«Ignoranti e colpevoli» di Marco Neirotti

«Ignoranti e colpevoli» «Ignoranti e colpevoli» Lo psichiatra: impossibile difendersi dagli stupidi Carmine Munizza Due di trentatré anni e uno di quarantatre. Confessano di aver fatto una bravata. E l'Italia grida allo scandalo per lo scempio che quella bravata ha provocato alla Fontana del Bernini. Ma forse non è bravata né sfida, è idiozia allo stato puro. «Quando accadono queste cose psichiatri e sociologi spiegano il disagio giovanile. Parlano, parlano... C'è poco da parlare. Ignoranti usano un monumento come una maniglia da piscina», dice Carmine Munizza, primario di psichiatria in una delle aree più difficili di Torino, travolta dai disagi della grande periferia verso l'autostrada di Milano, avamposto di sassi dai cavalcavia, di disperazioni che sfociano nei coltelli al bar, di suicidi appesi ai balconi da recuperare con il dialogo. Allora, professor Munizza, secondo lei questi sono tre fessi non pericolosi, soltanto ignoranti? «Io non li ho visti e parlo in generale. Non dico che non sono colpevoli. Anzi, non è colpevole il pazzo che non sa quello che fa. Da quello che ho capito questi non sono matti per niente, semplicemente "non sanno quello che fanno": sono ignoranti. Sono più colpevoli di un pazzo». Lei ha avuto a che fare con varie forme di disagio espresse in gare suicide in auto o odii improvvisi. Vede qui qualcosa di simile? «Per niente. I miei colleghi sono pronti a trovare duemila motivazioni nel disagio giovanile o U intorno, io non ci credo. Credo a un vuoto culturale, sociale: per questi un pezzo di statua del Bernini è davvero identico a una maniglia di una piscina. Si appendono, giocano. Non sanno». Non sapere può significare essere innocenti. «Io non entro nel giudiziario. Come psichiatra noto che una serie di gesti è cosciente di sé ma non delle conseguenze. Che ne sa del Bernini un ragazzo che non legge u giornale nemmeno per sapere se il suo vicino di casa si è fatto male? Non sanno quello che fanno, nel senso che non hanno strumenti. E' sociologia, certo, ma non è una scusante. Non pazzi, non sociologie della mutua. Semplicemente non sanno e non sapranno che esiste un Bernini». Però tutti proviamo il desiderio di scrivere su un monumento antico, di trasgredire in qualche modo. «Un desiderio controllato, magari liberato. Ma questa mi sembra stupidità e ignoranza allo stato puro. Una pateute psichiatrica, con un parere ufficiale, diventa un regalo, un di più. I cattivi e i fessi ci sono sempre stati. E nemmeno l'arte, come le persone in strada, si può difendere a priori da ignoranti e stupidi». Marco Neirotti Carmine Munizza

Persone citate: Bernini, Carmine Munizza, Munizza

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino