Somalia il diario nell'inchiesta militare

F MISSIONE IBIS Una raffica di mitra sfiorò il sottufficiale sulla strada dell'aeroporto della capitale somala Somalia/ il diario nell'inchiesta militare L'autore del memoriale: sono scampato a un agguato ROMA. «L'inchiesta interna - avviata il 6 giugno scorso sul caso Somalia - è stata estesa anche a quanto recentemente riportato dalla stampa in merito all'esistenza di un "memoriale" elaborato da un sottufficiale dei carabinieri, che riporterebbe notizie di presunte violenze commesse da militari italiani in Somalia». Lo afferma una nota diffusa ieri dello stato maggiore dell'esercito. «L'attività mquirente condotta dal generale Vannucchi, che finora ha ascoltato oltre 250 militari che hanno preso parte all'operazione Ibis, ha permesso l'acquisizione di numerose dichiarazioni e relazioni - prosegue la nota -; tutti gli esiti delle indagini e la documentazione raccolta sono stati messi a disposizione della commissione governativa d'inchiesta, presieduta dal professor Gallo, nonché della magistratura per le azioni di competenza». L'acquisizione del diario sulle torture nell'inchiesta militare avviene proprio mentre sulla vicenda vengono alla luce nuovi inquietanti particolari. Ci sarebbe infatti anche un agguato nella storia personale del maresciallo del Tuscania autore del diario. Avvenne il 9 luglio del 1993, quando una pattuglia comandata dallo stesso maresciallo venne fatta segno da raffiche sparate da un cecchino, mentre si recava dal check point Pasta all'aeroporto di Mogadiscio. Rimase ferito gravemente ad un braccio un carabiniere del Tuscania, Marco Menicucci, ma solo perché un improvviso e brusco movimento del maresciallo lo tolse dalla linea di tiro della raffica di pallottole, colpendo il carabiniere che stava dietro e tranciando in parte il sedile su cui il sottufficiale era seduto. Il maresciallo si è successivamente convinto, per la dinamica dei fatti e per la raffica isolata, che in realtà si sia trattato di un agguato contro di lui, che, fra l'altro, in quel periodo aveva già informato molti superiori delle violenze a cui aveva assistito o che era venuto a sapere. Nel diario non ci sono solo descrizioni di violenze e torture. In realtà, sulla base di quanto contenuto nel documento e dai convincimenti dell'autore riferiti dalla sua compagna emergerebbe un «filo rosso» che lega alcune morti di militari sulle quali non è stata fatta piena luce e che potrebbero far leggere sotto un'altra ottica la stessa fine di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio. Ad avvalorare questi collegamenti sarebbero le circostanze in cui morirono il maresciallo Vincenzo Li Causi, dipendente del Sismi ed ex istruttore Gladio, ucciso il 12 novembre del 1993 a Balad, e il maresciallo Marco Mandolini, caposcorta del generale Bruno Loi, ucciso su una scogliera a Livorno il 13 giugno del 1995. Mandolini, secondo il maresciallo che era suo amico, «era tutto fuor che un omosessuale, come è stato detto». Questo fatto, per l'autore del diario, dovrebbe essere approfondito alla luce degli avvenimenti di quel periodo in Somalia, comprese le violenze e le torture. «Mandolini - riferisce la compagna del maresciallo - era un incursore. Il suo addestramento era tale da escludere che rimanesse vittima di una aggressione: solo chi fosse stato in possesso di un addestramento simile al suo o più di una persona avrebbe potuto ucciderlo». La settimana scorsa in Somalia, ma la notizia è stata diffusa soltanto ieri, tre guardie somale di un ospedale gestito da italiani nel distretto di Jalalaxi sono state uccise durante un attacco ad opera di uomini armati non identificati. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa cinese «Xinhua» citando una radio locale. A quanto riferito, al momento dell'attacco si trovavano sul posto tre medici italiani appartenenti ad una organizzazione umanitaria denominata Comitato Europeo Fondo Agricolo (Cefa), che sono rimasti illesi. I tre sarebbero poi stati evacuati temporaneamente nella vicina città di Johar, dove si trovano tuttora. Fonti locali attribuiscono l'attacco a dispute fra somali sull'amministrazione dell'ospedale. Gli anziani locali - riferisce l'agenzia - sono ora impegnati a dirimere la controversia e a facilitare il ritorno al lavoro dei tre italiani. (AdnKronos-Ansa]

Persone citate: Bruno Loi, Gallo, Ilaria Alpi, Mandolini, Marco Mandolini, Menicucci, Pasta, Vannucchi, Vincenzo Li Causi, Xinhua