Le lacrime dell'ultimo Doge

LA MEMORIA. La caduta di Venezia nei diari di Lodovico Manin LA MEMORIA. La caduta di Venezia nei diari di Lodovico Manin Le lacrime dell'ultimo Doge Austriaci e francesi strozzano la Serenissima JENERDI' 12 maggio 1797, con l'ultima seduta del Maggior Consiglio, finiva la gloriosa storia della Repubblica di Venezia. A ripercorrere i drammatici giorni che portarono alla caduta della Serenissima con gli occhi di uno dei protagonisti è il volume Io, l'ultimo doge di Venezia che Canal & Stamperia Editrice sta per mandare in libreria. Uscite in pochi esemplari nell'800, sono le straordinarie memorie di Lodovico Manin, il nobiluomo che nel 1796 si trovò a rivestire la più alta carica dello Stato. In un'Europa squassata dal vento della Rivoluzione francese e della nascente epopea napoleonica, Venezia sembra spiazzata dagli eventi. Incerta se schierarsi con i francesi o con gli austriaci finirà per rimanere vittima della sua stessa neutralità. «Il doge Manin - ricorda Giovanni Scarabello nell'introduzione al volume - fin dai primi tempi del suo dogado si rese conto della debolezza cui era giunto il "sistema" politico-istituzionale veneziano e rammenta come avesse più volte espresso la necessità di riforme intese ad ampliare la rappresentanza politica della popolazione dello Stato nelle sedi di governo e a riqualificarne gli esponenti». Con molta lucidità e altrettanta dignità nelle sue memorie il doge rivive giorno per giorno il susseguirsi frenetico degli eventi, dalla sua nomina nel 1796, all'ingresso degli «stranieri» nel territorio della Repubblica; dall'ultima riunione del Consiglio al formarsi della Municipalità, che sotto l'influenza francese avrebbe dovuto far nascere uno Stato democratico in Laguna. Poi a raffreddare chi si era illuso sulle reali intenzioni di Napoleone verrà il trattato di Campoformio, che consegnerà Venezia e gran parte dei suoi territori all'Austria. Manin vedrà succedersi generali francesi e luogotenenti austriaci e finirà amaramente i suoi giorni, nel 1802. Le sue memorie sono divise in quattro capitoli, nel primo Manin fa una «sintesi politica» degli avvenimenti, nel secondo ripercorre anno per anno i momenti salienti dal 1796 al 1802, nel terzo rievoca i giorni del trattato di Campoformio, nel quarto lascia il suo testamento. [r. mol.] «L'angustia da me sofferta neU'annichilamento della Repubblica è stata estrema» odovico Manin o Doge erenissima Un'immagine di Lodovico Manin con il caratteristico copricapo dogale Era nato nel 1726, fu il centoventesimo e ultimo successore di Paoluccio Anafesto che governò dal 697 al 717 «LneRe Un'immagine di Lodovico Manin con il caratteristico copricapo dogale Era nato nel 1726, fu il centoventesimo e ultimo successore di Paoluccio Anafesto che governò dal 697 al 717 Napoleone Bonaparte illuse i veneziani promettendo che sulle ceneri della Repubblica sarebbe nato uno Stato democratico Ma con il trattato di Campoformio cedette il Veneto e la Dalmazia agli austriaci

Persone citate: Giovanni Scarabello, Lodovico Manin, Manin, Napoleone Bonaparte

Luoghi citati: Austria, Dalmazia, Europa, Veneto, Venezia