«Nulli quei superpremi del Gratta e Vinci»

PORTOFINO Beffa dall'Avvocatura dello Stato «Nulli quei superpremi del Gratta e Vinci» Dal '96 un gruppo di bergamaschi reclama vincite per oltre 50 miliardi BERGAMO. Sono cinque fogli di carta, ma per gh aspiranti nababbi del «Gratta e vinci» bergamasco potrebbero pesare come un macigno. In quelle cinque pagine l'Avvocatura dello Stato consiglia al ministro delle Finanze di non scucire una lira. 154 miliardi che nel maggio del '96 erano piovuti in provincia di Bergamo grazie a una partita fallata di biglietti della lotteria istantanea dovrebbero rimanere dove stanno: nelle tasche del governo. Rispondendo alla richiesta di parere formulata da Vincenzo Visco, cui spetta l'ultima parola, gh avvocati dello Stato hanno stabilito che «tutti i biglietti facenti parte della serie con possibili errori (20 mila) e presentati per la riscossione delle vincite (2122) sono risultati irregolari». Questo perché, seppur regolari nella parte raschiata dal giocatore, i tagliandi non hanno 3 codice di validazione vincente (contenuto in un apposito spazio che non deve essere grattato). Per l'Avvocatura, «la situazione così rappresentata non consente il pagamento delle vincite pretese, pur non potendosi trascurare la delicatezza della questione». In pratica, una pacca sulla spalla ai beffati, ma soprattutto l'occhio rivolto al portafogli. Anche perché, spiegano gli avvocati di Stato, la cifra da sborsare supererebbe i 40 miliardi d'incasso previsti dal «Gratta e vinci». L'Avvocatura suggerisce però di attendere le decisioni dei magistrati di Bergamo, titolari di un'inchiesta che vede indagati per abuso d'ufficio Sandro Rigamonti, all'epoca dei fatti distributore della partita miracolosa, la figlia Nadia e il socio Alberto Von Wunster. Il pm Angelo "ribaldi si limita a dire che «l'indagine è conclusa. Devo solo decidere se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio». Un'inchiesta che ha portato anche al sequestro di biglietti vincenti per quasi 11 minareti che, secondo l'accusa, sarebbero stati nella disponibihtà di Rigamonti. Che il Re Mida del «Gratta e vinci» abbia tentato il colpaccio è per ora solo un sospetto degli mquirenti, ma che ci siano altri furbi in giro è accertato dalle ci- L'ulparspettal miTis ima ola a ora nistro co fre: dei 2122 tagliandi presentati all'incasso, ben 832 risultano regolarmente perdenti. I possessori devono aver pensato che nel marasma generale un colpo di fortuna potesse capitare anche a loro. Ma in questa vicenda non mancano nemmeno i poco accorti come Seregio Salvi di Curno che, avendo «vinto» e confidando nella tempestività dello Stato, si era comprato una fiammante Ferrari, tornata miseramente al concessionario non appena il ministero delle Finanze ha cominciato a storcere il naso sui pagamenti. A nulla è valso il suo sciopero della fame (11 giorni), ma forse qualche speranza la lasciano intrawedere i verdetti dei pretori di Brescia e di Bergamo che hanno ordinato l'ingiunzione di pagamento per due biglietti. La sentenza è stata impugnata dall'Avvocatura e ora la decisione è nelle mani dei giudici di secondo grado. Ai potenziali vincitori : non resta che coltivare ancora una. vol^a la virtù della pazienza. Anche se qualche segnale di cedimento comincia a trapelare. «Secondo me, se non vogliono fare la figura dei delinquenti, devono pagarci - sbotta Giorgio Moressa, presidente del comitato Lotto 71, che prende il nome dalla partita di bighetti fallati -. Questo è un abuso di potere. Non possono farci aspettare 16 mesi e poi dire che non ci pagano. Se Visco si fa influenzare dall'Avvocatura dello Stato, allora vuol dire che non conta nulla, perché a noi il ministro aveva detto che ci avrebbero pagato». A fine luglio i rappresentanti del comitato hanno avuto un incontro con Giorgio Benvenuto, presidente della commissione Finanze, e con il direttore dei Monopoh di Stato, che hanno promesso un nuovo «rendez-vous» in autunno per ridefinire la questione. «Speriamo sia la volta buona - sospira Moressa -. Il direttore dei Monopoh è favorevole a pagarci perché vuole risollevare le vendite del Gratta e vinci». Da quando è scoppiato il caso, infatti, la lotteria ha subito un calo del 51%. Stefano Set pelimi L'ultima parola spetta ora al ministro Tisco La manifestazione a Roma dei vincitori beffati dal «Gratta e vinci» fasullo distribuito nella zona di Bergamo

Persone citate: Alberto Von Wunster, Giorgio Benvenuto, Giorgio Moressa, Mida, Moressa, Rigamonti, Sandro Rigamonti, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Curno, Roma