« Vuole una Padania atea e sfatalista » di Irene Pivetti

« V « Vuole una Padania atea e sfatalista » Pivetti: Umberto è un guru incarognito, ignoratelo ONOREVOLE Pivetti, lei è rientrata in Italia solo ieri dalle vacanze. Ha già letto i giornali? Ha visto quel che Bossi dice della chiesa e di papa Wojtyla? «Ho visto, ho letto. E' tutto molto triste. E non c'entra la politica, è un fatto di pessimo gusto e basta. Guardi, il mondo è pieno di gente che ama molto il Papa: oltre al fatto di riconoscerne la grandezza personale, intellettuale, morale, tanti lo amano profondamente, pregano per lui tutti i giorni, offrono sacrifici per lui. Quindi io provo solo tanta tristezza nel sentire quel che dice quel guru incarognito di Bossi». Dal punto di vista strettamente politico, quella di Bossi può essere una mossa «furba»? «No. Questa non è nemmeno una mossa politica. Non è niente, è un'offesa e basta. Un atto di puro odio. E Bossi non sa che la Chiesa prega anche per lui... e reagisce con un atto di ag- gressione». Ma qual è il progetto che Bossi ha in testa, secondo lei? «Bossi si è messo in testa di ricostruire la Padania come uno Stato ateo, e anche statalista. Ha in mente un modello in cui tutto si riassume nello Stato, con un partito unico che governa lo Stato, e in quel sistema ovviamente non c'è posto per Dio ma solo per il dio Po o frescate di quel genere. Ecco allora che queste sue uscite sono atti antireligiosi propri. Politi¬ camente forse ne subirà un danno, certo, ma attenzione perché la politica in questo Paese è strana. Fino all'altro ieri non c'era mica Berlusconi che accettava le avances di Bossi per fare alleanze in Veneto. Questo ci deve insegnare che i politici hanno tanto pelo sullo stomaco da far rabbrividire. Pecunia non olet, si diceva una volta, evidentemente anche i voti non..."olono"». Lei conosce bene l'elettorato leghista, visto che anni fa era presidente della Consulta cattolica. Se quel che sta dicendo è vero, Bossi ha fatto un autogol, giusto? «Guardi, l'elettorato leghista che conoscevo io era profondamente diverso dai leghisti di oggi perché quella in cui militavo io era una Lega federalista, un partito molto popolare, variopinto». Adesso, invece? «Adesso è rimasta una Lega molto arrabbiata e secessionista. Una cosa molto diversa da quello che era all'inizio. Non so neanche, mi creda, se ci sono ancora i cattolici nella Lega. Può darsi, ma non ne sarei così sicura». Sta dicendo che quando lei era nella Lega queste cose non succedevano? «Sì, ho le prove. Non è mai accaduta una cosa del genere. Certo, ci sono state aspre polemiche quando Umberto Bossi si spingeva un po' troppo oltre il confine del lecito, ma niente di paragonabile con quel che sta facendo adesso. Io l'avevo anche fronteggiato personalmente alcune volte, ad esempio quando il Papa venne in visita in Lombardia, e io risposi sia a Bossi che a Gianfranco Miglio perché entrambi dissero cose inaccettabili sul Papa». E infatti la bollarono come quinta colonna del Vaticano, dissero che sarebbe rimasta «morta stecchita», ricorda? «Sì, ma sopportai. Io ho imparato a capire e tollerare quando qualcuno proprio non ci arriva». Torniamo al Senatùr: la politica come dovrebbe combattere posizioni di questo genere? «La politica dovrebbe essere molto costruttiva, cioè essere quello che non è. Questo da ogni parte: da parte del governo, che non governa e fa molte chiacchiere, e da parte dell'opposizione, che in Italia non c'è. Occorre un piano di rilancio serio, a cominciare dalla qualità dei servizi, e poi serve anche uno straccio di dignità nazionale... A quel punto, se ci fosse tutto questo. Bossi si potrebbe serenamente ignorare, lo, per esempio, parlo di questi argomenti solo per amore del Papa, non certo per scendere in polemica con un villano». Dopo Vicenza, lei pensa che il Polo scenderà a patti con la Lega anche a Venezia e in altri comuni del Veneto? «Guardi, quelli sono francamente affari loro. Fin dal suo primo apparire questa proposta mi è sembrata solo una proposta indecente. Evidentemente non vanno troppo per il sottile, quelli del Polo. Ma se sigleranno patti nonostante quel che sta dicendo Bossi, allora firmeranno anche la loro identità». E adesso, quale sarà la prossima uscita di Bossi? «Quella di scena, spero». Flavio Corazza «La Lega che conoscevo forse è già morta Magari non ha più elettori cattolici» L'ex presidente della Camera Irene Pivetti

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