Si tuffa nel Po per sfuggire alle manette
Il giovane marocchino è stato denunciato, altri dieci connazionali sono invece stati arrestati per spaccio Il giovane marocchino è stato denunciato, altri dieci connazionali sono invece stati arrestati per spaccio Si tuffa nel Po per sfuggire alle manette Rimane un 'ora in acqua prima di «arrendersi» ai finanzieri Si può dire che conosca il Po a memoria, nella zona dei Murazzi, dalla parte del lungo Cadorna. E' Aziz Kadlì, 19 anni, marocchino originario di Rabat, con precedenti per spaccio, furto, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e false generalità (almeno otto nomi diversi accertati finora a suo carico). Infatti le ore trascorse sulle spallette protettive del fiume, in attesa dei suoi clienti tossicomani, hanno impresso nella mente di Aziz ogni sorta di buca o avvallamento possibile. Con la conseguente sicurezza che in certi punti l'acqua del fiume non è alta come può sembrare. Così, grazie a questa conoscenza, Aziz il giorno di Ferragosto è riuscito ad evitare il carcere. Quel giorno, nelle prime ore del pomeriggio, si è buttato saltando il parapetto della discesa dei Murazzi, in prossimità del salto della diga. Poi, per quasi un'ora è rimasto in piedi in mezzo al fiume, su un rialzo formato dai detriti, con l'acqua che gli lambiva il petto. Aziz Kadlì non voleva farsi ar- restare dai finanziari che grazie a un loro cane antidroga lo avevano individuato come spacciatore. Beffy, uno dei tre pastori tedeschi utilizzati venerdì scorso dalle pattuglie antidroga delle Fiamme Gialle, lo aveva fiutato insistentemente, cercando di infilare il muso in una tasca dei suoi pantaloni. Stremato dal freddo il giovane ha infine riguadagnato da solo la riva. Subito lo hanno bloccato, ma ormai della droga che poteva avere nascosta in tasca non c'era più traccia. Aziz, senza fissa dimora, da circa un anno in Italia in clandestinità, 16 anni dichiarati, ma almeno 19 stando alle radiogra¬ fie fattegli all'ospedale Mauriziano, è stato così nuovamente identificato e denunciato. Però solo per resistenza a pubblico ufficiale. Unica sua colpa quella di aver tirato un grosso sasso contro i militari che stavano per bloccarlo. Anche se in caserma aveva ancora avuto un altro accenno di reazione. D'improvviso aveva afferrato un paio di forbici da una scrivania tentando di tagliarsi le vene dei polsi. Temeva di finire in carcere una volta scoperta la sua vera età. Aziz Kadlì si aggiunge a un gruppo di connazionali (dieci in tutto) che, nel ponte di Ferragosto, sono stati arrestati dalla seconda compagnia del gruppo di Torino della Guardia di Finanza. Gli arresti sono stati effettuati in alcuni punti nevralgici per lo spaccio cittadino: sotto i portici di piazza Vittorio; nei pressi del chiosco che c'è in via Napione all'angolo con il corso San Maurizio; nel parco del Valentino, nel tratto di corso Massimo d'Azeglio compreso tra via Valperga Caluso e corso Raffaello. Tre di questi stranieri arrestati avevano addosso cospicue somme di denaro, fino a due milioni di lire, frutto della loro attività di spaccio. E tutti erano comunque senza fissa dimora, clandestini con precedenti per droga. Ivano Barbiero
Persone citate: Aziz, Cadorna, Ivano Barbiero
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