è sicuramente incapace». Ironizza: «Provate a dirlo a Cuccia che di anni ne ha più di novanta e vedrete come reagisce». Precisa: «Voglio dire che può darsi che la signora non volesse o potesse passeggiare e avesse concordato con i figli di attenderli in auto. Se così fosse non ci sarebbe abbandono». E poi ricorda che «nella Costituzione non c'è mai la parola "anziano" perché ogni persona viene considerata un cittadino con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Gli anziani possono fare quello che vogliono. Invece troppo spesso amministratori e autorità li vedono come degli incapaci». Conclude: «In ogni caso parlare di abbandono mi sembra inadatto. L'abbandono molto spesso è da parte dello Stato che nega il diritto alle cure o alla mobilità a causa delle barriere architettoniche», [m. cas.]

Persone citate: Cuccia, Francesco Santanera

Luoghi citati: Aosta, Cogne