Parla l'attore-regista, premiato a Manfredonia per la carriera
Parla l'attore-regista, premiato a Manfredonia per la carriera Parla l'attore-regista, premiato a Manfredonia per la carriera Sordi: «Mi voleva l'America ma io dò lezioni di tango» FOGGIA. «Mi volevano in America, qualche regista avrebbe dato anche un braccio per avermi, ma ho sempre rifiutato: io so fare solo l'italiano». Alberto Sordi, alla vigilia del suo centonovantesimo ciak, si confessa a Manfredonia, dove ha ricevuto il Premio Baccante per avere esaltato la bellezza con la sua professione. E' in vena di confidenze, così racconta di quando, ancora studente, marinava la scuola per cercare parti da comparsa nei teatri di posa, oppure ricorda gli studi superveloci all'accademia filodrammatica di Milano: «Io continuavo a pronunciare fero, guera e così dopo una settimana mi mandarono via: lei non sarà mai un attore, mi disse un insegnante». E lui, a distanza di sessant'anni da quell'episodio, conferma: «Io non sono mai diventato un attore - dice -, sono un istintivo, recito per la smania di esibirmi e la mia forza è rappresentare la gente, l'italiano medio. Ho visto tanti attori con la dizione perfetta e la voce impostata restare al palo, io sono sempre qui». Ricordare la sua galleria di personaggi diventa inevitabile, dal ragazzone romano patito per l'America al giudice dalla lunga capigliatura che anticipa di dieci anni Mani pulite. «Ho interpretato tutti - aggiunge l'attore - ma soprattutto i birbaccioni, i ladri, i vigliacchi, quelli che si nascondono o che hanno un difetto, perché loro fanno ridere». Adesso, a 76 anni, Sordi vuole solo interpretare se stesso, cioè un anziano ancora molto curioso della vita. La prova del nove l'ha fatta col vetturino di «Nestore, l'ultima corsa», adesso ci riprova con «Lezioni di tango», il film che comincerà a settembre, di cui sarà regista e protagonista nei panni di un anziano maestro di tango. E lui, che oltre alla fama di eterno vitellone allergico al matrimonio si è anche guadagnato quella di uomo concreto e un po' tirato, si scioglie quando parla della terza età, di quell'e¬ sercito di ancora baldi signori che popola ospizi e case di riposo: «Io i nonni non li ho avuti - racconta -, per questo sono sempre stato molto affascinato dalle persone di una certa età. Hanno esperienza da vendere e invito i ragazzi a stare con i loro nonni, a non mandarli via: non saranno dei letterati, ma possono dare più di un'intera notte in discoteca». Per la terza età, degli uomini e anche dei cavalli come il suo Nestore, Sordi si sta dando da fare, con l'aiuto delle amministrazioni comunali più sensibili. A Roma e a Bologna ad esempio hanno già aperto delle case di riposo per muli e cavalli, che hanno servito reparti delle forze armate. In uno dei suoi ormai frequenti viaggi fra le case di riposo, a San Giovanni Rotondo, nel paese di Padre Pio, Sordi mesi fa rivide una sua vecchia insegnante, centenaria: «Fu un'emozione per me ritrovarla - racconta -: io non studiavo, facevo troppe assenze, ma lei l'avevo sempre ammirata. Ci siamo fatti un sacco di risate ricordando quanto ero discolo allora». Anna Langone Dice: «Io so fare solo l'italiano». Parla del suo prossimo film, in cui sarà un anziano maestro di ballo. Comincerà a girare in settembre Alberto Sordi ricorda gli studi superveloci all'accademia filodrammatica di Milano: «lo continuavo a pronunciare fero, guera e così dopo una settimana mi mandarono via»
Persone citate: Alberto Sordi, Anna Langone, Padre Pio, Sordi
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